Capitolo 4

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Dopo due ore di cyclette decisi di fermarmi altrimenti mia madre sarebbe impazzita..
-Ti decidi a venire a tavola?- mi urlava dalla cucina senza avere risposta.
Non avevo per niente voglia di mangiare anche perché sapevo che avrei vomitato anche l'anima per come mi sentivo.
Avevo tagliato i capelli e cambiato colore e passavo gran parte della mia giornata a correre sulla cyclette o a fare gli addominali con la musica a palla, mangiavo poco e quando lo facevo sentivo subito il bisogno di correre in bagno per infilarmi due dita nella gola ed eliminare quei grassi che avevo mangiato. Ogni cosa commestibile mi dava la nausea, persino il mio caro caffè mi disgustava in quel periodo ma per non destare sospetti a mia madre lo prendevo comunque,senza zucchero ovviamente. Nel giro di 20 giorni persi 12kg ma ancora non mi bastavano, mi serviva altro per dargli lo schiaffo morale al mio ritorno a scuola dopo natale. Di sbotto, una mattina aprii l'armadio e gettati via i miei vestiti da bambina come le maglie colorate o i pantaloni che arrivavano alle ginocchia seguiti da ballerine,cerchietti e lucidalabbra.
Ogni cambiamento che facevo era una vittoria per me stessa, un po come dire: - Adesso capisci cosa ti sei perso.- oppure: - Sbavami dietro.- Insomma ogni cosa era una vendetta e un taglio netto al passato e a tutto ciò che ero. Ero cambiata, VOLEVO cambiare e ci stavo riuscendo: chiusi in una scatola di cartone tutte le sue cose, foto insieme, foto sue che avevo appese in cameretta e i suoi regali. Tolsi dal braccio il suo bracciale e raccolsi tutte le lettere strappalacrime, che avevo scritto in momenti di pura malinconia, in una busta con su scritto "Lettere che non avrai mai e che non vale la pena fartele avere". Cercavo di farmi forza mettendo via le sue cose ma il problema era mettere via lui dal mio cuore.. ma col tempo sarei riuscita anche in questo,ne ero sicura.
Cominciai addirittura ad uscire con un ragazzo ( i quali prima consideravo alieni), un certo Enzo un po convinto e un po bambino che voleva a tutti i costi corteggiarmi. Ammetto che inizialmente avevo i sensi di colpa verso Alfredo ma mi bastava pensare che anche per lui esistesse un'altra ragazza all'infuori di me quindi cercai di far andare avanti la mia "storia con lui".

Mi svegliai una mattina particolarmente acida e lo chiamai:
-Heii-
Finsi indifferenza ma la sua voce mi penetro' pure l'anima.
-Da quanto tempo.-
-Giaaa. Come stai?- mi chiese.
-Vado avanti,tu? Con Chiara?- ero decisa, non mi faceva più male. Forse.
-Tutto ok.- Ma non era tutto ok,lo sapevo. Decisi comunque di fare l'acida.
-Sono veramente contenta. Sai anche io esco con uno...-
-E chi è? Da quanto tempo?- Bingoooo, avevo colpito.
-Mah, un paio di mesi.. - mentii appositamente perché sapevo la sua risposta.
-E perché non me l'hai detto?-Eccola.
-E perché avrebbe dovuto interessarti? Non ci siamo neanche parlati.-
-Ok.- mi disse solo.
Era infastidito e lo sapevo ma la mia indifferenza era tutta una recita perché dentro stavo cadendo a pezzi ad ogni parola.
-Ci vediamo a scuola, va bene? Mi ha fatto piacere sentirti.- Feci appello a tutte le mie forze per farmi uscire da bocca quella frase e mi chiedo ancora adesso come mi uscii.
-Si,ciao. Anche a me.- mi rispose in fretta e riaggancio'.
Restai ferma accanto alla finestra a guardare quello schermo che mostrava solo lo sfondo con una frase della mia canzone preferita senza nessuna chiamata in corso. Avrei voluto piangere e invece risi; Risi perché stavo andando avanti senza di lui, perchè al ritorno a scuola sarei stata più forte nel vederli insieme e perché ora era lui a farsi le domande su di me e non io su di lui. Risi perché se non potevo avere il suo sorriso avrei avuto il mio.

"La Voglia Che Non Vorrei"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora