Capitolo 19

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La nostra prima volta fu una domenica pomeriggio, come dimenticarla.
Dopo un lungo periodo di soli preliminari era deciso ad andare oltre e mi chiese di vederci per un caffè dopo pranzo. Non ricordo quale scusa inventai a Francesco ma ricordo bene che Alfredo in un messaggio su whatsapp mi scrisse di portare "precauzioni". Ora, penserete, che portare qualche precauzione spetta all'uomo ma quel messaggio, venni poi a sapere, era solo una scusa per farmi capire le sue intenzioni.
Dovete sapere inoltre che Alfredo era vergine. Ebbene si, la sua ex ragazza se la teneva stretta la sua verginità nonostante i quasi due anni insieme e nonostante il loro rapporto, per motivi assurdi e impensabili che non sto qui a spiegarvi.
Comunque andai all'appuntamento con un ritardo di mezz'ora e con il cuore che mi usciva dal petto e lo trovai fuori la metro ad aspettarmi in macchina.
Salii e lo salutai con il nostro classico bacio sulla guancia:
-Scusa il ritardo!-
-Mi devi un caffè. Non lo dimentico.- scherzo'lui.
-Dove andiamo?-
-Vedrai.-
Accesi lo stereo ed ovviamente scelsi le "nostre" canzoni dalla lista salvata e cominciammo a cantare a squarciagola e a fare i cretini... l'imbarazzo comincio' a sciogliersi ed eravamo quelli di sempre fino a quando si fermò in un parcheggio isolato molto lontano dalla metropolitana e dalla scuola e spense la macchina lasciando lo stereo acceso.
Accesi una sigaretta giusto per fare qualcosa e cominciai a fare domande sparate a caso dal tipo cosa avesse mangiato a pranzo.. non sapevo come comportarmi ma sapevo che toccava a me iniziare poiché lui non sapeva come muoversi. Inaspettatamente si avvicinò accanto a me e cominciò a darmi piccoli bacetti sul collo: non riesco ancora a spiegarmelo ma ogni volta che Alfredo si avvicinava mi faceva uno strano effetto come i brividi che sentivo in quel momento e il tremolio alle gambe, non lo sapevo ancora ma quella sensazione me la sarei portata per tutta la vita.
Abbassò il mio sediolino e si stese sopra di me: vederlo da sotto era una vista meravigliosa, era bellissimo. Cominciammo a baciarci e a strusciarci con ancora i vestiti addosso:
-Devi aiutarmi, non so come si fa.-
-Segui l'istinto.- Lo baciai ancora, gli abbassai i pantaloni e sfilai i boxer con le mani che mi tremano e il respiro accelerato sentendolo così vicino a me. Lui fece lo stesso con la gonna e gli slip e dopo un po la maglietta e il reggiseno. Eravamo entrambi nudi quando aprii di più le gambe e lo tirai verso di me ancora di più. Andata. Ora eravamo davvero uniti. Lo senti gemere e sospirare e chiusi gli occhi: era la sensazione più bella che avessi mai provato in tutta la mia vita.. vederlo così con gli occhi chiusi e le guancie rosse sopra di me mentre mi toccava i capelli era lo spettacolo più bello che potessi vedere.
-Scusa se non sarà perfetto.-
-Hey guardami.- mi guardò e gli presi il viso tra le mani.
-Sta andando bene. È bellissimo, tranquillo.-
Sembrò tranquillizzarsi e lo vidi più sicuro nei movimenti.. il tutto non durò molto ma potrei dire che è stata una delle cose più belle mai fatte. Passò di nuovo al suo posto ancora affannato e sorrise:
- Wow. Finalmente.-
-Finalmente cosa?-
-Sono mesi, se non anni, che voglio farlo con te.- Wow! Sorrisi e lo abbracciai e lui ricambio' abbracciandomi più forte.
-Scusami.-
-Guarda che è stato bello.-
-Non per questo, scusa per tutto.-
Non le capii le scuse quel giorno ma il motivo l'avrei provato sulla mia pelle.

"La Voglia Che Non Vorrei"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora