▫️10. Cappuccetto Rosso e il Lupo Cattivo

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Appoggio le mani alla spalliera del divano, giusto per riprendere fiato e riportare il cuore alla normalità.

«Rispondi prima alla mia di domanda.»

Continua ad accarezzare la testolina di Macchia, quel traditore non mi degna neanche di uno sguardo. Mi indispettisco ancora di più.

«Non hai risposto ai miei messaggi, mi sono preoccupato.»

Mi guarda con quegli occhi insondabili e con quella pacata arroganza, che sto imparando velocemente a detestare.

«E così hai pensato di intrufolarti in casa mia.»

«Sì.»

Perché riesce a far sembrare tutto così normale?
Tra l'altro non tengo più le chiavi dentro la pianta, quindi deve aver scassinato la serratura da perfetto criminale quale è.
E ora se ne sta qui seduto tranquillamente nel mio salotto, ad accarezzare il mio cane, come se fosse la cosa più normale del mondo.

«Lo sai che potrei denunciarti per effrazione, non è vero?»
È incredibile come io non riesca a dire niente di sensato quando ci ritroviamo a condividere la stessa maledetta aria.

«Sì, ma non lo farai. Ne abbiamo già parlato, Alina. Lo hai pure scritto sulla lista.»

«La lista, un paio di palle. Esci da casa mia subito.»

Indico la porta distendendo un braccio in direzione di essa.

«Rilassati, tesoro. Sono venuto a prendere mio fratello. Poi me ne andrò.»

«Sta dormendo. Lascialo riposare qui per stanotte. Domani puoi mandare Marcos a prenderlo.»

Sulle sue labbra si forma l'accenno di un sorriso.
«Cos'è abbiamo iniziato a dare ordini adesso?»

Quanto è snervante.
«Non me lo sognerei mai, sei tu il capo.»
Faccio un sorriso di sbieco.

«Perché non la smetti di provocarmi, uhm?»
Abbassa la voce di un tono, cosa che purtroppo non passa inosservata né al mio corpo e neppure al mio cervello.
Cerco di ignorare le sensazioni assurde che mi provocano quegli occhi da predatore incallito, dicendo la prima cosa che mi passa per la testa.

«E tu perché non la smetti di importunare il mio cane?»

«Non mi pare che gli dispiacciano le mie carezze. Non è molto bravo a fare la guardia, in compenso è più ubbidiente della padrona.»

Per tutta risposta macchia inizia a leccargli le dita.
Faccio una risata isterica.

«Che vuoi farci? Non sono nata per ubbidire.»

«Posso insegnartelo io.»

Inclino la testa leggermente di lato. Sono ancora mezza brilla, particolare che non gioca sicuramente a mio favore. Basta un goccio di alcool in più nel mio corpo per farmi sciogliere la lingua.

«Non so con che tipo di donne tu abbia a che fare, ma ti consiglio di rivedere le tue arti seduttive. Magari potresti…» picchietto un indice sul labbro fingendo di pensare alle giuste parole da utilizzare.
«… Scrivere una lista anche tu. Se prendi carta e penna ti do qualche dritta.»

«Alina, Alina ti stai addentrando in un territorio pericoloso.»
I suoi occhi percorrono tutto il mio corpo, il fuoco che crepita nel camino accende di una luce sinistra il suo profilo.
Un lento brivido percorre la mia spina dorsale, come se quegli occhi fossero capaci di accarezzarmi sottoforma di dita invisibili.
«Sei sicura di riuscire a giocare senza farti male?»

Ovviamente no. Ragion per cui mi piace.

«È una cosa che chiedi a tutte, oppure è una premura che riservi solo a me?»

I'm Not YoursNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ