XII

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Ho aggiornato in anticipo.
Prego, non c'è di che!🤍
Se volete mostrarmi il vostro affetto per ciò fatelo adesso, perché sono piuttosto sicura che alla fine del capitolo vorrete uccidermi.

«Ci ha provato con te?». La voce sorpresa di Daneen si alzò di un paio di toni mentre continuava a leccare pigramente il cucchiaio sporco di purè. Oggi indossava un velo di una deliziosa tonalità di azzurro che si sposava alla perfezione con la sua pelle olivastra.

La rimproverai con lo sguardo dopo essermi accertata che nessuno avesse sentito la sua frase. I lavori per togliere la muffa dalla nostra caffetteria stavano durando più del previsto ed eravamo ancora costretti a pranzare insieme ai detenuti in mensa. «Puoi dirlo a voce più alta? Non credo ti abbiano sentito il cuoco e le altre guardie!».

Ridacchiò. «Scusami».

«Ad ogni modo». Un sorriso divertito mi si allargò sulle labbra e poi si spense immediatamente al ricordo. «Si è comportato come se fossi una ragazza normale, seduta di fronte a lui ad un tavolino di un bar bevendo del tè e mangiando dei biscotti. E la cosa peggiore è che per un momento-».

Mi zittii quando vidi Cairo passare al lato del nostro tavolo e lo seguii con lo sguardo finché non si allontanò abbastanza da non sentire la nostra conversazione.

«Per un momento ho dimenticato anche io dove fossimo e gli ho retto il gioco senza rendermene conto». Continuai, prendendo dei piccoli pezzetti di sandwich e mangiandoli controvoglia.

Parlò con la voce impastata dal purè. «Forse dovresti smetterla di essere così gentile con i detenuti, magari notano la tua empatia e la sfruttano al loro vantaggio. In un contesto del genere non puoi mai essere sicura delle loro vere intenzioni, Nicole».

«Ci ho provato, ma è più forte di me».

Vidi il suo sguardo spostarsi alle mie spalle e sperai vivamente che non stesse osservando Isaiah. Era dotato di una spiccata furbizia e avrebbe capito all'istante l'oggetto della nostra conversazione. «Per quale crimine è stato condannato?».

«Da dove comincio?». Ironizzai con amarezza, tirando fuori il suo fascicolo dalla mia borsa. Me lo portavo dietro da un paio di giorni per memorizzare quello che mi serviva. «Traffico di armi illegali, pluriomicidio, criminalità organizzata, riciclaggio di denaro, truffa, estorsioni, traffico di droga e...».

«Fammi indovinare!». Mi fermò. «Appartiene all'organizacija?».

Richiusi il fascicolo. «Bingo».

«Cavolo, è proprio una brutta situazione. Non vorrei essere al tuo posto sinceramente, corteggiata da un serial killer che ha ucciso le sue fidanzate e un mafioso russo». Storse il naso e si aggiustò il colletto alto del maglione color crema che aveva addosso.

«Non mi stanno corteggiando». Precisai, scocciata che all'esterno la situazione sembrasse esattamente come non volevo che sembrasse.

Quasi si strozzò con del semplice purè, cercando di contenere la risatina che le sfuggì dalle labbra. «Certo, Nicole. Continua ad indorare la pillola mentre cerchi di ingoiarla».

Le tirai addosso un pezzetto di sandwich seguito da una cartaccia ripiegata su sé stessa fino a formare una pallina, ma non misi in conto la spiacevole possibilità che si piegasse di lato in tempo per sfuggirne. La pallina finì proprio su Isaiah, che in quel momento era in piedi alle sue spalle per gettare alcune cartacce sul grande bidone dell'immondizia poco lontano da Daneen.

The Not HeardWhere stories live. Discover now