Prologo

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"Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più?
Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero.
Ci hai mai pensato?"
Luigi Pirandello

"Ciao, Yurika." Tenri Hiiragi, in alta uniforme e con la spada scintillante sul fianco, era di fronte a lei, pochi passi li separavano. La ragazza deglutì, ma non rispose. Tenri la osservava sorridente. "Non si saluta più?" Yurika rimase zitta. Sapeva perfettamente cosa stava per succedere e doveva essere pronta ad affrontarlo. Guardò la figura di fronte a sé, cercando di prevederne le mosse. Gli occhi dell'uomo si ridussero a due fessure. "Come al solito non hai niente da dirmi" "Perché scusa, mi ascolteresti?" "Sono un uomo impegnato. Non ho tempo di ascoltare i capricci di una ragazzina, a me interessano solo le cose veramente importanti. Per esempio..." "P-prestami il tuo potere!" ma la voce le tremava troppo. L'uomo rise. "Non sembri molto convinta, eppure... Potrei aiutarti." E sorrise maliziosamente. "Sei una nullità, non vali nulla e..." "So che non sei Tenri." "Questo l'avevo intuito." La figura dell'uomo si dissolse per lasciare spazio ad un'ombra nera. "Come cercavo di dirti, io posso aiutarti. Possiamo dimostrargli che anche tu sei degna di portare il nome della famiglia Hiiragi." Yurika ascoltò con attenzione, probabilmente era una trappola. "Non è per questo che voglio potere. Io... Lo voglio per difendermi da lui." Disse in tono risoluto. Vide due lampi cremisi illuminarsi nell'ombra. "Ho capito subito che c'era qualcosa di strano in te. Mi piaci. Ti presterò il mio potere, ma vedi di stare attenta, non sarà facile mantenerlo. Il mio nome è Kurena".

Yurika aprì gli occhi lentamente, il viso rigato dalle lacrime. "Bene. Ce l'hai fatta." La voce di Guren la riportò alla realtà. "Ora potrai ufficialmente entrare nella compagnia demoniaca della luna." Ma non c'era troppo entusiasmo nella sua voce. Yurika si sedette guardandosi intorno. "Bravissima!" le urlò Shinya. "Vado a dirlo a Kureto!" E sparì. "Se n'è andato quasi subito, avrà..." "Dai, Guren. Lo immaginavo." Poi abbassò lo sguardo sulla sua arma. Una spada rossa come il sangue, l'impugnatura nera come la pece decorata da pietre preziose e terminante con una sfera cristallina. Storse il naso ripensando alle parole del demone. "Adesso con quella potrai uccidere i vampiri, non sei contenta?" Fissò gli occhi viola di Guren e annuì, cercando di sembrare il più convincente possibile. "Secondo te cosa dovrei fare ora?" Chiese con incertezza Yurika. "Probabilmente ti convocherà." E se ne andò anche lui.

Lei rimase sola in quella stanza. Si guardò intorno osservando le armi che la circondavano. Ce n'erano di tutti i tipi e di tutte le forme: spade, lance, archi, poi alcune dalle forme strane che non riusciva a identificare. Tutte armi che potevano uccidere i vampiri. Rabbrividì. Ora anche lei sarebbe stata costretta ad andare in giro a ucciderli. Immaginò la lama della sua nuova spada coperta di sangue, un conato di vomito le salì dallo stomaco. Sospirò. Non avrebbe comunque potuto fare nulla. In quanto membro della famiglia Hiiragi, ma sopratutto in quanto figlia di Tenri Hiiragi, era tenuta ad avere una posizione all'interno dell'esercito. A nessuno importava del fatto che lei non volesse farvi parte, che lei non volesse impugnare una spada per uccidere, anche se si trattava di vampiri. A Tenri non importava quali fossero i suoi pensieri e tutte le volte che la ragazza provava a parlarne, lui neppure l'ascoltava. L'unica cosa che era riuscita a fare era rimandare l'esame per ottenere l'arma demoniaca, ma anche lei sapeva che non poteva andare avanti in eterno. Più che altro la pazienza di Tenri aveva un limite e la ragazza l'aveva superato da un pezzo. Per questo quella mattina le sue mille scuse non erano servite a far cambiare idea all'uomo. Così si era trovata, tremante di paura, in quella famigerata sala. Tenri aveva insistito affinché lei, una Hiiragi, possedesse un'arma di livello superiore, insistendo sul fatto che fosse impossibile che fallisse nell'impresa. "Su questo aveva ragione." Sussurrò a sé stessa. Anche se un'altra domanda le occupava la mente. Che tipo di arma sarebbe stata? Materializzazione o possessione? Sperava con tutto il cuore che si trattasse di materializzazione, ma qualcosa le diceva che non era così. Facendosi coraggio la prese con una mano, si sollevò e uscì da quell'inferno.

Shinya Hiiragi bussava alla sua porta. "Ah, non eri ancora tornata." Le disse sorridendole, poi puntò lo sguardo sulla sua lama. "Wow, Yurika, quella spada sembra fantastica! L'hai scelta per imitare il tuo fratellone, vero?" Yurika storse il naso. Come se volesse imitare il fratello. "Bé... No... Mi piaceva" Shinya le sorrise. "Senti, adesso che possiedi l'arma Tenri vorrebbe parlarti." Un brivido freddo le attraversò la schiena, poi annuì. Il biondo l'accompagnò continuando a parlare della compagnia della luna, ma lei non vi prestava molta attenzione. Shinya la lasciò e lei, dopo aver preso un respiro profondo, entrò nella stanza. "Buongiorno, padre." Con la coda dell'occhio intravide la figura del fratello. "Kureto" "Siediti pure, Yurika." La ragazza obbedì all'ordine del padre. "Sono contento, finalmente anche tu hai un'arma. Kureto si occuperà del tuo addestramento. Inizierete domani. Poi decideremo come e quando sarai attiva all'interno dell'esercito." Ci fu un attimo di pausa. "Sei una Hiiragi, mi aspetto grandi cose da te. Segui l'esempio di tuo fratello." "È in buone mani." Disse Kureto. Yurika guardò Tenri Hiiragi negli occhi. "Non si preoccupi. Darò il meglio di me, padre." Sapeva perfettamente che, d'ora in avanti, la sua vita sarebbe stata tutt'altro che facile.

Spero di aver quantomeno incuriosito qualcuno con questa storia e, se vi va, potete commentare e farmi sapere cosa ne pensate!
A presto ❤

A questo link
http://jokerpirate.deviantart.com/art/Yurika-Hiiragi-643191057
Potete trovare un disegno di Yurika se vi interessa... Ho provato a mettere l'immagine a inizio capitolo, ma mi sono resa conto che non la faceva vedere... 😥

31/10/2016

Guilty All The Same Where stories live. Discover now