▫️13. Mezz'ora nel privè

668 67 234
                                    

«Ehi, è tutto okay?»Una mano delicata si poggia alla mia schiena facendomi sobbalzare

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

«Ehi, è tutto okay?»
Una mano delicata si poggia alla mia schiena facendomi sobbalzare.
Annuisco quasi meccanicamente riponendo il cellulare nella tasca del grembiule.

«Sì. Sono ancora in post sbronza.»
Tiro le labbra in un sorriso che vuole rassicurare il viso preoccupato di Lidia.
In realtà ho un tumulto dentro allo stomaco, che parte da ciò che è successo stanotte e finisce con la non risposta al messaggio inviato precisamente alle sette e quarantacinque di stamattina.

«Anch'io. Però mi sono divertita. Quel Gabriele è un piccolo diavoletto. Spero che lo inviterai un'altra volta. Gli ho promesso che gli avrei insegnato a ballare.»

Annuisco ancora, ma non ho sentito una sola parola.
Penso solo a quanto io sia una stupida.
Quando mai ho sbavato dietro a qualcuno?
Se pensa di essere figo facendo il sostenuto che resti pure nella sua sciocca convinzione.
Spero gli siano esplose le palle nel frattempo.
Nessuno può permettersi di umiliarmi così.
Prima gioca con il mio corpo fino quasi a farmi esplodere e si diverte anche a fermarsi come se stesse mettendo in pausa un cazzo di videogame, okay, forse di questo gliene sono grata.
Immagina venire abbracciata al suo corpo come un koala e poi essere ignorata quando gli scrivi un messaggio, al quale avrebbe semplicemente dovuto rispondere con un sì o con un no.
Sarebbe stato peggio.
Ma ciò non toglie che sia un…

«Pezzo di merda» mormoro pulendo con una foga inaudita il bancone del night.
Per fortuna Lidia si è già allontanata da me, la vedo mentre si dirige verso il palo pronta a fare il suo show.
Susie sta prendendo un' ordinazione, non ci siamo scambiate molte parole da quando abbiamo iniziato a lavorare. Probabilmente è arrabbiata con me e io dovrei chiederle scusa per come mi sono comportata.
Sbuffo. E poi…ah, poi c'è Enea, quell'altro stronzo mi aveva detto che sarebbe venuto oggi e invece non si è presentato nessuno.
Forse è la giornata mondiale del due di picche e io non ne sapevo nulla.

«Grandissimo stronzo, anche tu» continuo a strofinare una macchia sul bancone, che so che non verrà mai via perché è lì dall'era di Cristo.

«Che cosa ti avrà mai fatto quel bancone?»
Sobbalzo al suono di quella voce snervante, trattenendo a stento un' imprecazione tutta diretta al mio datore di lavoro, che mi guarda con un'aria vagamente provocatoria, mentre se ne sta con le braccia penzoloni al bancone giocherellando con una delle bottiglie davanti a lui.

«Non dici sempre che stiamo a cazzeggiare? Per una volta che faccio qualcosa hai da lamentarti?»

È incredibile il suo trovarsi sempre in mezzo quando ho un diavolo per capello. È come se aspettasse il momento giusto per litigare.

«Ehi, bambolina, non è che adesso che te la fai col pezzo grosso pensi di poter alzare la cresta con me?»

Sospiro. Non ho voglia di rispondere alle sue provocazioni. Probabilmente è da quando sono arrivata che ha voglia di farmi una battuta del genere. Bravo, otto e mezzo per l'originalità. Contento?

I'm Not YoursWhere stories live. Discover now