11.

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Kenan

Cercai di lavare quelle macchie di olio dalla maglia bianca. Sorrisi nel ripensare alla nottata scorsa. Prima partita in campionato e primo gol, nulla poteva andare meglio.

Ma io non avevo sorriso per quello. Avevo sorriso pensando al post partita e a quello che avevo condiviso con quella ragazzina di soli 15 anni.

Mi passai una mano sul viso, gli angoli della bocca si stavano alzando fin troppo nel pensare alla faccia di Gaia nel momento in cui mi tolsi la maglietta. Era così carina... ma soprattutto quegli occhioni che mi guardavano fisso negli occhi non li potevo dimenticare.

Basta Kenan, è ora di andare ad allenamento.

Scattai in piedi per andarmi a preparare e una volta pronto mi misi in macchina per arrivare alla continassa.

Prima che potessi entrare vidi dei fan che si sbracciavano chiedendo solo se mi potessi fermare a fare una semplice foto, ovviamente non esitai.

Amavo tutti i bianconeri che mi supportavano, mi faceva molto piacere strappargli un sorriso anche solo rivolgendogli un saluto.

E così accontentai tutti, facendo foto e autografi. In molti mi dicevano "sei un fenomeno", altri ancora "continua così, sei fortissimo" e io non potevo che sorridere a quei complimenti. Mi scoppiava il cuore ogni volta nel sentire quelle poche parole che per me significavano molto.

Non mi montavano affatto la testa, sapevo che ancora dovevo crescere, ma sentire di avere così tanto supporto mi rasserenava e non poco.

Quando entrai negli spogliatoi ero sotto gli occhi di tutti. Mi squadravano come se avessi appena commesso un reato, non sembravano arrabbiati, ma più che altro stupiti e curiosi.

-che c'è? Ho qualcosa che non va?- chiesi io sistemandomi i capelli o qualsiasi altra cosa avesse potuto provocare quelle occhiate

-devi dirci qualcosa?- chiese Dusan facendo una smorfia abbastanza maliziosa, poi si avvicinò a me, ma io continuavo a non capire.

Si avvicinò al mio orecchio e cercò di sussurrarmi qualcosa -che hai fatto ieri con la Gaietta?- mi chiese.

Ora capivo perché mi guardavano così. Mi guardai attorno, Chiesa non era ancora arrivato -perché, che dovrei aver fatto? L'ho riportata a casa, non voleva stare lì, poi però mi ha chiesto di restare e io non ho detto di no- dissi tutto d'un fiato facendo spallucce all'ultima frase

-mh va bene, la accettiamo come spiegazione- disse Dusan, scrutandomi bene in volto. Io non trattenni la risata, quella situazione stava diventando alquanto imbarazzante.

-bro così però ci fai sospettare se ridi- disse Dean, di cui non mi ero nemmeno accorto della presenza

-zitto tu- gli dissi mentre ancora ridevo -sembra un cazzo di interrogatorio- conclusi, ancora tra le leggere risate.

Attesi qualche momento prima di potermi cambiare, poi il mio istinto accompagnato dalla curiosità vinse e non riuscii a starmi zitto

-ma...- richiamai l'attenzione di tutti -per caso sapete se Gaia è fidanzata o cose del genere?- sganciai la bomba, ma mi pentii subito di averlo detto.

Infatti tutti saltarono in aria iniziando ad urlare come matti, sembrava mi trovassi in uno zoo. Che coglione, mi dovevo stare zitto...

-minchia fra, diretto sei eh- disse Cambiaso mentre gli altri ancora facevano versi indecifrabili. Weston pareva un gorilla, per non parlare di Kean che sembrava una scimmia in calore.

-ragazzi, apparte gli scherzi, adesso parliamo di cose serie- disse il capitano, Danilo, facendo zittire tutti -Ken, Gaia non è fidanzata, quindi puoi farci quello che vuoi, ma sappi che è come se fosse una nostra sorellina, quindi ti raccomando di trattarla bene- mi puntò il dito facendo un occhiolino, io sorrisi soddisfatto ma non seppi nemmeno spiegarmi il perché

-sì minchia anche perché se no Fede ti trancia le gambe- disse Fede Gatti, mentre si allacciava le scarpe, già pronto ad entrare in campo

-va bene va bene, ma quella domanda era abbastanza casuale, non ho intenzione di fare nulla- dissi alzando le mani

-sisi, dai cazzo lo sappiamo tutti che per avere 15 anni è una bella ragazza, impossibile non ti attragga nemmeno un po'- disse Miretti.

Non feci in tempo a ribattere che sentii una voce familiare provenire dal corridoio, come me tutti i miei compagni di squadra che si zittirono per ascoltare.

Era Federico, parlava con qualcuno e sembrava abbastanza arrabbiato.

-sempre ritardo mi fai fare cazzo!- lo sentimmo dire, poi una voce più soave intervenì.

Era lei. Era qui.

SPAZIO AUTRICE
già mille letture! aprire quest'app e vedere che le visualizzazioni aumentano sempre di più mi sprona ad andare avanti, quindi non posso che ringraziarvi di cuore❤️

Ci vediamo al prossimo, lasciate una stellina!🫶🏻💫

My starboy|| Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora