▫️20. Il bacio della buonanotte

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La mano libera si serra alla mia vita facendomi inarcare la schiena per il contatto inaspettato.
C'è un minuscolo margine di spazio tra il suo palmo e la mia bocca, lo sfrutto per assestargli un morso dispettoso che gli fa togliere la mano.

«Ahia» scoppia a ridere agitandola su e giù per poi piazzarla sul mio fianco, portandomi in avanti con lui quel tanto che basta a richiudere la porta con il piede.
Il rumore fa ringhiare Macchia alle mie spalle.
Cesare punta i suoi occhi dietro di me.
«Tranquillo bello, continua a dormire.»
Ovviamente la palla di pelo lo ascolta senza esitare.

«Posso sapere che ci fai qui?» gli dico poggiando le mie mani al suo ampio petto con l'intento di spingerlo un po' più lontano da me, ma ovviamente esito perché è interessante toccarlo.
Le sue labbra si distendono in un pigro sorriso.

«Sono venuto a darti la buonanotte» sussurra a un centimetro dalle mie labbra.

«Ah, sì?» inclino la testa di lato facendo scivolare le dita sul suo petto e poi più giù fino agli addominali, per poi risalire ancora con tutta la calma del mondo.
E lo sento che trattiene il respiro il figlio di puttana.
Mente lucida, Alina dobbiamo giocare bene le nostre carte.

«Mh-mh.»

«Avete finito di parlare voi “adulti?»
Io non dimentico le cose, purtroppo per lui.
Fa un piccolo sorriso.

«A Enea piace scherzare, non devi prendere sul serio tutto quello che dice.»
Le sue dita risalgono verso la mia schiena, tracciandone la spina dorsale e facendomi venire i brividi dietro la nuca.

«Tu l'hai preso sul serio, invece.»

«Non mi piace quando la gente parla delle mie cose. Che siano vere o meno.»

Annuisco.
«E a me non piace essere presa in giro» mormoro accarezzandolo fino al collo. Lo guardo da sotto le ciglia abbassate.
«Io non sono né il giocattolo né il passatempo di nessuno» sussurro ancora sfiorando quasi le sue labbra con le mie.
Le sue mani si serrano sui miei fianchi.
Cazzo, è tutto così bello.

«Cosa mi stai chiedendo, Alina?» la sua voce è poco più di un sussurro roco.

«È semplice, tesoro, voglio sapere qual è il mio ruolo in tutto questo. Tu che mi proteggi da tuo fratello… mi chiedo che cosa tu voglia davvero in cambio. È arrivato il momento di dirmelo, non credi?»
Mi struscio contro al suo corpo duro e lo sguardo che mi lancia è a metà tra l'eccitazione e l'ammonimento.

«Non ti è bastato ballarmi sul cazzo? La mia sofferenza deve continuare a oltranza?»

«Non so di cosa tu stia parlando» dico con un'espressione quasi angelica stampata sul viso.

«Lo so io.»

Mi fa indietreggiare finché le gambe non toccano il letto, cado con il culo sul materasso. Rilasso le braccia poggiando entrambe le mani a palmo aperto sulle coperte e divarico di pochissimo le gambe. Estremamente interessato lui inclina la testa di lato, una ciocca nerissima scappa via dal codino ondeggiando tra la fronte e l'occhio.
Blocco appena in tempo un sospiro trattenendolo tra le labbra.
È così diabolicamente bello.
Mi piace troppo questo stronzo.
Non capisco più niente quando respiriamo la stessa aria.

«Allora… che cosa vuoi da me?» gli ripeto non potendo impedire a un angolo della mia bocca di alzarsi in un sorrisetto.

Si sistema in mezzo alle mie gambe, divaricandole un po' di più con le sue. Trattengo il respiro, vorrei evitare di ansimare come un animale.
Difficile avendolo così vicino in tutta la sua maestosa prestanza. Non posso impedirmi di gettare un'occhiata in mezzo alle sue gambe, la distanza è decisamente poca dal mio viso.

I'm Not YoursWhere stories live. Discover now