11-Ricaduta

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"Be careful who you trust, the devil was once an angel."

Da quando si trovava da Ferid il sonno di Yurika non era per niente tranquillo, molto spesso le capitava di svegliarsi, per poi stare con le orecchie tese ascoltando ogni benché minimo rumore, e sapere che il vampiro poteva entrare in qualsiasi momento non era confortante. Si sentiva sola e abbandonata. Le sarebbe piaciuto avere una finestra nella sua stanza e guardare il mondo all'esterno. Non l'avrebbe mai detto, eppure le mancava la luce del sole. Forse Ferid le avrebbe concesso di uscire in sua presenza, ma la ragazza aveva troppa paura a chiedergli così tanto. Per il momento sarebbe stato opportuno accontentarsi di quello che aveva. Anche perché sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto saldare il suo conto col vampiro. Si passò una mano sul collo e rabbrividì. Magari non avrebbe fatto così male. Sgranò gli occhi di scatto. Che cosa stava pensando? Sospirò. Forse era vero, in certe situazioni il cervello umano pensa solo alla sopravvivenza, ma Yurika non voleva cedere, non così facilmente.

Si preparò per l'ormai abituale lezione di pianoforte. Dopo il gentile consiglio di Ferid della settimana precedente circa il suo modo di vestirsi, la ragazza aveva iniziato a mettere vestiti meno 'anonimi', ma rigorosamente lunghi. Ferid nel frattempo attendeva con impazienza che la ragazza fosse pronta, oggi aveva in serbo qualcosa di nuovo per lei. Sentì la porta aprirsi e vide la ragazza prodursi in un mezzo sorriso. Ricambiò. "Ciao, pecorella." "Ferid." Ormai Yurika aveva imparato ad abituarsi a quel nomignolo con il quale il vampiro spesso si riferiva a lei. In altre circostanze avrebbe potuto considerarlo simpatico, ma lì non faceva altro che ricordarle il ruolo che giocava per lui. Lo stesso che aveva la pecora nei confronti del leone. L'unica differenza era che la pecora sarebbe stata uccisa dal leone, mentre lei avrebbe avuto la grazia di vivere, ma era solo una questione momentanea e alla fine anche lei avrebbe fatto la stessa fine della pecora. Mentre scendevano le scale che conducevano nel salone dove si esercitavano notò che c'era qualcosa di diverso. In un primo momento non capì di cosa si trattava, ma poi ci arrivò. Le tende alle grandi vetrate erano spostate e lasciavano entrare la luce nella stanza rendendola più luminosa e brillante del solito. Così, come se fosse stata attirata da una calamita, Yurika si avvicinò alle vetrate osservando il panorama all'esterno. Quello che vide non la sorprese, ormai sapeva che ci si poteva aspettare qualsiasi cosa da parte di Ferid. E uno splendido giardino pieno di fiori faceva evidentemente parte di ciò. Quasi rise di fronte a tanta bellezza, chi mai avrebbe potuto immaginare che quel paradiso terrestre appartenesse a un mostro?

Il vampiro l'aveva guardata mentre si incamminava a osservare il paesaggio, continuando ad osservarla per un lungo attimo, per poi decidersi a raggiungerla. Guardò anche lui il paesaggio, ma, quasi subito, voltò la testa nella direzione della ragazza. Yurika si girò e arrossì vedendo il vampiro intento ad osservarla. Si affrettò a voltarsi un'altra volta, ma il rossore non abbandonò il suo viso. Ferid sorrise. Era così carina. "Oggi avrei un'alternativa al pianoforte." La ragazza deglutì. Cosa le avrebbe proposto? "È una bellissima giornata. Potremmo fare una passeggiata in giardino." Yurika sorrise. "Devo prenderlo come un sì?" "S-sì, sì, ti prego." Si affrettò a rispondergli. "Allora seguimi." Non appena si ritrovò fuori la ragazza chiuse gli occhi e assaporò il calore del sole sulla sua pelle. I due si incamminarono, mentre il vampiro le spiegava i nomi dei fiori e delle piante. In un angolo del giardino, in mezzo all'erba, si trovava una panchina di marmo e chiese al vampiro se poteva andarci, ma si dimenticò di indossare i tacchi e, essendo abituata a camminare su un piano solido, venne sorpresa dal cambio di consistenza sotto i suoi piedi e per un attimo barcollò. Prima che potesse succedere qualsiasi cosa il vampiro si spostò e l'avvolse tra le sue braccia, sorreggendola. La ragazza si ritrovò contro il petto del vampiro e sentì i battiti del suo cuore aumentare, sollevò il viso, vedendo quello del vampiro a poca distanza dal suo. Per un lungo attimo i due continuarono a guardarsi. Il vampiro liberò la ragazza dalla sua presa, ma le porse comunque il braccio. "Forse è meglio che ti tieni mentre siamo sull'erba." Yurika arrossì ancora, ma poi decise di accettare il suo aiuto. Una parte di lei era felice di potersi in qualche modo stringere a lui. La faceva stare bene. Si staccò dal vampiro per prendere posto sulla panchina. Si guardò intorno osservando il giardino attorno a lei. Nel frattempo Ferid le si era seduto accanto. "È un giardino bellissimo, e si sta così bene qui fuori." "Davvero?" Chiese Ferid avvicinandosi maggiormente alla ragazza. "Sì." Sussurrò Yurika percependo lo spostamento del vampiro. Rimase immobile per un lungo momento, limitandosi ad ascoltare il rumore del vento. Poi, prese coraggio e si girò verso di lui, anche Ferid la stava guardando. Sollevò una mano accarezzandole la guancia. La ragazza sentì i battiti del suo cuore aumentare, anche Ferid avvertì questo cambiamento. Si chiese se fosse paura o altro. Abbassò il viso su quello della ragazza. Yurika sentì un forte calore alle guance e abbassò la testa, ma la mano del vampiro si spostò sotto il suo mento costringendola a sollevare il viso verso il suo. Deglutì. "Yurika..." Sussurrò il vampiro. Ci fu un ulteriore momento di silenzio, d'attesa. A un tratto Ferid sentì, in lontananza, il rumore del cancello che si apriva e si allontanò da lei. "Abbiamo visite!" Disse come se non fosse successo nulla, mentre Yurika si sentiva un po' scossa e turbata. La vicinanza col vampiro le aveva fatto provare qualcosa di strano, che non aveva mai sentito prima d'ora. Cosa voleva dire? Perché il vampiro le faceva questo effetto?

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