▪️21. Farò questo sacrificio

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Quando scendo in sala da pranzo per il mio abituale caffè delle sette, la casa è ancora avvolta nel silenzio

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Quando scendo in sala da pranzo per il mio abituale caffè delle sette, la casa è ancora avvolta nel silenzio. Questo è il momento della giornata che preferisco. Godere appieno di quel poco tempo di tranquillità mattutina.
Da quando sono qui è mia abitudine fare una passeggiata per la campagna, a volte a piedi a volte a cavallo. Mi serve per mettere a posto i pensieri e dimenticare per un paio di ore tutti i problemi che incombono sulle mie spalle.

Mi lascio andare ad un lungo sospiro per poi annusare l'aria attirato dall'odore del caffè che zia Maria, si premura ogni giorno di farmi trovare sulla tavola alle sette in punto.
Quella vecchia pettegola conosce le mie abitudini meglio di me.

«Ciao zia Maria» la saluto mentre è intenta a sistemare la tazzina su un piattino, con il cucchiaino al lato e un bicchiere d'acqua.

«Cesare caro» mi accoglie con un sorriso su quel viso paffuto e gioviale, che ha superato da qualche anno la sessantina.

«Zia Maria, da ieri notte abbiamo un'altra ospite oltre a Enea.»

Il suo viso si illumina di sorpresa. Non è abituata a sentire queste parole. Conoscendomi da quando sono venuto al mondo, sa che non ospito quasi mai nessuno nella mia casa in città.
A parte rare eccezioni, che portano il nome di Enea, quando è troppo sbronzo per tornarsene alla tenuta sulle proprie gambe.
Faccio un mezzo sorriso.

«Mmh... Stiamo parlando di una signorina, se ho ben capito» si informa guardandomi con gli occhi, quasi del mio stesso colore, ridotti a due fessure cercando in qualche modo di carpire informazioni celate dietro la mia espressione indifferente.

Zia Maria non è solo un nomignolo affettuoso, ma davvero siamo parenti, lei è la sorella di mio nonno, il defunto proprietario di questa baracca di cui lei si occupa in mia vece. Più che una zia è un po' come se fosse una nonna per me e bonariamente spesso mi invita a mettere la testa a posto, trovarmi una brava ragazza e mettere su famiglia.
È una signora un po' vecchio stampo e io liquido spesso la questione con un "sto già facendo ricerche approfondite" e lei si limita a chiudere il discorso con una lunga occhiata, col dubbio perenne che possa essere la verità oppure un più plausibile doppio senso.

«Sì. Starà qui fino a quando non ritorneremo in città.»

Annuisce seria.
«A bè allora dovrò chiederle che cosa vuole mangiare per colazione. In quale camera si trova?»

In realtà io avrei un paio di idee su cosa farle assaggiare per colazione, ma meglio tenere all'oscuro Zia Maria o potrebbe venirle una sincope.
Ad ogni modo cerco di non sorridere. Tutti questi giri di parole per non chiedermi direttamente se ha dormito con me.

«La camera vicino a quella di Gabriele.»
Mi guarda sospettosa.

«Ah, allora è un'amichetta sua?»

«Non andare da lei troppo presto e non aggredirla con le tue domande da impicciona» la liquido senza troppe cerimonie.

Le labbra rugose si increspano in una smorfia contrariata.
«Sì, sì ho capito me ne vado» borbotta tornandosene da dove è venuta, e cioè la cucina.
Sorrido. La lascerò a rimuginare per le prossime due ore almeno. So già che metterà sotto torchio l'intera casa per avere delle risposte che non è riuscita a ottenere da me.

I'm Not YoursWhere stories live. Discover now