Capitolo 28

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Krystal's pov

Dopo una buona dose di coccole, io sono caduta in un sonno ristoratore che ha spazzato le ultime tracce della mini-sbronza.
Al mio risveglio, il posto accanto al mio è vuoto, ma ancora caldo, segno che il mio ragazzo mi è stato accanto fino a poco tempo fa. Girandomi sul fianco, comincio a riflettere.

Oggi, ho visto Gabriel sotto una luce diversa, ho visto il vero Gabriel, ben celato sotto la sua fastidiosissima arroganza e indisponenza.

E ne sono ancora più attratta...

Mi piace da impazzire...

Sono completamente fusa, i miei pensieri non fanno che vertere su quel ragazzo, che ora è solamente mio! Sorrido a questo senso di possessione, mai provato in vita mia.

Sarà che Gabriel mi sta facendo cambiare, pian piano...

Un rumore proveniente dalla porta cattura la mia attenzione. Voltandomi verso la provenienza del rumore, vedo Pearl con uno sguardo da chi la sa lunga ma che vuole sapere lo stesso ciò che é accaduto in questa stanza.

"Ehi.." la saluto, un po' gelosa nei confronti dei miei ricordi con Gabriel.

"Signorina, adesso tu mi spieghi cosa avete fatto tu e quel figaccione di modello durante tutto questo tempo, chiusi in questa camera!" pretende avvicinandosi minacciosamente al letto.

Sospiro, già sconfitta in partenza.

"Pearl, non è che non voglia dirtelo, solo che sono stanca e ho mal di testa"
Ed è vero.

"George!" urla allora lei, perforandomi i timpani e portandomi di conseguenza a fare una smorfia di fastidio.
Non sopporto le urla!

"Dimmi, tesoro" risponde prontamente lui, da un punto indefinito della casa.

"Porta a Krystal un qualcosa per il mal di testa e dell'acqua, per favore" grida, poi rivolgendosi a me esclama:" Adesso puoi cominciare! Anzi no, intanto che tu mi racconti scegliamo cosa metterci domani alla festa. I ragazzi hanno organizzato tutto" mi svela infine, con un luccichio negli occhi. Lo stesso che vedo nel mio sguardo quando parlo, o penso semplicemente, a Gabriel.
"E, un'ultima cosa, ho permesso loro di rimanere qui a dormire, tanto il posto c'è ed è anche tardi."

"Nessun problema!" trillo, improvvisamente su di giri. Poi, sollecitata nuovamente dalla mia amica, comincio a raccontare qualcosa, ma non entrando nel particolare e allo stesso tempo passo in rassegna tutti gli abiti che ho nell'armadio, decidendo infine di dover andare di nuovo a fare un po' di sano shopping.
Veniamo interrotte da George, che entra nella stanza con tutto quello che aveva richiesto la sua ragazza.

"Confidenze time?" domanda, dopo aver schioccato un grosso bacio in bocca a Pearl.

"Proprio così"

"Allora, posso rimanere anch'io?" chiede divertito.
Io e la mia amica diciamo di no all'unisono e lui, sogghignando, se ne va.

Pearl lo segue con lo sguardo fino a quando la sua figura non scompare dietro la porta, poi dedica la sua attenzione a me.

E un'altra ora passa tra prese in giro, risate e confidenze.

"Sei felice?" mi domanda tutto d'un tratto.

"Ovvio, che domande!"

Mi lancia uno sguardo preoccupato poi parla:" Senti, io non vorrei proprio fare la guastafeste, ma stai attenta. È sempre stato un playboy insensibile alle emozioni degli altri, non..." Prende un grande sospiro, poi confessa:"...non farlo diventare tanto importante nella tua vita da non poter più sopportare la sua lontananza. Rimarrai scottata se ti avvicini troppo al fuoco-"

"Deciderà lei se provare a scottarsi o solamente a scaldarsi, Pearl!" viene interrotta da un Gabriel molto arrabbiato.

Io e la mia amica sussultiamo e involontariamente ci avviciniamo, quasi spaventate dalla reazione di quel ragazzo.

"Questo non toglie il fatto che io voglia metterla in guardia da te! Non ti permetterò di fare del male anche a lei" si difende, presa alla sprovvista.

Un attimo... Perché ha detto "anche a lei"? È stata anche lei vittima del fascino di Gabriel? Sarebbe questo il motivo per il quale mi ha sempre parlato male di lui? È per questo che non mi ha incoraggiata a dichiarargli il mio interesse nei suoi confronti?
Involontariamente, do' voce ai miei pensieri e mi ritrovo due paia di occhi che mi scrutano attentamente. Il primo a prendere la parola è proprio Pearl che con un filo di voce confessa:"Non esattamente, a me non piace..." Scuotendo il capo, si alza e mi lascia sola con il mio neo-ragazzo. Ah! Che bella sensazione chiamarlo in questo modo! Quando pronuncio quella parola, nel mio stomaco comincia ad imperversare una tempesta e nella mia mente compare magicamente il suo sorriso, la sua bocca e il suo magnifico viso.

Durante questo mio monologo interiore, non mi rendo conto che Gabriel ha chiuso la porta e si sta spogliando tranquillamente.
Lancio un urlo che potrebbe fare concorrenza a quelli di mia madre (ed è tutto dire) e contemporaneamente mi copro il viso con le mani, arrossendo di botto.

"C-che stai fac-facendo?" domando, allargando un po' le dita per vederci attraverso. La vista che mi si offre dinanzi è... Scusate, ma non si può descrivere perché non ci sono termini che potrebbero definire perfettamente ciò che mi ritrovo di fronte. Addominali scolpiti, fisico di un dio greco e... Dio!
Un tatuaggio! Dico io... un tatuaggio proprio sul cuore.
Il mio sguardo incontra quello scioccato e in parte infastidito del ragazzo in questione che decide di aprire quella sua peccaminosa bocca.

"Protesti evitare di gridare, per favore?" annuisco con veemenza, quindi continua:" E poi non lo vedi tu quello che sto facendo?"

Quanta dolcezza! E tutta quella malizia e tenerezza di qualche ora prima dov'è andata a finire?

Ehi, voi due, vi ordino di rientrare nel corpo da dio di Gabriel!

Ma che sto facendo?

"Stupido! Si che lo vedo! Ma perché?"

Alza il sopracciglio con fare interrogativo, perciò mi spiego meglio:" Perché ti stai spogliando? E davanti a me peraltro!"

Non fa in tempo a rispondere che una voce attutita dalla porta, ci arriva alle orecchie:" Ragazzi, tutto bene là dentro? Devo chiamare la polizia? I vigili del fuoco? L'ambulanza? Forse un orgasmo troppo violento?"
Scoppio a ridere, seguita poi da Gabri che però si volta per non farsi vedere.

Perché?

"Non devi chiamare nessuno, George... e grazie! Piuttosto vai tu dal tuo tesoro e falle toccare vette altissime!" faccio allusioni che portano a diversi sghignazzamenti da parte dei due ragazzi.

"Vado, vado! E... mi raccomando voi due!"

"Qualcos'altro, padre?" recito ridendomela sotto i baffi.

"Scusa scusa!" dice, poi sento i suoi passi allontanarsi sempre di più, fino a diventare dei suoni impercettibili.

"Dicevamo?" chiede Gabriel, ora spoglio anche dei pantaloni.

Questa volta, però, sono io a non avere occasione per parlare perché il suono del mio telefono mi interrompe.
Senza guardare il display, rispondo.

"Pronto?"

"¿Diga? ¿Está Krystal?"*

"¿Papa?"

(*)Non studio lo spagnolo quindi non so se ho fatto bene.
Penso abbiate capito il significato, vero?
Sarebbe:
"Pronto?"
"Pronto? Sei Krystal?"
"Papà?"

Un'intrigante scommessaWhere stories live. Discover now