7-Nuova Vita

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"Difficult roads often lead to beautiful destinations."

Yurika si strinse nelle calde e morbide coperte che l'avvolgevano. Aprì gli occhi percependo un lieve fruscio accanto a sé. Sgranò gli occhi e si sollevò di scatto, percependo una lieve fitta nel basso ventre. "Dovresti evitare certi movimenti bruschi." Yurika spostò lo sguardo sul vampiro seduto poco distante da lei mentre il suo cuore batteva freneticamente. "Dove siamo?" Chiese la ragazza con voce tremante. "A casa mia." Rispose tranquillo sorridendo. Yurika lanciò una breve occhiata accanto a sé per poi tornare a guardare il vampiro. Abbassò lo sguardo, notando che indossava ancora l'uniforme. "Pensi di riuscire a camminare?" Le chiese. Yurika annuì e si spostò per scendere dal letto, ma il tremito incontrollato del suo corpo non le garantiva un'ottima stabilità. Ferid notò subito tutto ciò e le si avvicinò. Yurika provò a indietreggiare. "Andiamo, Yurika. Non ho tutta la giornata, non ti faccio niente." E, prendendola in braccio, si incamminò. "D-dove stiamo andando?" Chiese la ragazza. "Nella tua stanza, mia cara... Eccoci arrivati." E la rimise a terra. Yurika si fece forza cercando di non cadere. Ferid aprì la porta. "Entra pure..." E, con riluttanza, obbedì. Il vampiro le accese la luce nell'istante in cui varcò la soglia e Yurika per un attimo dimenticò chi fosse, dove fosse e cosa stesse facendo. Quella cosa non corrispondeva per niente all'immaginario che aveva di stanza. Il sontuoso lampadario illuminava quattro rosse pareti. Di fronte a lei si ergeva un letto a baldacchino con delle coperte bianco-argentate. Nell'angolo alla sua destra si trovava un tavolino con due sedie e, accanto al letto, era appeso uno specchio, ma la cosa più singolare era la presenza di tre porte sulle pareti. Due si trovavano dalla parte del tavolino, l'una accanto all'altra, mentre l'altra si trovava di fronte alle altre due, sulla parete opposta. "Ti piace?" E rabbrividì sentendo le mani del vampiro posarsi sulla sua vita mentre le sussurrava la domanda nell'orecchio, ma non poté evitare di rispondere con un "È bellissima" ammaliata da quel luogo. "Bene." E il vampiro si allontanò da lei chiudendo la porta alle loro spalle. A questo punto la mente di Yurika riusciva ad analizzare solamente tre cose: era sola, in una camera da letto... Con un vampiro. Che cosa stava succedendo? Cosa voleva quel vampiro da lei? Il vampiro si avvicinò a una delle due porte. "Vieni." Le disse, invitandola ad avvicinarsi. "Naturalmente non mi sembra il caso che tu vada in giro con la divisa. Non dico che sia brutta, ma qui potrai trovare un sacco di cose interessanti, spero che siano di tuo gradimento." E aprì la porta rivelando una grande cabina armadio al suo interno. Yurika deglutì, confusa. Ferid sembrò ridere della sua espressione. "Qui invece c'è il bagno, usalo quando e come vuoi." E aprì anche quella porta. "È un bagno?" Chiese la ragazza. "Mi piacciono le cose belle." Rispose semplicemente il vampiro. Yurika analizzò la stanza: nell'angolo di sinistra c'era la doccia. Poco prima si trovava un mobile bianco con un enorme specchio. Il lato destro era invece occupato da una vasca scavata nel pavimento, ma la cosa più sorprendente erano le pareti e il pavimento: tutto rigorosamente coperto di marmo bianco. Le dava una sensazione di pace e tranquillità. Sì, si vedeva che Ferid apprezzava le cose belle. "Bene Yurika, ti faccio vedere un'ultima cosa prima di lasciarti." La ragazza si sorprese a quelle parole, pensava che il vampiro avesse altri progetti per lei, ma sarebbe stata felice di rimanere sola. Ne aveva bisogno. Ferid aprì l'ultima porta. Un'altra camera da letto, molto simile alla sua. Capì subito a chi apparteneva. Lanciò uno sguardo verso Ferid. Lui le sorrise. "Questa è la mia stanza. Così staremo più vicini e, in caso di necessità, basterà varcare questa soglia. Quindi, se ti servisse qualcosa, sentiti libera di venire da me." Yurika portò istintivamente una mano sulla croce. Impallidì rendendosi conto di non averla con sé. Il vampiro le sorrise, accarezzandole una guancia. Yurika rabbrividì. "Non mi piace l'idea che tu sia armata quando sei qui con me... Sai, non vorrei che ti venissero strane idee." Sospirò. "Ora devo andare, ho un incontro con la regina. Probabilmente tornerò tardi. Non provare a scappare. Sarebbe una pessima decisione." Chiuse la porta e se ne andò, abbandonando la ragazza a sé stessa.

Yurika pensò a quello che il vampiro le aveva appena detto, aveva ragione: non poteva scappare perché, se ci avesse provato, sarebbe sicuramente morta. Si avvicinò a una parete, appoggiandosi. Si fece scivolare in terra. Non poteva fare niente, era bloccata lì. Le lacrime iniziarono a scendere senza che potesse fermarle. Ora capiva cosa volesse dire essere in gabbia senza alcuna speranza. Soprattutto senza sapere cosa le sarebbe successo, sicuramente quel vampiro non l'aveva portata lì per niente. L'unica idea alla quale potesse pensare era che fosse diventata una sorta di "pasto" personale e forse non solo quello. Rabbrividì. Per un attimo si chiese se qualcuno si stesse preoccupando di lei, se qualcuno la stesse pensando. Ricacciò indietro quei pensieri e prese un profondo respiro. Era inutile pensare a certe cose nella sua situazione, perché la cosa migliore che potesse fare era cercare di abituarsi alla sua nuova condizione o, quantomeno provarci. Si sollevò dirigendosi verso il bagno. Ferid le aveva detto che poteva usarlo dunque, in teoria, non le sarebbe successo nulla di male. Anche se l'idea di dover restare nuda con il rischio che il vampiro entrasse in un qualunque momento non la rassicurava molto. Ma lui sarebbe tornato tardi, giusto? Chiuse la porta a chiave prima di buttarsi sotto il caldo getto della doccia, sapeva che una porta chiusa non l'avrebbe sicuramente fermato,ma, in questo modo si sentiva più sicura. Riuscì a rilassarsi e per qualche breve attimo anche a dimenticarsi dove si trovasse. Si sorprese di trovare tutto quello che le serviva: dal sapone alle salviette. Era difficile pensare che tutto questo era stato preparato da quel vampiro. Chissà perché lo faceva. In fin dei conti se voleva il suo sangue poteva benissimo sbatterla in un'umida e buia cella, magari legandola con delle catene e invece... L'aveva sistemata in una camera lussuosa, con un bagno e una cabina armadio piena di vestiti. E non qualche misero straccio, quelli erano dei bellissimi vestiti. Rimase un po' sorpresa di fronte a quel vasto assortimento. Non ne capiva il motivo. Era rimasta sorpresa soprattutto dalla loro varietà, lunghi, corti, eleganti, di ogni tipo, ma lasciò perdere quelli più corti e puntò su quelli più lunghi. La scelta ricadde su un lungo abito blu, molto semplice, con una fascia argentata in vita a renderlo più elegante e con una scollatura rotonda. Yurika scoprì che c'erano solo scarpe col tacco. Si sedette su un piccolo sgabello osservando un punto impreciso di fronte a sé. Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro. Sollevò una mano accarezzandosi il collo. Tutti i vestiti erano scollati. "Ti facilitano il lavoro..." Sussurrò mentre una lacrima scese lungo la sua guancia. Si riprese velocemente da quel breve attimo di disperazione e mise le scarpe. Uscì dalla cabina armadio, osservando con maggiore attenzione la stanza. La luce emanata dal lampadario non era brillante, ma soffusa e questo creava una strana sensazione in lei: da una parte rendeva il luogo tetro e dall'altra calmo, una strana contraddizione.

"Lo sapevo che senza quell'uniforme sarebbe stata un'altra storia." La ragazza sobbalzò, chiuse gli occhi e prese un profondo respiro mentre un brivido le attraversò la schiena. "Ti ho spaventata?" Chiese il vampiro. Yurika non rispose, limitandosi a girarsi nella sua direzione. Notò che non stava indossando il suo strano mantello, ma una semplice camicia nera. "Comunque sono appena entrato." Posò lo sguardo su di lei e le si avvicinò. Yurika indietreggiò involontariamente abbassando lo sguardo. Fu costretta a fermarsi contro il muro. Ferid posò una mano sulla parete, vicino alla testa della ragazza e, con l'altra mano, sollevò il mento di Yurika, che si ritrovò a guardarlo negli occhi. Deglutì. "Yurika, il tuo sangue è veramente delizioso." "È per questo che sono qui?" Chiese lei con titubanza, come se avesse paura di sentire la risposta. Ferid sorrise. "Presumo di sì..." Yurika si sarebbe voluta calmare, ma percepiva chiaramente i frenetici battiti del suo cuore ed era certa che non fosse l'unica a sentirli. Il vampiro si allontanò da lei. "Non ti preoccupare Yurika, non fa così male." Si soffermò per un attimo osservando gli occhi della ragazza. "E penso che aspetterò qualche giorno, non vorrei che ti facessi strane idee su di me e poi, vedi, mi piacerebbe molto che tu mi chiedessi di bere il tuo sangue. Sì, sarebbe una cosa bellissima, non trovi?" Yurika lo guardò scioccata, senza capire se fosse serio o se la stesse prendendo in giro. Come poteva pensare che gli avrebbe chiesto di bere il suo sangue? Era l'ultima cosa che voleva. "Non guardarmi così. Ora abbiamo un po' di tempo e vorrei farti vedere una cosa." Yurika lo guardò preoccupata e incuriosita. "Cosa?" Provò a chiedere. Ferid si stava già dirigendo verso la porta. "Lo scoprirai. Seguimi." La ragazza seguiva il vampiro per i sontuosi corridoi. La sua casa era enorme e bellissima, sembrava un palazzo più che una casa. Il vampiro si fermò di fronte a un'enorme porta di legno, si voltò un attimo per osservare Yurika, le fece un mezzo sorriso e si rigirò aprendo la porta. Poi tornò dalla ragazza, le prese una mano e la trascinò nella stanza. Yurika rabbrividì al freddo contatto, ma quello che le si presentò sotto gli occhi le fece dimenticare quel piccolo particolare perché, di fronte a lei, si estendeva la biblioteca più grande che avesse mai visto in vita sua.

02/04/2017

Guilty All The Same Where stories live. Discover now