27 - uno scorcio nel passato

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Raccontare non fu facile per Ferid. Non l'aveva mai fatto prima d'ora. Non era mai arrivato al punto da voler condividere parte della sua vita con qualcun altro, forse perché non aveva mai pensato che una persona potesse mai interessarsi alla sua esistenza, soprattutto dopo l'esperienza avuta con Saito, il vampiro che l'aveva condannato all'immortalità. Il giorno in cui era entrato nella sua vita questa aveva preso una nuova piega inaspettata portandolo ad ottenere quell'immortalità che tanti esseri umani bramavano possedere. Troppo presto era però sparito il dorato luccichio di questa nuova vita, affievolendosi fino ad esaurirsi del tutto. Saito era un vampiro molto forte, ma, soprattutto, abile nell'arte oratoria e nella manipolazione. "Un po' come me!" Commentò Ferid con una certa nota di rammarico. Diceva di aver visto in lui qualcosa che poteva tornargli utile per i suoi piani, per Saito era poco più di una pedina da sfruttare all'interno di quel grande scacchiere sul quale prendeva forma il suo piano. Di cosa si trattava? Una sorta di rivalsa contro colui che l'aveva generato, il così detto vampiro primogenito, l'essere più forte di tutti. Questo bastava a generare il giusto quantitativo di adrenalina nel corpo del fresco vampiro Ferid. Ma vi erano anche altri aspetti che presto vennero a galla. Era diventato un vampiro, un mostro che aveva bisogno di sangue umano per poter sopravvivere, un mostro che viveva a discapito della vita altrui. Certo non era mai stata una persona troppo incline al sentimentalismo e all'amore verso il prossimo, eppure... Eppure avere la coscienza sporca porta anche un peso e, per quanto potesse essere minimo, sempre di un fardello si trattava. Inoltre nelle prime fasi dopo la trasformazione i sentimenti umani occupano un ruolo molto importante all'interno della psiche di un vampiro, riuscendo ancora a esercitare un qualche tipo di pressione. Dopodiché le cose iniziano lentamente a cambiare. I sentimenti umani si affievoliscono per lasciare posto all'indifferenza. Se inizialmente si può provare rimorso per un essere umano, col passare del tempo prevale la natura mostruosa da predatore, ma non solo quello. Si inizia a fare i conti con la noia. Inizia una spasmodica ricerca per vincere questa noia. Una condizione che non si è scelta, ma che è stata imposta. Anche la condizione di mostro al quale non può essere concessa alcun tipo di salvezza.

Ecco cos'era diventato. Un essere maledetto che nessun Dio avrebbe potuto redimere, non vi era perdono che potesse attendere un vampiro. Tutte le possibilità di salvezza erano sfumate nel momento in cui lui aveva accettato questo patto col diavolo per ottenere la vita eterna. E se neppure Dio era in grado di aiutarlo, allora come poteva sperare che un essere umano mostrasse compassione nei suoi confronti? Non sarebbe mai successo, non poteva succedere. Un vampiro era visto come un mostro senza il benché minimo scrupolo, senza sentimenti, una creatura il cui cuore aveva smesso di battere, il cui calore si era spento per sempre. Ferid ben presto si era reso conto di questa maledizione alla quale era stato condannato. Per quale motivo? Quali erano le azioni che aveva commesso per meritarsi questo? Ancora non aveva trovato una vera risposta al quesito. L'unica cosa che aveva imparato era che l'amore e l'amicizia gli sarebbero stati per sempre preclusi. Forse era anche questo che portava a quel lento cambiamento nella psiche di un vampiro, la consapevolezza di poter suscitare nell'altro solo paura e angoscia lo portava ad agire di conseguenza. Gli altri lo vedevano come un mostro? E allora lui si sarebbe atteggiato secondo le loro aspettative. Così facendo si finiva col diventare veramente mostri. Non si dava più importanza ai sentimenti umani. Si agiva seguendo l'istinto e col tempo le emozioni venivano meno, fino al punto in cui uccidere qualcuno non portava ad avere alcun conflitto di coscienza. Un essere umano era visto esclusivamente come un succulento pezzo di carne col quale nutrirsi, nulla di più e nulla di meno. Questo inasprimento delle emozioni sembrava quasi un decorso naturale. Eppure non sembrava vi fosse una vera e propria logica dietro tutto questo. Presto aveva iniziato a chiedersi per quale ragione fosse stato trasformato. Perché all'inizio sembrava esserci un filo conduttore dietro le manovre di quel padre vampiro Saito. Peccato che un giorno era sparito di punto in bianco senza dare spiegazioni all'altro. Fu in questo momento che provò per la prima volta l'amaro sapore del tradimento, quando sembrava ancora che le sue emozioni umane persistessero sotto la corazza glaciale. In quel momento aveva iniziato ad elaborare il suo contorto piano ai danni di quello che poteva considerare come una specie di padre. Verso quel vampiro che l'aveva costretto a quella vita. Il suo obiettivo divenne quello di trovarlo per eliminarlo. A che scopo avrebbe potuto chiedere la ragazza, ma Ferid continuò in maniera sorprendente, quello era un modo per dare un senso alla sua interminabile esistenza. Sapeva che ritrovare Saito per eliminarlo avrebbe richiesto tempo, fatica ed energia. Soprattutto quando realizzò che aveva bisogno di un piano efficace che potesse portare alla vittoria. La sua nuova intelligenza da vampiro non fece che aiutarlo nell'elaborazione di un piano sempre più contorto e complesso. Così lungo il suo percorso si era imbattuto nella possibilità della resurrezione per gli esseri umani. Onestamente a lui poco interessava riportare in vita qualcuno, ormai aveva passato la fase legata ai rimorsi e ai sensi di colpa, eppure ritenne la scoperta molto interessante e soprattutto utile. Sapeva quanto gli umani potessero diventare attaccati gli uni con gli altri, sapeva che molti di loro sarebbero stati disposti a fare qualsiasi cosa pur di rivedere un loro caro in vita. Queste considerazioni non erano da poco. Necessitava di tutte le risorse possibili per vincere la sua guerra personale. Quindi era per il vile scopo di sfruttare le persone che aveva creato e perfezionato nei secoli i suoi laboratori di contenimento e preservazione. Se fosse pentito di quello che aveva fatto? No, non provava il benché minimo rimorso. Si poteva quasi dire che li stesse salvando.

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