Capitolo 20

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Due giorni dopo andammo a scuola per fare l'esame di quella benedetta patente informatica: logicamente, avendo perso gran parte delle lezioni, non sapevamo un cazzo. Arrivò poco dopo di me e mi trovò seduta sulle scale accanto alla mia adorabile macchinetta del caffè:
-Buongiorno.- e mi fece il sorriso più dolce del mondo.
-Buongiorno.- dissi neutrale, non volevo essere dolce.
-Come facciamo?-
-Bhe, non ne ho idea.-
-Bene.-
Aspettammo in silenzio di essere chiamati per la nostra sorte parlando di tanto in tanto di cose stupide.
L'esame andò una meraviglia: due colpi sulla spalla significava vero ed un colpo solo falso. Bravo l'esaminatore, lui si che capiva la vita.
-Tanta ansia per nulla.- mi disse Alfredo quando uscimmo dall'aula con la patente tra le mani.
-Ahaha vero... abbiamo rischiato però.-
-Caffè?- il nostro caffè in genere era tutt'altro che un caffè.
-Si, dai.-
Prese la vespa e andammo al nostro bar. Francesco mi chiamò mentre ordinavo il mio caffè.
-Com'è andata?-
-Bene. Hanno suggerito le risposte.-
-Lo sapevo che era facile.-
-Già.-
-Che stai facendo?-
-Bar con giovanna. Tu?-
-Niente.- Ci fu una pausa e stavo per salutarlo quando lui sbotto' un mi manchi sottovoce.
-Francesco ne abbiamo già parlato .-
-Lo so ma non ci riesco ad andare oltre.- mi dispiaceva saperlo in quelle condizioni, veramente.
-Non mi sembra il caso di parlare adesso, ti chiamo oggi.-
- Va bene, non dimenticarti però.-
-Ok, ciao.- riattaccai.
Non volevo fare la stronza con lui ma quando ero dolce non capiva e poteva illudersi per niente. Speravo che così mi odiasse e capiva che persona avesse accanto, non lo meritava Francesco.
-Che voleva?-
-Gli manco.-
Alfredo mi vide pensarci e dovetti fare una faccia abbastanza cupa perché mi chiese se era tutto ok.
-Si tranquillo, mi dispiace vederlo stare così male, ormai non studia nemmeno più.-
-Non sentirti in colpa, meglio così che prenderlo in giro.-
-Lo so.-
Alfredo li sapeva tutti i miei dubbi e i miei pensieri e nonostante tutto quello che era successo tra noi non mi avrebbe mai dato un consiglio sbagliato solo per interesse suo, lo sapevo bene.
-Che devo fare?-
-Quello che ti senti.-
-Andiamo?-
-Si.-
Mi accompagno' alla metro e ci salutammo normale e mi sembrò tanto la fine di qualcosa.. forse perché da quella volta in poi niente progetto pomeridiano.

"La Voglia Che Non Vorrei"Where stories live. Discover now