Capitolo 35

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"Ne sei proprio sicura?"

Queste crude parole sembrano tagliare nettamente la tensione esistente fra noi quattro.

Anche questa volta, non riesco ad assimilare subito la notizia.
Come se il mio corpo, ma principalmente la mia mente, si rifiutasse di venire a conoscenza di altri segreti macabri.

Purtroppo, però, appena riesco a soppesare la domanda di Marc, sento un vuoto in corrispondenza del mio petto.

Al contrario della precedente notizia, questa volta, seguita dal senso di vertigine, mi assale una furia ceca tale che mi sento quasi il sangue ribollire e il fumo uscire dalle orecchie.

Non ci posso credere. Per diciassette anni sono vissuta continuamente nella menzogna, nella disonestà credendo di amare e di conoscere delle persone. Credendo di avere delle certezze, e principalmente un'identità!

Un sospiro tremante fuoriesce dalla mia bocca stretta in una linea quasi inesistente. Le mie mani, una sul divano e l'altra sulla coscia muscolosa di Gabriel, stanno formicolando dalla voglia di scaraventare all'aria una qualunque cosa.

Assottiglio gli occhi e ormai consapevole del mio vero legame di sangue, ringhio quasi fuori dal controllo:" Io ti odio, Violet! Ti odio con tutto il mio cuo-"

"Ho detto basta, Krystal!" Irrompe la voce ora tonante e autorevole di Marc, aiutato anche da Gabriel che tenta in tutti i modi di farmi allontanare dal salone, con il chiaro scopo di farmi calmare.

Schizzo in piedi, cominciando a urlare e a gesticolare furiosamente.

"Eh no, adesso mi lasciate finire. Devo dirle tutto quello che penso o per caso mi è stato tolto anche il diritto di espressione?" Non attendo alcuna risposta che continuano le mie urla, di nuovo rivolte a mia "madre" :"Tu! Io mi fidavo di te! E... E tu che hai fatto? Mi hai tradita! Hai tradito me e papà! Per tutti questi anni ho sempre dato la colpa del divorzio a lui, a quel pover'uomo che di male non ha fatto nulla se non quello di sposarti, e ci hai ingannato per anni, anni interi! Capisci? Sapevi quanto avrei voluto avere un fratello maggiore! Anche se di pochi mesi, comunque volevo un bene dell'anima a George... Dio mio! Sapevi anche che c'è stato un periodo in cui siamo stati insieme! Anche a quel tempo avresti potuto dirmi che stavo con il mio fratellastro!?!"

"Non eravate innamorati, non a quell'età... Erano sole esperienze e perché privartene?" si intrufola nel mio lungo monologo mia madre, con voce stranamente ferma.

"Ma rimane sempre il fatto che mi sono baciata con il mio fratellastro, capisci? Non che mi faccia schifo, ma... Maledizione! Io credevo di conoscerti, ma a quanto pare quando ci sei tu, io mi sbaglio su tutto. Mi dispiace solo di essere nata e di avervi rovinato la vita!"

"Tu non ci hai rovinato la vita, Krystal! Tu ci hai reso più bella la nostra esistenza! Tu sei stata la ragione per cui mi svegliavo la mattina e per cui andavo avanti. Sei stata la cosa più bella che mi potesse capitare. Ma...tu non puoi capire"

"No, infatti: non capisco. Perché io sono una bambina, giusto? Perché io sono un'ingenuissima bimba diciassettenne! E non cominciare con le sdolcinatezze perché con me non attacca... O almeno non più"

"Hai finito di sfogarti? Ti senti meglio?"
Queste sono le parole di mia madre, dolci e concilianti come se stesse parlando con un bimbo monello, dopo averle detto le peggiori cose che una figlia potesse mai riservare alla propria madre.

"Ascoltami due secondi, Kry, Prenditi un po' di tempo e trascorrilo come e dove meglio credi purché tu non faccia cazzate. Capirai... Ma non subito"

Mi sta abbandonando.

Mi sta abbandonando.

Mia madre mi sta abbandonando.

Un'intrigante scommessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora