XXVI.

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Di note, diventava dorata e brillava di mille diamanti che correvano veloci sulla superficie; di giorno rimaneva fredda e ferrosa, e spiccava sul cielo azzurro dell'estate, immersa in quel verde puro dei Campi di Marte. E, oltre al color marrone dell'acciaio e quelli della natura, si accompagnava del rosso dei cestini distesi sul prato per i pic-nic, il bianco delle insegne dei baracchini delle crêps, presso cui si muovevano dei puntini neri: le divise dei corpi di polizia, in quel parco affollato.

Di sera, invece, cambiava colore come i tetti della città stessa: un nero profondo sul cielo a metà fra il caldo ed il freddo, il rosa e l'azzurro.

Di sera, Jeongguk si fermava alla finestra per osservare tutto ciò. Ma si limitava alle cose più evidenti: il resto, quei piccoli particolari che da lontano non si sorgevano, poteva solo immaginarseli. Jeongguk stava, in attesa di ispirazione dalla sua Parigi, affacciato alla finestra con il palmo sotto il meno, il mento sognatore inclinato da una parte e con gli occhi ridenti che guardavano l'orizzonte. Era lui il quadro: un piccolo bambino, diviso fra i sogni e le speranze, da solo, nella città dell'amore.

Di sera, Jeongguk stava affacciato così alla finestra dell'appartamento. Non era una stanza qualsiasi, si sentiva in dovere di tenerla come un piccolo gioiello: no, non lo voglio l'affitto, gli diceva Namjoon quando gli allungava cinquanta miseri euri, carta straccia per quella Parigi da bene. È di proprietà dei miei genitori, e voglio aiutarti, lo ribadiva in continuazione a Jeongguk che talvolta si sentiva di troppo: non se ne era mai approfittato in tutti quei mesi, quasi un anno intero nella città dell'amore. Perché a Namjoon voleva bene, e gli amici, lui li trattava con onestà. E fammi sentire un ricco mecenate, oltre che ad un medico sfigato a cui piace fare autopsie!

Jeongguk rideva; ritirava la banconota, o le banconote che il suo datore di lavoro al museo gli aveva allungato la mattina stessa, con un sogghigno timido, e poi pensava a come avrebbe potuto usarli. In libri! No, ne ho già troppi... la scrivania di ferro piangeva là, in quel piccolissimo appartamento. Allora per andare a cena con Taehyung, come se lo avesse voluto far pagare. E quindi infine: per la misera, miserissima spesa, con frutta finta e verdura di plastica al Carrefour sotto casa. Il prezzo delle merci di primo consumo aumentava sia ché abitasse nel centro di Parigi, sia per via di ragioni di politica economica: con quella misera carta ci avrebbe comprato solamente un pranzo.

L'appartamento era proprio al di là del primo caseggiato sul davanti della torre, oltre i Campi di Marte, oltre la strada. Da una delle strade secondarie che si diramavano da Raymond Poincaré, Jeongguk, che fosse sera, mattina oppure la notte presto, quando già nei mesi invernali faceva buio, si affacciava alla finestrella del suo piccolo spazio ed ammirava il paesaggio perfetto, quasi uscito da un quadro della Bella Epoca. E metteva il cavalletto lì davanti, alla finestra, per riprodurre una realtà che, talmente sublime, gli era impossibile da imitare.

Così, quella sera, mentre gli stormi migravano verso Parigi e macchiavano di nero il cielo rosa e boreale, se ne stava davanti al paesaggio cittadino, concentrato sulla tela e col pennello sporco in mano.

"Dici che è venuto carino...?" con tanti mmh... mh... intorno di sospensione.

"Tae..." distolse lo sguardo dal suo lavoro impegnato, ormai quasi terminato: Taehyung era con lui all'appartamento ed insieme a l'artiste si volle cimentare in una piece di arte pittorica. "Cos'è?" Jeongguk era titubante, ma di fronte ad un singolare pezzo di arte moderna come quello, fatto da un intelligente come Taehyung, invece che fermarsi sul superficiale e pensare che non sapesse fare, piuttosto si chiese come poterlo interpretare.

"Ti- ti piace?"

"Sì... ha una forma insolita, Tae- cosa rappresenta? Un uovo, un cerchio?" Jeongguk faceva sul serio. "Ci sono! È il cerchio della vita!" schioccò le dita e allargò gli occhi: che intuizione geniale, Taehyung.

MelRose | VKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora