Capitolo 5

54 7 0
                                    

Spensi la sveglia per la terza volta e quando aprii gli occhi saltai giù dal letto. -Cazzo.-
Presi al volo la prima cosa che mi trovai davanti agli occhi e la indossai.
Avevo scelto con tanta cura i miei vestiti il giorno prima ed ora mettevo una cosa a caso poiché non ricordavo nulla.
Il tragitto da casa mia alla metro non ricordo nemmeno di averlo fatto talmente che correvo ma fortunatamente riuscii a prenderla.. mi truccai seduta al mio posto e mi sistemai i capelli alla meglio.
Ok, lo stavo per rivedere e non ero nelle condizioni migliori. Bene.
Salii le scale della mia scuola con il fiato corto e le gambe che stavano per cedere e già immaginavo la solita ramanzina della prof di filosofia che mi avrebbe rimandato giù in presidenza.
Mi diedi un'occhiata al vetro della porta dell'aula e feci una smorfia: avevo dei leggins di jeans,una canottiera grigia, un gilet sempre di jeans sopra e tanti chili in meno. Come mi era venuto in mente di vestirmi così?
Entrai e lo vidi e lui vide me. Mi guardò più di quanto mi aspettassi e mi sorrise, mi era mancato il suo sorriso.
Mi sedetti al mio posto affianco a lui e mi risparmiai la cazziata della prof, troppo impegnata a chiedermi che dieta avessi fatto e perché.
-Stai bene- mi disse e gli occhi mi diventarono due cuoricini.
-Ma che, ho fatto le corse mi sono truccata in metro.-
-Dicevo in generale.- Si, era il suo modo di farmi i complimenti.
-Grazie. Cosa stava spiegando la stronza?-
-Boh. Stavo pensando perché non fossi ancora venuta.-
-Sempre il solito.- Risi ma esultavo con il pensiero.

Quel giorno lo vidi particolarmente strano: in classe rideva ed era contento ma quando ritornava dal suo "incontro" con quella sembrava scocciato.
-Sarà impressione- pensavo tra me e me ma ci speravo.
Era la quarta ora quando mentre mettendo un blocco di argilla sul banco lo vidi seduto sulle scale del nostro laboratorio con lo sguardo perso e un filo d'erba tra le mani. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui posandogli la testa sulla sua spalle.
-Cosa c'è?- chiesi e lui sembrò aspettassi la mia domanda e il mio arrivo.
- Niente..-
-Daiii ti conosco più di quanto pensi.-
Sorrise e mi disse la frase che meno aspettavo di sentire.
- Non so se sono innamorato di lei.-
Boom. Colpo al cuore.
- Cosa pensi quando la guardi?-
-Ci sto bene insieme insieme ma non mi trasmette nulla.-
-in che senso?-
-Non lo so. È una bambina,vuole una storia come nelle favole e non so se voglio dargliela. Non la amo.-
Avrei potuto approfittare e fargli una specie del lavaggio del cervello ma riuscii solo a dire che non doveva prendere decisioni affrettate e che i dubbi e le frustrazioni erano normali in una coppia. Parlammo circa due ore e decise di lasciare le cose così e di aspettare per capirci qualcosa.. lo abbracciai e gli promisi che sarei sempre stata al suo fianco mentre mi scendeva una lacrima.

"La Voglia Che Non Vorrei"Where stories live. Discover now