26 - Segreti nascosti

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Ferid rifletteva da giorni sulla questione, quasi senza venirne a capo. Da una parte si diceva che era necessario, che non aveva scelta, mentre dall'altra vi era un'irrefrenabile paura che lo attanagliava, impedendogli di decidersi completamente, ma ora il tempo dell'indugio era terminato. Era giunto il momento di agire, provando per la prima volta a esporsi completamente a un altro. Era pronto ad affrontare fino in fondo la scelta di stare con una ragazza e condividere con lei parte di un passato e presente forse difficilmente accettabili da qualcuno che non potesse capire le motivazioni che l'avevano spinto ad agire in un modo piuttosto che in un altro. Avrebbe provato a spiegare le sue ragioni, avrebbe provato a rendere la ragazza che amava partecipe dei suoi pensieri. Sperava che questo potesse aiutarlo a sentirsi più vicino alla giovane. Quasi rise di sé stesso. Mille anni di minuziosi preparativi fatti vacillare dal flebile calore di un' umana. Osservò l'orizzonte. Quanto aveva desiderato svegliarsi per poter risentire quel calore animargli il freddo corpo? All'inizio tante, anzi, troppe volte. Quei pensieri erano come una maledizione che continuavano a perseguitarlo giorno e notte. Poi si erano placati, lasciando spazio a ben altre macchinazioni della sua nuova, ancora più acuta, mente da vampiro che l'aveva portato ad elaborare un piano per meditare vendetta. Per avere quella giustizia che mai nessuno gli avrebbe dato. Aveva faticato secoli per costruire tutto quello che aveva, secoli per offrire agli altri una certa immagine di sé, secoli per studiare le mosse degli avversari, per capirli, rendendoli poi schiavi delle trame da lui ordite. L'unico tassello che si era scardinato da quella trama perfetta era Yurika. La sua Yurika, sua e di nessun altro.

"Ferid! Sono pronta!" Osservò la ragazza mentre si avvicinava. Sembrava veramente che stessero andando a fare una semplice gita di piacere e, obiettivamente, era così che aveva spiegato l'uscita alla ragazza. Una piacevole gita per diversificare la giornata, certo Yurika non poteva immaginare fino a che punto la giornata sarebbe stata piena di sorprese. A partire dall'auto sulla quale la condusse. Una splendida decappottabile. Almeno splendida agli occhi di lei. Gli unici mezzi di trasporto con i quali aveva avuto a che fare erano stati i furgoni dell'esercito. Non vedeva un'auto così dai giorni precedenti l'apocalisse.  "Wow" si limitò a dire. Ferid si avvicinò all'auto aprendole la portiera. "Si accomodi, milady." "Quanta galanteria." Il vampiro si limitò a sorridere, forse alla vista dei corpi la ragazza avrebbe visto le cose in maniera diversa. Sospirò andando a sistemarsi al posto di guida. "Pronta a farti scorrazzare dal tuo vampiro preferito?" La stuzzicò. Yurika annuì, in estasi per la nuova esperienza. Non che Ferid si fosse dilungato troppo su dove la stesse portando e per quale ragione, era stato piuttosto vago in merito. Anche se scoprire che il vampiro possedeva più di una casa l'aveva sorpresa. Che motivo aveva? Per quale arcano fine le utilizzava? Era curiosa, ma anche preoccupata. Nessuno poteva sapere a cosa stesse andando incontro. Ormai aveva capito che da quel vampiro poteva aspettarsi di tutto. Come la corsa a velocità spropositata per le strade. Più di una volta urlò alla pericolosità con cui Ferid percorreva le curve, ogni urlo seguito da una sincera risata. Anche lui rideva delle reazioni della ragazza. Forse tutto questo faceva parte del suo gioco. Una carica di adrenalina che scuotesse la giornata, per quanto poco lui potesse percepirla, ma era chiaro che per la sua ragazza le cose andassero in maniera completamente diversa. In fin dei conti era un'umana, era più che normale che il suo corpo reagisse in determinati modi. Chissà, magari poi sarebbe riuscita ad affrontare meglio quanto Ferid le stava per mostrare.

La villa iniziò a comparire all'orizzonte e Yurika l'analizzò incuriosita. Era maestosa, proprio come quella nella quale si trovavano di solito. A volte si sentiva vacillare di fronte a tanta ostentazione di sfarzo in un mondo desolato dalla distruzione. Appariva come un vuoto ornamento in una landa desolata. Ed, effettivamente, vi era un certo senso di desolazione che traspariva. Forse ciò era dato dalla posizione isolata della villa, eppure sentiva vi fosse dell'altro che contribuiva a dare quell'idea. Qualcosa nell'aria. Rabbrividì, attanagliata dal sospetto che Ferid non l'avesse semplicemente portata in quel luogo per una visita di piacere, doveva esserci dell'altro. Ma non riusciva ad immaginarsi cosa.

"Vieni, entriamo." Yurika seguì il vampiro cercando di non far trasparire le sue perplessità. Anche l'interno della casa era ostentatamente sfarzoso. "Sembra quasi impossibile pensare che tu possieda più case così." Il vampiro rise. "Fidati, non è questa la cosa più sorprendente qui dentro." La ragazza lanciò uno sguardo al vampiro. "Vorrei provare a mostrarti qualche mio segreto, piccola mia. Spero solo tu possa comprendere." Desiderò con tutto il cuore rispondere qualcosa, ma la sua bocca rifiutò di produrre alcun suono, la gola improvvisamente secca. Doveva essere felice che il vampiro avesse deciso di condividere qualcosa di importante con lei, era quello che desiderava in fin dei conti. Ma era pronta ad accettare la verità che le avrebbe presentato? Nessuno poteva saperlo. Ferid dal canto suo interpretò il silenzio della ragazza, evidentemente non aveva sbagliato a preoccuparsi del peso che le prossime rivelazioni avrebbero avuto su di lei. Ormai non poteva tirarsi indietro, doveva portare a termine l'impresa. Solo non poteva sapere se sarebbe uscito vincitore o sconfitto. Anche questo gli fece provare un certo brivido di adrenalina. Era solito essere certo del suo successo, mentre ora doveva considerare pure la variabile del fallimento.

Yurika rimase un attimo interdetta vedendo la porta che separava loro dai famosi segreti del suo vampiro. "Spero tu non sia facilmente impressionabile." E la invitò con un braccio a entrare prima di lui. La ragazza esitò, poi prese coraggio ed entrò, immaginandosi i peggiori scenari. All'inizio si guardò attorno confusa, faticando a capire in mezzo a cosa fosse capitata. Si avventurò titubante nella sala, guardando senza riuscire a vedere veramente quanto la circondava. Rabbrividì. Era circondata da corpi. Corpi umani contenuti in capsule. In file ordinate. Cadaveri. Si voltò a osservarne uno che la fiancheggiava. Si costrinse a calmarsi. Aveva visto le peggio cose da quando era scoppiata l'apocalisse e certo qualche cadavere non avrebbe dovuto impressionarla. Certo. Non aveva mai amato uccidere, neppure quando si trattava di schifosi vampiri. Abbassò lo sguardo.

Schifosi vampiri.

La voce del padre rimbombò, dura, nella sua mente. I vampiri sono mostri. E quella non era che una dimostrazione della cosa. Chi altri poteva arrivare a compiere un gesto simile? Questo quanto suo padre le avrebbe detto, le uniche spiegazioni che avrebbe formulato. Chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo e tornò a girarsi verso il suo vampiro. Era fermo. Impassibile. In attesa del suo verdetto. Sentiva i suoi occhi velarsi di lacrime mentre realizzò per la prima volta di non aver mai veramente abbracciato Ferid. Gli si avvicinò.

Il vampiro si limitava ad osservarla, immobilizzato dall'ansia. Erano lacrime quelle che le bagnavano gli occhi? Era tutto finito? Ma poi le braccia di Yurika si strinsero forte attorno al corpo del vampiro come mai aveva fatto. "Portami fuori di qui." Sussurrò la ragazza con voce spezzata. Ferid rimase col fiato sospeso, non del tutto in grado di capire cosa dovesse significare quanto stava succedendo. Accompagnò la ragazza fuori e chiuse la porta del suo laboratorio. "Erano veramente... Morti?" Chiese la ragazza in tono flebile. Ferid si limitò ad assentire. "Oddio." Yurika cercò di lottare contro il tremore che sentiva in corpo. Non era il momento di farsi prendere da ansie assurde. Certo, era una cosa pesante da mandare giù. Dire di amare qualcuno che collezionava cadaveri non sembrava essere una delle sue migliori trovate. Eppure, nonostante la vivida immagine appena vista le annebbiasse la mente, riusciva solo a pensare quanto dovesse soffrire qualcuno per giungere a compiere un tale gesto estremo.

Ma il suo silenzio si stava protaendo troppo, diventando quasi assordante alle orecchie del vampiro. "Yurika, ti prego. Parlami." "No, Ferid. Ora non tocca a me parlare. È il tuo turno. Mi hai mostrato tutto questo per un motivo, vero?" Il vampiro sospirò. "Sì. Volevo tu vedessi. Volevo tu potessi fare i conti con il mostro che sono." Ancora una volta Yurika fu assalita dal desiderio, anzi, dal bisogno di abbracciare il vampiro, ma non lo fece. Doveva prima sentire quanto aveva da rivelarle. "Sono pronta ad ascoltare qualsiasi cosa." "Allora iniziamo."

29/02/2020

Spero stiate tutti bene 💕

Guilty All The Same Where stories live. Discover now