9-Forse

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"Forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre delle possibilità, non certezze... Perché non cerca la fine, ma va verso l'infinito."
Giacomo Leopardi

Quando si risvegliò fu difficile stabilire quanto e se si fosse veramente riposata: non aveva avuto un sonno molto tranquillo. Soprattutto non aveva idea di che ore potessero essere, la sua stanza era immersa nell'oscurità e non uno spiraglio di luce traspariva da qualche parte. Rimase immobile cercando di percepire la presenza di qualcuno nell'ombra, poi si azzardò ad accendere la luce. Lanciò una breve occhiata alla stanza e sospirò, lieta di essere sola. Il suo sguardo fu attratto dal tavolino nell'angolo della stanza al di sopra del quale si trovava un vassoio contenente la sua colazione. Questo significava che qualcuno era entrato nella stanza mentre lei dormiva e sapeva che quel qualcuno altri non poteva essere che Ferid. Qualcosa le diceva che il vampiro non avrebbe permesso a nessun altro di avvicinarsi a lei, le era chiaro di essere diventata una sorta di possedimento personale e che gesti come il portarle la colazione erano degli stratagemmi utilizzati dal vampiro per ingraziarsela per poi portarla a fare quello che più desiderava. Yurika ne era disgustata, questo poteva essere definito come quel genere di trattamento che si riserva ad un animaletto da compagnia, anche se il suo era più il caso dell'animale da ingrasso.

Si spostò al tavolino pronta a gustare la colazione. Mentre mangiava la sua mente fu improvvisamente attraversata da un altro pensiero: sapeva che un giorno o l'altro, molto probabilmente più prima che poi, avrebbe permesso al vampiro di bere il suo sangue. E non l'avrebbe fatto perché lo desiderava, ma per seguire quel suo stupido istinto di sopravvivenza, eppure quello che attanagliava la sua mente era altro. Cosa sarebbe successo se il vampiro si fosse stufato di lei? Non era molto difficile da immaginare: l'avrebbe uccisa, probabilmente dissanguandola. Mandò giù a fatica l'ultimo pezzo di cibo che aveva in bocca. Si morse un labbro guardandosi intorno. Quanto avrebbe resistito prima di impazzire in quel buco? Si alzò dirigendosi verso il comodino, dove accarezzò con le dita della mano la copertina del libro che aveva preso nella biblioteca del vampiro. Sospirò ricordandosi che leggerlo era l'unica cosa che poteva fare. Tornò al tavolino, immergendosi nella sua lettura.

"Buongiorno, mia pecorella." Yurika rabbrividì sentendo il fiato del vampiro sul suo collo. Mollò il libro di scatto. Avvertì la figura del vampiro spostarsi e lo osservò con la coda dell'occhio mentre si sedette sulla sedia di fronte a lei. Sollevò lentamente lo sguardo su di lui. Ferid la guardava divertito. Si sentì mortificata. "Oh... Andiamo, Yurika. Non guardarmi così. Che ti piaccia o no dovrai abituarti alla mia presenza. E cerca di stare attenta quando maneggi i libri. Sono tutti tomi preziosi ai quali tengo parecchio. Se fosse caduto non ne sarei stato contento, sappilo." Yurika rimase un attimo in silenzio. "Sei stato tu a portarmi la colazione?" Chiese. "E chi altri?" Le sorrise. "Sei molto carina mentre dormi." La ragazza arrossì. "Posso chiederti una cosa Yurika?" Lei lo guardò stupita. "Perché tieni i capelli raccolti? Te l'ho già detto: ti stanno meglio sciolti." "Li preferisco così." "Peccato." Sussurrò il vampiro. Ferid tornò a fissare la ragazza che, puntualmente, abbassò lo sguardo. Le faceva comunque paura nonostante fosse abituata a scontrarsi con dei mostri come lui molto spesso. Si soffermò ancora una volta sul suo collo, passandosi la lingua sulle zanne, desideroso di affondarle nella sua carne. Non mentiva quando diceva che il suo sangue era delizioso, anche se doveva ammettere che l'effetto che aveva su di lui era molto diverso da quello che aveva immaginato. Solitamente preferiva il sangue di persone più giovani, di bambini in particolare e, per quanto il sangue di una ragazza potesse essere appagante, non l'aveva mai preferito a quello di un bambino, mentre ora ci avrebbe volentieri rinunciato pur di avere quello di Yurika. Pur di poter affondare i suoi denti nel suo morbido collo, ma non solo quello. Avrebbe volentieri fatto altro con lei. D'altronde non poteva negare che fosse attraente, era un vero peccato che avesse scelto di indossare un vestito così coprente. Sospirò costringendosi a frenare questi pensieri. Non doveva correre troppo o anche lui avrebbe rischiato di perdere la sua compostezza. Sapeva che ogni cosa sarebbe arrivata a suo tempo e che la pazienza lo avrebbe sempre premiato. Yurika iniziava a sentirsi particolarmente a disagio: era da un po' che Ferid continuava a fissarla senza dire nulla ed era certa di essere diventata rossa in viso. Probabilmente si divertiva a vederla così, completamente impotente. Continuò a fissarsi le mani, sperando che quell'imbarazzante situazione finisse il prima possibile. "Come va la lettura del libro, lo trovi interessante? Hai trovato quello che stavi cercando?" "No... Cioè sì." Rispose la ragazza presa alla sprovvista. "Cioè?" Le chiese il vampiro gentilmente. "Scusa, volevo dire che il libro è molto interessante, ma non ho trovato quello che cercavo. Non ancora." "Non abbatterti, mia cara. Non puoi pretendere di ottenere tutto e subito, certe cose hanno bisogno di tempo, ma... Yurika mi faresti la cortesia di guardarmi mentre parlo?" La ragazza si affrettò a sollevare lo sguardo. "Oh. Così va meglio. Cosa stavo dicendo? Certo, posso sapere cosa speri di trovare?" Yurika sgranò gli occhi. Poteva veramente dirgli quale fosse il suo obiettivo? "È complicato." Disse semplicemente. "Prova a spiegarmelo." La spronò il vampiro. Yurika sospirò pensando che in fin dei conti non aveva niente da perdere. L'unica cosa che la preoccupava erano i pensieri del vampiro. Avrebbe mai creduto a quello che stava per rivelargli? "Vorrei liberare il mio demone." Ci fu un breve attimo di silenzio. "Temo di non aver capito bene." In realtà Ferid aveva capito benissimo, ed era proprio questo il problema. Forse la ragazza non intendeva quello che pensava lui. "Vorrei trovare un modo per liberare il demone dalla maledizione che lo lega all'arma..." "Tu sogni troppo. Non è possibile fare una cosa simile." Stava solo cercando di rendere la ragazza più reattiva. "Ci dev'essere un modo." "E se non ci fosse?" Le ultime parole del vampiro suonarono come una sentenza di morte nel cuore di Yurika. Ferid notò il repentino cambiamento nella ragazza. La luce che poco prima le illuminava gli occhi si era spenta. Doveva approfittarne. "Perché vorresti fare una cosa del genere? Che cosa ci guadagnerai?" Yurika si sorprese nuovamente della domanda rendendosi conto che si trattava della prima volta che parlava dell'argomento con qualcuno che non fosse Kurena. "Che cosa c'è di sbagliato?" Chiese esitando. Tutto. Pensò Ferid. "Non hai risposto alla mia domanda." Yurika si morse un labbro. "Non è giusto che sia imprigionata in quella spada." "Ma è un demone." Osservò il vampiro. "È quello il posto che gli spetta." Ma la risposta della ragazza lo scioccò. "Quindi non avresti nulla da dire se diventassi un demone e fossi improvvisamente intrappolato? Se ci fosse anche una sola piccola possibilità... Non vorresti scappare?" Yurika si ricordò troppo tardi che sarebbe stato meglio per lei non avere problemi col vampiro, ma questa volta fu lei a rimanere sorpresa alla risposta che ricevette dal vampiro. "Di chi stiamo parlando, Yurika?" Per un attimo la ragazza giurò di aver visto lo sguardo del vampiro addolcirsi. "Del demone..." Ferid le sorrise. "Sei sicura che tu non stia parlando di te? Che non sia tu quella che volesse fuggire?" E il cuore di Yurika perse un battito a questa affermazione e per un lungo istante non smise di guardare il vampiro negli occhi. Ferid sorrise, più a sé stesso che alla ragazza, questa era la conferma che avesse centrato il punto. Ed era certo che Yurika non si aspettasse qualcosa di simile da parte sua. In realtà la ragazza non ci aveva mai pensato, non le era mai capitato di vedere la sua situazione sotto questa luce. "E da che cosa sarei dovuta fuggire?" Chiese con la voce ridotta a un debole sussurro. "Questo dovresti spiegarmelo tu, Yurika. Io non posso certo saperlo." Rispose Ferid con voce vellutata. Yurika arrossì, ma cosa stava facendo? "E invece com'è stata la tua prima notte qui? Hai dormito bene?" La ragazza lo guardò per l'ennesima volta con sorpresa. Perché quell'improvviso cambio di soggetto nella conversazione? Per accontentarlo produsse un mezzo sì di risposta. Ferid si deliziò osservando la faccia desolata della ragazza, ma era anche contento di essere riuscito a fare dei passi avanti nella conversazione con lei, era contento che la ragazza si mostrasse in un qualche modo collaborativa nei suoi confronti. Almeno Yurika cercava di mantenersi calma, mentre solitamente le sue vittime erano troppo spaventate per parlare o per contraddirlo, mentre con lei le cose stavano andando in maniera diversa. Per un attimo si chiese se sarebbe riuscito a renderla tremante di paura e conseguentemente obbediente e servizievole. Sperava di riuscire il prima possibile nell'impresa perché il desiderio di affondare i canini nel suo collo era particolarmente impellente. Chissà, forse perché questa volta avava già avuto modo di assaggiare il delizioso liquido che fluiva nelle vene della ragazza. Peccato che fosse durato così poco. "Forse il letto è scomodo?" Azzardò il vampiro, pur sapendo che il letto era l'ultimo dei problemi per la ragazza. "No..." Sussurrò Yurika. "È per colpa mia, allora?" Yurika si morse il labbro, sembrava che Ferid si rendesse quantomeno conto delle sue difficoltà e a quel punto iniziò a sorgerle un dubbio. Il vampiro non solo sembrava capirla, ma più che altro sapeva come comportarsi con lei. Sapeva cosa dire al momento giusto. Sempre. Evidentemente era abituati a queste situazioni, questo poteva voler dire che prima di lei potesse avere avuto altre 'vittime'. Rabbrividì al solo pensiero. "Mia cara, tutto bene? Mi sembri impallidita." "Ci sono state delle altre?" Yurika vide lo sguardo di Ferid indurirsi per un breve attimo e nonostante la cosa fosse durata poco più di una frazione di secondo, le si era gelato il sangue nelle vene, ma Ferid era tornato subito alla sua solita facciata. "Ovviamente." La calma con cui pronunciò quella parola disarmò completamente la ragazza. "E che cos'è successo a loro?" Il vampiro pensò un attimo prima di rispondere. "Vedi, Yurika, purtroppo si può rimanere vittime di spiacevoli incidenti..." La ragazza inorridì comprendendo il significato di quelle parole. "Che potrebbero capitare facilmente anche a me." Sussurrò, ma era più rivolto a sé stessa che al vampiro. "Oh, ma non è detto, sai? Dopotutto nessuno può prevedere come andranno le cose, ma io sono convinto che andrà tutto molto bene tra di noi." La ragazza deglutì, per niente d'accordo con le parole del vampiro. Come sarebbero potute andare bene le cose tra di loro? In fin dei conti era solo un giocattolino nelle mani di un mostro. "Forza. È ora di smetterla di pensare solo negativamente. Oggi ho la giornata libera. Ti porto a fare un giro completo della casa, che ne dici, pecorella?" "Non ho scelta." Rispose sconsolata.

Il vampiro la condusse nella maggior parte delle stanze della casa e notò che, come nella sua stanza, molti altri luoghi della casa erano privi di finestre e, dove c'erano, erano nascoste dietro spesse tende. Yurika aveva pensato che fosse piuttosto strano avere una biblioteca grande come quella che aveva visto il giorno prima, ma quel posto aveva altre sorprese in serbo. Al primo piano, dove si trovava la sua camera, erano dislocate una serie di camere da letto e il vampiro le spiegò che servivano a ospitare i suoi ospiti, anche se capitava di rado che qualcuno si fermasse. Mentre camminavano Ferid aveva spostato un braccio sulle spalle della ragazza, lasciandola stupefatta. Come si permetteva? Lanciò una breve occhiata al vampiro e Ferid abbassò i suoi occhi rossi su di lei. "Tutto bene?" Yurika abbassò lo sguardo. "Preferirei che tu... Non..." Sentì la mano del vampiro staccarsi da lei per riposarsi sulla sua vita. "Va meglio così?" Le sussurrò nell'orecchio. Un brivido freddo le attraversò la schiena. "Preferirei che tu non mi toccassi." "Ti dà così tanto fastidio?" "Un po'." E si morse un labbro, sperando che il vampiro non si arrabbiasse troppo. Ferid allontanò contro voglia l'arto dal corpo della ragazza. Yurika fece un respiro di sollievo. "Grazie." Yurika non amava molto questo genere di cose, forse perché non era abituata al contatto con altre persone, soprattutto se si trattava di qualcuno dell'altro sesso. La metteva in agitazione e, in un certo qual modo, le dava fastidio. D'altronde non era esattamente abituata a essere 'toccata'. Il vampiro continuò il giro della casa cercando di non badare a quell'episodio, anche se a lui non era sembrato di far nulla di male.

Portò la ragazza al piano di sotto facendola scendere dalla grande scala che conduceva al salone d'ingresso spiegandole che si trattava di una sala da ballo nella quale, in un angolo, si trovava un pianoforte. Yurika rimase attratta dallo strumento e si chiese se il vampiro sapesse suonarlo. "Ferid?" "Dimmi." "Sai suonarlo?" "Ovviamente. E so anche ballare. Magari ti posso insegnare un giorno. Potrebbe essere divertente." La ragazza lo guardò di sottecchi. Non si aspettava che un vampiro sapesse fare cose così 'raffinate' come ballare e suonare, ma la sorpresa più grande l'ebbe quando il vampiro, dopo averle mostrato un'enorme sala da pranzo la portò in cucina. "Se vuoi qui puoi dedicarti alla cucina." "Oh..." Sussurrò Yurika. "Non so se sia una buona idea." Ferid ridacchiò. "Fammi indovinare? Non sai cucinare?" La ragazza arrossì. "In realtà non ho mai provato..." "Non ti preoccupare, pecorella mia. Ci sono qui io per questo." Questo sì che l'aveva sorpresa. Un vampiro che sapeva cucinare, chissà cos'altro nascondeva. Forse, in fin dei conti, Ferid non era così disumano come credeva.

14/05/2017

Guilty All The Same Where stories live. Discover now