XXX.

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"Le cosce di rana fanno schifo!"

"Oh, le escargot ancora di più- Tae, perché hai voluto ordinarle?"

"Ma dai, sono proprio buone, e... sanno di pollo!"

Il click delle forchette sul piatto, quello dei coltelli con cui tagliavano le cuisses de Grenouille. Taehyung li aveva invitati a cena per festeggiate nemmeno lui sapeva cosa. Anche Emma, anche lei aveva supplicato di andare al ristorante quel lunedì sera, ma no, Tae, stasera esco con Namjoon. Ed ovviamente Jimin, che, mentre loro se la gustavano seduti comodi al ristorante dello chef Linguini, si stava dando alle pazze gioie del Marais notturno: Paris la nuit... gli cantava, mentre si asciugava i capelli, mezzo nudo davanti a lui. E che fai? Non vieni, ChimChim? Risposta negativa, tutt'altro che affermativa; gli aveva solo offerto un caffè, per il resto del tutto ignorato, perché le lundì est trist, je veux aller m'amuser dans le Marais. "Dai, mangia-" Taehyung avvicinò una zampetta di rospo alla bocca del suo amico schizzinoso.

"Ew, Taehyung!" sé stesso, nient'altro di più: il semplice Taehyung di qualche anno prima. Né Yoongi, né Lise, però, gli dissero niente, non glielo fecero nemmeno notare, perché quello il suo status naturale: sei bello così Taehyung, mentre sorrideva e gli veniva una certa smorfia a forma di cuore, e gli occhi che s'increspavano ai lati.

"Ripiegherò su una Ratatouille."

"Va bene, Lis- tanto pago io- stasera sono ricco, potete mangiare quello che volete!"

"E domani come sarai? Un poveraccio da Montmartre?!" ah-ah-ah! Non simpatico ma divertente: Taehyung lo guardò con un ghigno ed i lati della bocca sporchi d'olio.

"Tae." gli disse Lisé mentre si sgranocchiava quella zampetta. "Non è necessario, davvero..." con le braccia conserte, gli occhi bassi e l'aria da ragazzetta parigina altolocata: si era imbellettata e messa una camicia rosa ed un gioiello perché Lis, stasera dobbiamo essere bellissimi- ti porto da Linguini.

"Questo nuovo contratto mi garantisce una certa stabilità economica..." serio. "Vorrei trascorrere più tempo con voi-" e le prese la mano, per essere gentile, così che sapesse, ancora ed ancora, che lui le voleva bene.

"Che schifo, Tae- sei oleoso!"

Ew, anche questo significava disgusto vittorioso per l'allontanamento da Marcel.

"E puzzo di rospo e lumache, ma non sono mai stato così felice in tutta la mia vita."

Era quel che viene di norma chiamato 'quiete dopo una tempesta', un grande peso sullo stomaco tolto, da cui, una volta liberati, si percepisce un profondo sollievo, una spensieratezza e leggerezza nei confronti della vita, che poi svanirà ancora una volta, lasciando che un altro peso rioccupi la mente e l'anima, così che le sensazioni si ripetano fino all'infinito. La vita oscilla fra momenti di spensieratezza e dolore, e nell'intervallo fra la gioia ed il dolore trova spazio la noia, o solo e soltanto la noia qualora si rifiuti l'illusione della gioia.

"Dimmi una cosa, Taehyung..."

Mmh...? Lui alzò lo sguardo, Min Yoongi si preparava ad interrogarlo, fargli il quarto grado e metterlo sotto torchio davanti a Lisé che ascoltava tutt'orecchi. "Dimmi però la verità..."

"Certo- perché dovrei mentirti?"

"Non mi sconvolgo se ti piacciono le rane e le lumache morte, perché io... faccio di peggio, ma... oltre a festeggiare, qual è il motivo per cui ci hai invitato a cena?"

Ohhhmmmm... pareva meditasse nel mentre mangiasse: Taehyung li aveva semplicemente invitati al ristorante perché voleva condividere un po' di quell'euforia con loro. Ed era proprio in essa che si poteva trovare il motivo del suo invito: Taehyung era contento, gioioso, euforico perché viveva nella sua illusione positiva, sarebbe susseguita perciò la noia, ma l'illusione positiva era protratta dal pensiero di Jeongguk.

MelRose | VKWhere stories live. Discover now