Capitolo 7

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Da quanto Francesco era una costante nella mia vita i miei sentimenti verso Alfredo si stavano man mano dissolvendo: Non lo cercavo più come prima e se diceva di chiamarmi ma poi cambiava idea non gli mettevo più il broncio. Insomma erano finiti i bei tempi in cui bastava un sorriso per farmi cadere ai suoi piedi ed ero convinta che anche lui se ne fosse accorto.

La coincidenza volle che i nostri amici di classe organizzassero un giorno al parco per un picnic con sole coppie, e indovinate un po? Lui venne con lei ed io andai con lui, logicamente. Non mi era mai capitato prima di allora di vederli così vicini e tanto meno era capitato a lui di vedermi con un altro. Ben gli sta.
Capii che un po gli dava fastidio quando, giocando a pallavolo, mi tirò di proposito la palla sul viso con tutta la forza che aveva.
-Ma che ti viene?- sbottai.
-Stronza.-
-Tu stai male.-
Continuammo a farci i dispetti come dei bambini fino a quando non mi decisi a non pensarlo più e andai a stendermi sul prato accanto a Francesco. Non fu proprio una buona idea perché lui fece lo stesso con la stronza e vi lascio immaginare la mia faccia...
Non sapevo perché mi faceva così strano e mi dava così fastidio, fatto sta che iniziò una vera e propria a gara a chi dava più baci e a chi faceva più occhiate dispettose. Essendo donna, vinsi. Ma l'unica cosa che veramente vinsi fu Francesco che non si scollava più da me.
Lo vidi con la coda dell'occhio alzarsi ed andare chissà dove e decisi di seguirlo.
-Si può sapere cos'hai??-
-Lo sapevo che mi saresti venuta dietro.- Sorrise.
-Quindi? L'hai fatto apposta?Che mi devi dire?-
-Non mi piace.- lo disse allo stesso modo in cui un bambino rifiuta un dolcetto.
-Francesco?-
-Chiamalo come vuoi.- Ma che
significa?!!
-Bhe, non deve piacere a te.-
-Sono il tuo migliore amico e so cosa e chi va bene per te.-
-Da quando hai inziato a preoccuparti dei ragazzi che frequento?-
-Da sempre.-
Avrei voluto rispondergli che l'unico ragazzo che più mi aveva fatto stare male era proprio lui ma pensai che non era ne il momento ne il luogo adatto.
-Neanche a me piace quella stronza ma non mi lamento.-
-Ah non ti piace?-
NO,NO CHE NON MI PIACE.
-Non tanto.-
-Stiamo pari.- lo odiavo quando mi rispondeva a cazzo.
-Smettiamola ok?-
-Ci devo pensare.. mi piace litigare con te, ci trovo gusto.-
-Allora fallo da solo perché io vado via.- Feci per andarmene ma mi fermò. Lo sapevo.
-Dai, pace va bene?-
-Ci devo pensare....- Finsi.
Rise e mi diede uno schiaffo sul culo.
-Stronza.-
-Stronzo.-
Iniziammo la nostra lista di insulti quotidiani e tornammo dai nostri amici come se niente fosse. La stronza vedendoci arrivare insieme mi fece un'occhiata carica di odio e di tutta risposta gli alzaii il dito medio.

"La Voglia Che Non Vorrei"Where stories live. Discover now