Di baci, litigi e Ascendenti infuriati

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Isabelle ~ 27 Febbraio 2015, ore 9:55

Sfoglio con aria assente le pagine di Vanity Fair, cercando di non dare corda a Emmett che tenta disperatamente di ottenere la mia attenzione. Come fa da un mese e mezzo a questa parte, a dirla tutta.

«Isabelle, per favore, devo parlarti e preferirei che mi guardassi in faccia.» Mi si avvicina, protendendosi in avanti.

Mi sposto d'istinto e chiudo la rivista con uno sbuffo, alzando lo sguardo. «Contento? Allora, cosa devi dirmi?»

«S-Sì, ecco... tu sai che non sono il tipo adatto a questo genere di discorsi e non sono bravo a parlare in generale...» balbetta imbarazzato, tuttavia senza mai smettere di fissarmi dritta negli occhi.

«Vai al sodo, per piacere» lo interrompo alzando una mano. «Non credere che possa dedicarti tutto il mio tempo.»

«Il fatto è che... Simon non mi piace e tu meriti qualcun altro...»

Mi alzo in piedi di scatto, pentendomene subito: la stanza inizia a ruotare. Non mi curo del giramento di testa e ribatto alzando la voce: «Senti Emmett, non puoi rivolgerti a me in questo modo, né tantomeno parlare di Simon con questo tono sprezzante e arrogante. È vero, forse hai ragione, mi merito qualcun altro. Ma la colpa è la mia. Può darsi che io non sia all'altezza di Simon. Forse lui è troppo per me.»

Muovo qualche passo verso la porta, decisa ad andarmene da questa stanza il prima possibile. A metà strada cambio idea, mi volto e intimo: «Non permetterti più di dire una cosa del genere. Ricorda che siamo entrambi sempre e comunque tuoi superiori, nonostante tutti e tre abbiamo più o meno la stessa età. Qui c'è bisogno di mettere in chiaro le nostre posizioni, oppure vivremo nell'anarchia. Tutto compreso?»

Non risponde e abbassa la testa come un cagnolino bastonato.

Emetto un verso di esasperazione, giro sui tacchi e apro la porta.

All'improvviso mi ritrovo contro il suo petto. Sono stretta fra le sue braccia, e per quanto cerchi di divincolarmi non riesco a liberarmi.

«Maniaco! Perderai il lavoro per insubordinazione! E chissà, potrebbero anche strapparti i Marchi! Lasciami andare!» strillo, sperando che Alex e Simon siano tornati. Non sono nelle condizioni per combattere, questo pancione colossale limita di gran lunga ogni mio movimento.

Sento una sua mano sulla nuca; la nausea raggiunge livelli epici. «Sono innamorato di te, Isabelle» bisbiglia avvicinando il viso al mio.

«Chissà perché non me n'ero accorta» replico sarcasticamente. «Ultima chance: lasciami andare.»

«Mi dispiace» sussurra scuotendo la testa. «Mi dispiace davvero. Ma non posso.»

In un batter d'occhio poggia le labbra, le sue luride e sudice labbra, sulle mie.

Serro i denti, decisa a non dargliela vinta nemmeno per tutto l'oro del mondo.

La mano con cui mi stringe a sé scivola più in basso, sfiorandomi la coscia.

Accade qualcosa di strano.

Da un momento all'altro la sensazione di oppressione svanisce, rimpiazzata da un bizzarro senso di appagamento.

Tento di controllare le mie azioni, ma prendono il sopravvento.

L'istinto prevale sulla razionalità.

Mi ritrovo a baciare Emmett – Emmett, dannazione! Sto baciando Emmett! – come se non ci fosse un domani. D'istinto gli mordicchio un labbro e infilo le mani nei suoi capelli, ricci, soffici, così simili a quelli di Simon...

Shadowhunters ~ Living the PresentWhere stories live. Discover now