▫️29. (2/2) Cos'è che ti fa eccitare?

974 71 518
                                    

Il sorriso che mi rivolge è tutt'altro che raccomandabile.
Quelle dita che accarezzano le mie, mentre dietro la schiena sento quelle di Cesare.
Mando giù la saliva.
Tutta questa mascolinità tossica mi sta stordendo.

«Personalmente è un concetto che non condivido.»
Sono io a rispondere al posto di Cesare. In fondo è me che stanno utilizzando per mandarsi frecciatine al vetriolo.
E io sono stanca di essere ignorata come se non esistessi.
Anche Cesare non mi rivolge la parola da quando ha annunciato il fidanzamento. Come se una volta raggiunti i suoi scopi la mia presenza fosse meno indispensabile.

«Non le piace condividere, signorina Virginia? Dovrebbe imparare a farlo. Il suo fidanzato è molto conteso e talvolta apprezza la condivisione.»
Ma Cesare non era quello che non amava condividere?
Gli occhi di Antonio guardano i suoi in una silente sfida.
Si conoscono bene e sanno esattamente dove e come colpirsi.
Ad ogni modo la conversazione si tinge di sfumature ambigue, come se non riuscissero  ad argomentare con una donna senza ridurre tutto al sesso.
L'unica risposta di Cesare è una bassa risata.
Che gioco sta facendo con Antonio?

«Per fortuna ho un cervello che mi permette di pensare senza l'ausilio di nessuno.»

Sento le sue dita spostarsi sulla spina dorsale bloccandomi quasi il respiro nel petto.
Antonio continua a sorridermi, mentre le sue dita, invece, accarezzano le mie.
Non è spiacevole ma non lo definirei neanche piacevole.
Solo promiscuo.

«Ora sono curioso di sapere perché non condivide il mio concetto.»

«Perché è solo un incentivo per agire in totale anarchia senza tenere conto delle regole, che sono fondamentali per la società in cui viviamo» riesco a dire in tono anche abbastanza sicuro a discapito delle dita di Cesare che ora riescendono fino all'orlo del vestito.
Freno appena in tempo l'impulso di inarcare la schiena.
Mi sento già abbastanza sporca nell'eccitarmi per questo strano siparietto.

«È un bel pensiero, che, mi duole dirglielo, contrasta con la situazione in cui si trova. Per lei, signorina Virginia, è stato lecito “per amore”» sottolinea «scalzare la donna che avrebbe dovuto trovarsi al suo posto.»

Che spocchioso, pezzo di merda.
«Non si era detto che io non avevo nessuna colpa? Mi pare che sia un po' confuso, signor Martini» concludo con un sorriso angelico.

Le dita di Cesare attraversano l'orlo del vestito.
È come un diavolo tentatore che mi invoglia a peccare.

«Sai cosa dice mio padre, Virginia? Che non c'è niente di peggio di una bella donna dalla lingua affilata. Tu ne sei il perfetto esempio.»

Siamo passati al tu e alle confidenze, dunque.
«Tuo padre dice un mucchio di cazzate.»
Ah, finalmente si degna di aprire bocca.
«E il difetto evidentemente è di famiglia.»
Per fortuna lo fa in grande stile.

Antonio scuote la testa.
«Non ho mai capito che cosa ci trovi mia sorella in te. Spero che stasera finalmente abbia aperto gli occhi su chi sei davvero.»

«Ah, sì? E chi sono?»
Il calore della sua mano abbandona la mia schiena, solo per strappare la mia mano da quella di Antonio, mi porta dietro di sé prendendo il mio posto davanti a Martini.

Quest'improvviso faccia a faccia mi mette in allarme.
«Un traditore. E come tale sarai trattato.»

«No, non sono un traditore. Sono Cesare Ferrante. E io non ho padroni. Non sono un cane. Tuo padre ha cercato di mettermi una catena al collo e l'unica cosa che ha attenuto è stata quella di farmi incazzare.»

«Non dimenticare quello che ho fatto per te.»

«Siete solo bravi a rinfacciare voi Martini.»

«E voi Ferrante siete solo bravi a mettervi nei guai. Se non fosse per me tu…»

I'm Not YoursWhere stories live. Discover now