Capitolo ventiquattro

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Ryan

La serata era al locale era stata piuttosto movimentata ed io avevo una stanchezza incredibile,così a passo veloce mi ritirai in camera mia,lanciai il borsone a terra e cominciai a spogliarmi.
Accesi l'abat jour per illuminare l'abiente ormai buio dalla notte e la mia attenzione si focalizzò su un biglietto messo in bella mostra sulla mia scrivania.
Allora mi avvicinai,la scrittura non mi era familiare,anzi non l'avevo mai vista.
Lessi le prime righe del biglietto e non potei credere a ciò che leggevo.

<<Ciao Ryan,sono passata prima di uscire per parlarti ma non c'eri.
Volevo solo scusarmi per il mio comportamento assurdo,ero solo un po' confusa.
Volevo inviarti un messaggio ma purtroppo non avevo il tuo numero quindi ho dovuto ricorrere alle vecchie maniere.
Buona serata :)
Ps. Questo è il mio numero 212-324-5679.
Ashley.>>

Lo rilessi per ben due volte,ero incredulo,senza parole.
Non immaginavo che venisse addirittura a scusarsi per il suo comportamento,anzi credevo che dopo l'accaduto non l'avrei più rivista.
Annusai il bigliettino e il mio olfatto rilevò un leggero profumo di fresco.
Sorrisi spensieratamente.
Dio,che effetto mi faceva quella biondina.
Mi aveva lasciato il suo numero,quindi si aspettava qualcosa da me,un messaggio,uno squillo.
Iniziai a comporre un messaggio di risposta a quanto mi aveva scritto lei,rimasi lì per circa dieci minuti e mi ritrovai a corto di parole giuste per lei.
Cosa avrei dovuto scriverle?
Mi serviva qualcosa di originale ed interessante,ma per la mente non mi frullava più nulla.
Decisi allora di eliminare l'idea del messaggio e pensai che parlarle domattina sarebbe stato l'ideale.
Spensi l'abat-jour,mi infliai finalmente nel letto e con la stanchezza che vacillava sul mio corpo mi addormentai serenamente.

Il mattino seguente mi alzai dal letto carico di energie.
Indossai velocemente qualcosa,per evitare di incontrare le ragazze dei miei migliori amici in mutande,qualora ci fossero state davvero.

Anche Trey era già sveglio,mi preparai la colazione e insieme a lui mi sedetti alla penisola.
"Liam dorme ancora?" Chiesi,solitamente era lui quello mattiniero.
"Si,stanotte abbiamo fatto tardi." "Addirittura più tari di te." Affermò ridendo.
Io sorrisi.
"Alla fine Ashley ha accettato di uscire con voi?" La curiosità mi stava divorando da ieri.
"Certo,ho invitato Tyler le ha tenuto compagnia tutta la serata e si è anche offerto di accompagnarla a casa." Disse lui in tutta tranquillità.
"Tyler? Quel Tyler?" Chiesi incredulo.
Una sensazione sconosciuta si accese in me,provai rabbia.
Avrei voluto spaccare tutto.
"Si Ryan,quel Tyler. Tyler Hutckins" disse guardandomi.
"Ma cosa? Perché cazzo gli hai permesso di uscire con Ashley?" Dissi furioso,puntando il mio sguardo su di lui.
"Oh amico,così. Non pensavo che tra te e la biondina ci fosse qualcosa." Disse cercando di giustificarsi.
Avevo avuto una reazione troppo esagerata e per sbollire la rabbia diedi un leggero pugno sulla penisola in legno della cucina.
"Tra me e lei non c'è nulla. Solo che non mi va che si frequenti con qualcuno della confraternita,è troppo ingenua,si lascerebbe ingannare." Dissi,mentendo spudoratamente.
In realtà ciò che realmente mi premeva era tutt'altro.
Non potevo immaginare che si lasciasse toccare da quello stronzo,sfigato di Tyler. Lui non doveva assolutamente sfiorarla,nemmeno con un dito.
Provai per la prima volta gelosia nei confronti di una donna che,non era nemmeno mai stata mia.
Qualcosa in me stava lentamente cambiando e chissà cosa sarebbe mai accaduto se io lo avessi permesso.
"Comunque nel locale hanno solamente parlato,stai tranquillo." Disse Trey per tranquillizzarmi.
Ma ormai ero arrivato al culmine.
Gettai il resto della colazione nel pattume.
E mi precipitai in bagno per fare una lunga doccia.
Dopo dieci minuti,mi vestii con una tuta e indossai una maglietta a mezze maniche rossa.
Mi feci coraggio e bussai alla porta di Ashley per parlarle.
Era appena mezzogiorno,quindi probabilmente doveva essere sveglia.
Mi appogiai allo stipite della mia porta in attesa che aprisse.
Dopo qualche minuto Ashley comparve nella mia visuale,era già vestita,indossava un jeans che le fasciava le gambe slanciate e una t-shirt semplice. Aveva arricciato i capelli lunghi che adesso le ricadevano boccolosi sulle spalle,ed era poco truccata.
Quelle labbra morbide e carnose,le avrei baciate all'istante.
Lei esitò per un attimo appena mi vide,ma poi si schiarì la voce e mi parlò.
"Ciao Ryan,come mai sei qui?" Disse,guardandomi attentamente.
"So che non ti aspettavi di vedermi qui,ma volevo farti sapere di aver trovato il biglietto." Dissi io un po' nervoso.
Alle spalle di Ash comparve una donna sulla quarantina,anch'essa bionda ma con gli occhi più scuri di quelli che aveva Ashley.
Mi scrutò attentamente e poi guardò Ashley.
"Chi è questo bel giovanotto Ashley? Come mai non me lo presenti?"
"Mamma." Affermò Ashley in tono nervoso.
Era la madre.
Già adesso ricordavo,Ash mi aveva accennato della visita che le avrebbero fatto i genitori.
"È solo un amico,che voleva degli appunti per studiare." Affermò lei,cercando di celare l'imbarazzo.
Improvvisamente alle spalle di Ash comparve un'altra figura.
Questa volta era una ragazzina sui sedici,diciassette anni.
Era identica ad Ashley,bionda,occhi chiarissimi e lineamenti fini e dolci.
"Uau Ash,non dirmi che è il tuo ragazzo." Affermo probabilmente la sorellina più piccola.
"Piacere, io sono Abby la sorella minore di Ashley,molto lieta di conoscerti COGNATINO." Disse la ragazzina in maniera sfacciata.
"Piacere,io sono Ryan." E sorrisi sia Abby che sua madre.
Inutile dire che Ashley divenne rossa in volto dalla rabbia e sbraitò contro la madre e la sorella,negando assolutamente tutto ciò che la sorellina insinuò.
"Adesso entrate dentro entrambe. Io andrò a prendere gli appunti per Ryan." Affermò e mi supplicò con lo sguardo di reggerle il gioco.
Appena la biondina tenace andò in camera,suo padre si presentò a me e mi porse alcune domande per accertarsi che io e sua figlia non stessimo davvero insieme.
Dovetti fingere di non essere interessato ad Ash,ma ovviamente il signor Horan non sapeva quanto desiderassi fare mia la sua tenera figlioletta.
Due minuti più tardi Ash arrivò da me con degli appunti,socchiuse la porta d'ingresso del suo appartamento  per un attimo e guardandomi,sussurrò "Scusami davvero,non volevo metterti in imbarazzo,a volte i miei genitori sanno essere davvero invadenti,ma tu non pensarli e sopratutto qualsiasi cosa mio padre ti abbia detto,dimenticalo." "Magari possiamo sentirci dopo,adesso devo andare."
"Non fa nulla Ash,volevo solo dirti che mi ha fatto piacere trovare quel biglietto,mi volevo scusare per aver affrettato le cose. Se ti va possiamo essere solo amici. Ti prometto che non sarò più tanto invadente."
Già. Come potevo esserle amico se poco fa ho fatto una scenata a Trey,rimproverandolo di aver invitato Tyler.
Lei non disse nulla,si limitò a sorridere,poi mi porse gli appunti,io li afferrai ma,prima di andare via mi bloccò e mi diede un leggero bacio sulla guancia.
Bastó quel piccolo e innocente gesto a scatenare in me una tempesta di sensazioni.
Rimasi impassibile,mi persi a fissare la porta del suo appartamento ormai chiusa e dopo pochi istanti rientrai in casa.
Volevo prendere aria,così attraversai il salone lanciando uno sguardo veloce ai miei amici piazzati sul divano.
Arrivai in camera mia e spalancai la finestra.
C'era il sole che batteva forte nel cielo,alle quattro sarei passato dal mio fratellino ma adesso c'era una cosa che dovevo a assolutamente fare: Mettere i bastoni tra le ruote a quel coglione di Tyler.

Nonostante vi fosse il sole alto nel cielo,l'autunno iniziava a farsi sentire. Il vento scompigliò il mio ciuffo e lo rese molto più ribelle.
Mi incamminai verso la confraternita a passo veloce,sicuro di quello che stavo per fare.
All'entrata scorsi un gruppetto di ragazze che quando mi videro passare fecero molti apprezzamenti. Una di loro,la rossa mi sorrise. Me l'ero già fatta qualche settimana prima ad una festa. Io non prestai loro la minima considerazione e finalmente varcai la soglia ritrovandomi nell'ampio salone.
C'erano Jim,Thomas,Matt e altri ancora che appena si accorsero della mia presenza mi accolsero calorosamente.
"Hey fratello,cosa ti porta qui?" Affermò Jim.
Nelle ultime settimane erano poche le volte in cui venni alla confraternita,avevo troppi impegno. Ma nonostante ciò i ragazzi mi ritenevano sempre il benvenuto.
"Questioni importanti,amico." Risposi.
"Dai siediti,facciamoci una birra" disse Matt.
"Sono di passaggio,sapete dov'è Tyler." Chiesi.
Quello stronzetto doveva essere per forza li,c'era la sua macchina li fuori.
"È di sopra,perché?" Disse un suo amico.
"Chiamalo,devo parlargli." Affermai,lanciandogli uno sguardo nervoso.

Dopo alcuni secondi lo vidi scendere le scale.
"Cosa c'è Ryan." Affermò in tono serio.
Mi venne voglia di spaccargli il naso,io non lo sopportavo prima figuratevi adesso.
"Parliamone fuori." Dissi indicandogli la porta.
"Cosa vuoi? Non ho molto tempo." Affermò.
"Stammi bene a sentire,ho saputo che ieri per sbaglio Trey ti ha inviato ad uscire con Ashley Horan. Dico per sbaglio,perché devi sapere che è stato uno sbaglio e che non dovrà capitare mai più,non ti avvicinare più a lei." Affermai nervoso.
Lui sostenne il mio sguardo,sapevo che non si lasciava spaventare facilmente ma lui non mi faceva minimamente paura.
"Cosa c'è,Haynes? Stai marcando il tuo territorio?" "Mi vedi come una minaccia? Strano,ti cadono sempre tutte ai piedi e adesso vieni a darmi un'ultimatum sulle ragazze a cui sono interessato? Cosa c'è ti ha respinto?" Disse in tono sfacciato.
Aveva coraggio il ragazzo.
"Non mi interessa cosa pensi,ti ho avvertito,stalle alla larga e non ti farai male." Affermai.
Stronzo.
L'aria cominciò a diventare pesante.
"Posso pure starle lontano,ma stamattina tramite Jenny che le ha chiesto il consenso sono riuscito ad avere il suo numero. Quindi Ryan,rassegnati sono interessato a lei." Affermò.
      Le aveva davvero dato il suo numero? Forse interessava anche a lei. Avvertii un senso di delusione ma non mollai.
"Ti stai scavando la fossa con le tue stesse mani amico,vedremo dove arriverai." "Mi raccomando non dire che non ti avevo avvertito." Affermai e in un nano secondo lo superai,lasciandolo lì impalato e dirigendomi nella confraternita dagli altri ragazzi.

Da quando sei con me. Where stories live. Discover now