Chapter 44

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***CORRETTO***

Un giorno.

Un giorno come tanti, è entrato nella mia dannata vita. Chi gli ha dato il permesso?
Io non di certo. È entrato in modo prepotente, ma attraente come solo lui sapeva fare.
In un lasso di tempo, per colpa sua, naturalmente, la mia vita è andata a farsi fottere, o almeno, peggio di come sia già andata a fondo.
Il bello era che più cadevo in basso, più lui mi aiutava a risalire a galla, ma ad ogni problema ero ancora più in basso di prima per colpa sua.
Bastava una parola, una parola per farmi affondare definitivamente, lui trovava sempre quella giusta, ma poi trovava anche il modo per farmi tornare su, con i gesti.
I gesti.
Dovrebbero essere sacri. Erano quelli che ti portavano all'apice della felicità, le piccole cose portano alla felicità, lui era una piccola cosa, era un normale essere umano da un punto di vista esterno, ma per me nonostante fosse una piccola cosa poco importante per la società, per me era fondamentale per la mia esistenza. Era diventato come un essere umano ha bisogno di ossigeno per vivere, lui era il mio.
Se c'era lui io stavo bene, era questo ciò che mi importava.
Solo che delle volte non puoi lasciar trasparire o dimenticare le cose che fanno le persone.
Anzi forse puoi dimenticare ciò che le persone dicono o fanno, ma non riuscirai mai a dimenticarti come ti hanno fatta sentita.

Okay, devo ammettere che il fatto che volesse mettere in mezzo suo fratello nell'argomento mi aveva leggermente sconvolta.
Che diavolo ha contro suo fratello?
Mi ritrovo sempre a domandarmi che problemi ci siano tra di loro e ora che l'ha anche messo in mezzo non esiterò nel chiederglielo.

«Avanti, spiegami che cos'ha tuo fratello che non va?» dico leggermente scocciata

«In realtà non dovrebbe avere niente che non va se non fosse per il suo fastidioso modo di credersi meglio di me» dice un po' infastidito cercando il mio sguardo.

Cerco di trattenermi nel dire che forse un po' meglio di lui è

Ma che stai dicendo, Mel? Lo sai benissimo che lo ami, evita

Stronza di una coscienza, mi ero dimenticata di te.

«Sei tu che pensi questo Harry, non hai prove del fatto che faccia in modo di essere migliore di me» detto questo finalmente dopo un silenzio insolito da parte sua scatta dalla sedia

«Ah si?! E il fatto che tutti preferiscano stare con James che con me non ti dice niente?!» Urla

Poi ero io quella che urlava di sicuro

«Siediti e smettila di urlare, mi hai spaventata, stronzo.»

Sospira sedendosi nuovamente sulla sedia

«Sai benissimo che non mi è mai importato molto di tuo fratello, se non in una semplice amicizia, tu esageri sempre pensando al peggio. Ma a me chi ci pensa eh? Chi ha sopportato di vederti prima baciare con la rossa e poi aver sentito i tuoi gemiti in quella che doveva essere camera nostra eh? Pensi che sia stato facile far finta di niente? Beh se pensi questo ti sbagli, perché tu pensi sempre a te stesso e a nessun altro» inizio come il mio solito a piangere

Certo, perché tu non sai tenere un discorso serio arrabbiata, piangi sempre

Mi ricorda la mia stupida coscienza

«Io... Mi dispiace, non sapevo che..» a quel punto scatto pur avendo le lacrime agli occhi

«Certo, non lo sapevi. Pensavi che fossi per sempre stata ignara di tutto, me lo avresti nascosto?! Beh, se lo vuoi proprio sapere ero venuta per raccogliere le mie cose, ma ho sentito i vostri gemiti e per correre via sono stata investita, questo non lo sapevi giusto? Bene, ora lo sai e sono stufa di soffrire per una persona a cui non importa minimamente di me.» Odio me stessa per il fatto di piangere ogni talvolta che sono arrabbiata

AFTER STORM. {h.s} #Wattys2017Where stories live. Discover now