Parole come pugnali di ghiaccio rovente

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Clary ~ 21 Marzo 2015, ore 20:00

«JACE! NO!» Mi prendo la testa fra le mani. «NO! NO!» Inizio a singhiozzare, ed è solo grazie a Cameron che non mi fiondo accanto al letto.

«Clarissa, calmati!» Lui mi afferra per le spalle. «Promettimi che non ti muoverai da qui. Giuralo su Raziel.»

«Lo giuro sull'Angelo» sussurro, messa alle strette. «Ti prego, fai tutto il possibile.» Mi stringo le braccia attorno al petto e mi lascio cadere sulla poltrona, rannicchiandomi in posizione fetale.

Cameron annuisce e torna al fianco di Jace. Si tira su le maniche, prendendo un respiro profondo. «Ascoltami, Clary. Non voglio rischiare col defibrillatore. Non si sa mai; una scarica troppo potente potrebbe farlo tornare in tachicardia e ci ritroveremmo punto e a capo, ma al contempo una scarica troppo bassa potrebbe decretare definitivamente la sua fine. Lo ammetto: non sono esperto di queste situazioni. Ho studiato medicina interna, non medicina d'urgenza, e in questi casi dev'essere sempre presente un tecnico. L'unica soluzione è quindi il massaggio cardiaco. Ora ti chiedo: sono autorizzato ad andarci giù pesante, considerando che potrei rompergli qualche costola?»

«MUOVITI! E per favore non mi chiedere più nulla!» replico, isterica e nervosissima.

«Oh... okay.» Cameron poggia le mani intrecciate sul petto di Jace. «Conta insieme a me. Fino a trenta. Uno... due... tre...»

Ripeto a bassa voce le sue parole, sprofondando sempre di più nella poltrona.

A ogni numero, il mio cuore fa un sobbalzo. A ogni numero, spero che Jace si rianimi. A ogni numero, le sue possibilità di vita diminuiscono.

«Merda, Jace!» Dopo la trentesima compressione, anche Cameron inizia a demoralizzarsi. «Credevo che avessi la pellaccia dura, dannazione!»

«Vuoi smetterla di parlare?» urlo, affondando le dita nei capelli. «Fai qualcosa, cazzo! Sei o non sei un medico?!»

«Lo sono!» grida lui di rimando. «Ma più di questo non posso nulla!» Come ultima risorsa, gli inietta dell'adrenalina. Lo sento blaterare qualcosa tipo "altro prima" e "finestrina". Intravedo nuovamente un ago penetrare nella vena di Jace.

Alla fine, capendo che le sue azioni sono vane, per la frustrazione Cameron sbatte il pugno sul petto di Jace.

E Jace si risveglia, e con lui il monitor, che riprende a bippare regolarmente.

Con un orribile rantolo, lui apre gli occhi e sussurra: «Ma che cavolo...?», facendo esultare Cameron e me all'unisono.

Mi fiondo accanto a lui e gli tiro un potente schiaffo sulla guancia. «Brutto pezzo di merda, stronzo che non sei altro, tra un po' veniva anche a me un infarto! Eri morto! Morto

«E ora sono di nuovo fra i vivi.» Mi sorride, quel suo sorriso che mi fa venire voglia di baciarlo.

«Speravo in un grande rientro in scena stile Saw: "Surprise Motherfuckeer!" ma a quanto pare devo accontentarmi.» Cameron alza gli occhi al cielo. Tuttavia si vede chiaramente che è sollevato.

«Hai superato il limite consentito di resurrezioni, Herondale. Stavolta però il merito non è di Raziel, ma di Cameron.» Mi asciugo gli occhi e allungo la mano in avanti per accarezzargli i capelli. «Adesso basta, chiaro?»

«Come il sole.» Jace tira un respiro profondo. Abbassa per un attimo lo sguardo su di sé, poi rialza la testa e fissa Cameron in cagnesco. «Credevo di averti proibito di togliermi i vestiti.»

«Oh, andiamo!» Cameron allarga le braccia.

«Non hai negato che io ti abbia avvertito.» Jace addolcisce il tono della voce. «Scusami. E grazie, di cuore. Letteralmente.»

Shadowhunters ~ Living the PresentWhere stories live. Discover now