XVII.

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"Tae, smettila di ridere- non sei spiritoso!"

"Ma dai eri carino con quella parrucca!"

Le uniche chiacchiere che si udivano a tarda notte nel settimo arrondissement di Parigi erano le loro. Più di quaranta minuti a piedi, molto più della solita camminata sotto il sole cuocente durante l'estate verso i Boulevard che faceva Taehyung. Dal Marais a casa sua intercorreva tale distanza, che sia l'artista sia lo scrittore erano abitudinari a percorrere in metrò, ma quella sera - quella sera d'estate tiepida, un clima insolito per la fredda Parigi - si erano incamminati verso gli appartamenti di Rue de Bac abbracciati.

"Il rosso non mi dona!" si becchettava con Taehyung: gli teneva l'avambraccio sopra le spalle, mentre la sua musa gli accarezzava la mano ed i capelli menta si elettrizzavano per la vicinanza dei corpi.

"Riformula la frase, per favore." un bacio sul palmo.

"Cosa dovrei dirti?" con aria stranita ma pur sempre divertita: sembrava un becchettamento antipatico all'apparenza, in realtà quella - quella ludica - era la loro dimensione: scherzare, giocare, prendersi in giro, farsi una battuta e poi darsi un bacio. Taehyung e Jeongguk, prima che essere amanti, erano migliori amici. E soprattutto l'artiste, per le sue paure e paturnie, si convinceva non fosse così: se lo avesse amato come Narciso amò Boccadoro, come Patroclo amò Achille, e come André amò Oscar, poteva fare bei quadri, nati dal realismo di una passione, che per la verità temeva. Il sentimento d'amore che si unisce alle paure ingenera tormenti, fantasmi, falsi simulacri che le forze demoniache potenziano al fine di una distruzione dell'io. Jeongguk mentiva a sé stesso, per evitarne gli effetti diabolici.

"Dovresti dirmi che il rosso fuoco non ti dona- al contrario il rosso ciliegia ti sta benissimo!" col ditino questionante. "E quella parrucca era rosso ciliegia- e ti stava magnificamente!"

"Oh... mi dispiace Tae, ma io non sono un'ottima drag queen come te."

La verità: una semplice confessione rivelatoria del loro spasso serale. Jeongguk mantenne la sua promessa di assistere ad uno degli spettacoli di Taehyung. Una visione sublime: splendidi capelli biondo bianco e freddi, la pelle incipriata, chiara di perla e rosa di guancia, ed il rossetto rosso acuto, piccante, come la voce di Taehyung che gli graffiava le interiora.

The dress is Chanel, the shoes YSL, the bag is Dior, Agent Provocateur! - gli cantava mentre si reggeva all'asta del microfono, e, sensuale, mostrava dallo spacco della sua gonna il reggi calze con la sua rete nera. Jeongguk era lì sotto al palco, e, fra le luci soffuse di quella sorta di burlesque improvvisato, se ne stette tutto il tempo a guardare per aria, col collo alzato verso Taehyung, che sembrava pestarlo coi suoi tacchi a spillo.

They all say: darling, what did you do to those pearls?

What? I am a good girl!

Rifulgevano le luci del Marais: quella che spirava da fuori dalle fessure del locale, e quella che abbagliante faceva brillare le pietre indossate da Taehyung. Le sue scarpette rosse a punta, insieme a tutti i gioelli che si era messo per Jeongguk quella sera.

Ma guardati come ti sei ridotto, Jeongguk! La voce criticante nella sua testa non era morta del tutto: era sotto il palco ad ammirare quello splendido essere con cui aveva da poco una relazione. Non si erano ancora definiti; ed a Jeongguk non ancora era necessario chiamarsi 'fidanzati' o cos'altro. Ma quelle critiche antipatiche della sua mente svanivano qualora fosse con Taehyung.

"Non sei un'ottima drag, ma ti piaccio molto." un bacino sulla guancia.

"E che c'entra Tae-"

Taehyung era molto più robusto di Jeongguk. Sebbene l'artiste passasse il tempo a cambiare il suo corpo con esercizi estenuanti, rimaneva di figura esile: spalle larghe, ma fianchi piccoli. Taehyung, al contrario, era molto più robusto, e Jeongguk gli arrivava a fatica alla fronte, ma cercava spesso e sempre di abbracciarlo, per ridurre, anche in altezza, la distanza.

MelRose | VKWhere stories live. Discover now