Capitolo 14

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Ma, un attimo, io la conosco.
Lui è Gabriel!
Che ci fa qui? Allora continua a vedersi con delle ragazze! Mi fa malissimo saperlo, purtroppo. Non riesco a muovermi. Sono come immobilizzata in quella posizione. Perché Gabriel? Perché deve farmi questo? Perché mi piace?
"Gabriel, è da qualche tempo che non stai più con nessuna ragazza! Che succede?"
L'odiosa voce della femmina mi distoglie dai miei pensieri tristi e mi fa tendere l'orecchio ansiosa di sapere cosa risponderà il ragazzo che mi attrae terribilmente. Anche se so cosa dirà. Sicuramente le darà un appuntamento per stasera.
"Succede che mi dovete lasciare in pace tutte quante."
"C'è una ragazza in mezzo, vero? Magari è quella con cui passi molto tempo. Quella... come si chiama la sfigatella? Kr..." Ma come si permette di chiamarmi così?
"Non sono fatti tuoi. Non ti deve interessare con chi stia io, e sopratutto non giudicare senza conoscere le persone!" Sento dei passi all'interno dello stanzino, così con il cuore che batte a mille, mi nascondo in una stanza qualsiasi.
"Salva per un pelo" sussurro.
Tiro un sospiro di sollievo quando sento la porta sbattere e i piedi sbattere furiosamente sulle scale.
Le gambe mi stanno tremando vistosamente. Allora Gabriel sta prendendo seriamente la scommessa! Forse ho qualche possibilità. Che povera illusa! Perché devo procurarmi del male da sola? Con le mie stesse mani?
Il mio sguardo cade sul mio telefono che lampeggia.
Messaggio da 'Mamma'.
Che vuole? Magari ha capito che ha sbagliato e vuole fare pace.
Lo apro ansiosa di scoprirne il contenuto, per poi rimanere di sasso. Con un altro pezzettino del mio cuore a terra.
'Krystal, a causa del lavoro devo assentarmi per qualche giorno. Lexie sta da una mia collega. Pensa quindi a te stessa. E non fare niente di sconsiderato. Quando torno, dobbiamo parlare, signorina!'
Immagino già la ramanzina che mi farà. E io dovrò stare là ad ascoltare, o per meglio dire, fingere, e sopratutto adottare un'espressione dispiaciuta. Ma questa volta non lascerò che ciò accada. È finito il periodo in cui subisco tutto senza alzare un dito per almeno giustificarmi. Purtroppo per lei, non sarò più la docile bimba che si pentiva delle monellerie fatte. Sono cinica, lo so. Ma sono sicura che ancora serbo l'altra mia personalità. In fondo sono ancora la ragazza con i genitori divorziati che piange sempre. Un sorriso amaro incurva le mie labbra. Durante tutto questo monologo sono arrivata in classe, giusto in tempo per prendermi una seconda annotazione. Perché poi? Solo perché mi sono allontanata senza il permesso del professore.
"Stronzo" sussurro con tono abbastanza alto da farmi sentire da lui quando gli passo accanto. Vedo che sbianca poi mi dice furioso:" Signorina, cos'è questo linguaggio scurrile?"
Faccio la faccia da angioletto ingenuo poi parlo in modo che la classe mi possa sentire:" Che linguaggio, prof?" Sbatto le ciglia più volte e vedo un mutamento della sua espressione.
"Hai appena detto 'stronzo' e se non erro era diretto a me!"
"Prof, non dovrebbe insegnarci queste parole! Che orrore! Non mi permetterei mai di offenderla!"
Fingo un'espressione sorpresa e gli occhi un po' lucidi.
"Che ti succede?"
Che illusi! Basta fare finta di provare rispetto nei loro confronti ed ecco che diventi la cosiddetta 'cocca'. Meglio, mi potrà aiutare in futuro. Continuo la mia recita sotto lo sguardo meravigliato dei miei compagni e riesco anche a farmi togliere una nota disciplinare prima dell'arrivo dell'insegnante di motoria. Che genio! Modestia a parte, intendiamoci.
Vittoriosa ritorno a posto tra i fischi dei ragazzi e alcuni pollici alzati verso l'alto di ragazze che non ho mai visto prima d'ora. Adotto questa volta un sorriso felice e ringrazio tutti quanti. Sfinita prendo posto accanto a Pearl.
"Grande amica mia!" mi sorride calorosa e io riesco a eliminare parte dello stress accumulato.
"Thanks"
"Allora ragazzi andiamo in palestra, veloci! Oggi faremo degli scatti di velocità!"
Noo! Sono una frana in questo. Improvvisamente mi viene in mente un'idea geniale, che decido di mettere subito in atto.
"Ahh! Che male!" grido attirando l'attenzione della prof e di altri, tra cui anche Pearl.
"C'è qualche problema, Krystal?"mi chiede l'insegnante visibilmente scocciata.

"Un crampo alla gamba! Che male!"

Lancio uno sguardo furtivo alla mia amica e lei comprendendo al volo il significato di esso interviene:" Scusi, posso accompagnarla in infermeria?"

"Sisi, andate."

Fingendo, quindi, un male alla gamba destra mi allontano nel corridoio.
Dopo essermi accertata di non trovarmi nel campo visivo della professoressa scoppio a ridere, seguita poi da Pearl.
"Wow, hai visto come ci stavano guardando quelli della classe nostra? Ci volevano uccidere con lo sguardo. Che poi non riesco a capire come facciano i prof a essere così facilmente prendibili per il culo!" esclamo, forse urlando un po' troppo perché attiro degli sguardi severi da parte dei 'passanti'.
"Dammi il cinque amica!" mi dice lei, incurante di tutto e tutti, alzando il palmo della mano. Faccio come mi dice poi ci rinchiudiamo nei bagni.
"Ah, Pearl vuoi venire a casa mia in questi giorni? Mia madre è partita non so dove e ho casa libera! Meritata libertà, cosa c'è di meglio?"

"Io lo so cosa c'è!"esclama eccitata, con gli occhi luccicanti. Qualcosa mi dice che ha in mente un'idea fantastica.

La guardo interrogativa e impaziente allo stesso tempo così lei si spiega meglio:" Una festa!" "Cioè sempre se vuoi..." aggiunge poi.

"Ma tipo che è un'idea super-archi-pazzamente magnifica?!?"

Gridiamo felici e ci mettiamo d'accordo su questo pomeriggio. Ci saremmo viste verso le quattro a casa mia e lei sarebbe venuta con un borsone. Vale a dire che avrebbe dormito da me! Cosa posso volere di più?

***

Ehii! Ciao! Che ne pensate di questo capitolo?
Alessia

Un'intrigante scommessaWhere stories live. Discover now