20 - Allenamento

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Yurika si risvegliò sentendo attorno a sé le braccia del vampiro, pensando inevitabilmente che era stata la prima notte in cui aveva condiviso il suo letto con qualcuno. Le faceva strano pensare che questo fosse successo proprio con Ferid, un vampiro, un mostro che avrebbe dovuto essere suo nemico e niente di più. Le veniva naturale chiedersi cos'avrebbero pensato i suoi vecchi compagni di lei, Kureto e anche suo padre se avessero saputo quello che stava facendo. La risposta, purtroppo, non era per nulla difficile da immaginare. Non solo si era fatta catturare, ma intratteneva rapporti più che amichevoli con il nemico. Per giunta senza secondi fini. Sarebbe stata considerata una traditrice e per queste sue "colpe" perseguitata. Sapeva che il padre non le avrebbe mai perdonato un comportamento simile, mai. Nonostante tutto il suo cuore l'aveva portata a innamorarsi di quel vampiro che riusciva a farla sentire importante dandole delle attenzioni speciali, quelle attenzioni che prima d'ora nessuno le aveva mai dedicato. Forse era per questo che non sentiva la mancanza di quella sua vita passata che ora le sembrava così lontana. Non poteva negare di non avere più nulla che la legasse al passato, ma ora aveva anche Ferid. Era il suo presente e il suo futuro. E lei riponeva la sua fiducia in lui, in quelle forti braccia che la facevano sentire protetta.

Erano secoli che Ferid non passava una notte così serena, quasi dimentico di tutte le preoccupazioni che presto sarebbero arrivate. Forse anche per questo le aveva chiesto così presto di poter quantomeno dormire insieme, doveva e voleva godersi i suoi momenti di tranquillità con Yurika. Dopotutto un po' di serenità la meritava pure lui, non l'aveva scelta lui quella vita, diventare un vampiro non era certo stata una sua decisione. Stringeva ancora Yurika tra le braccia trovando conforto nel calore emanato dal corpo della ragazza, calore che lui ormai aveva perso per sempre. Per lui che era un freddo vampiro il contatto con un corpo umano era sempre stato una sorta di evento quasi affascinante perché sanciva la netta differenza tra cos'era stato e come aveva vissuto e la sua attuale condizione paradossale di morto ancora in vita, tra la sua precedente vita da essere umano e quella attuale dov'era condannato a vivere per l'eternità. Chiuse gli occhi ascoltando il respiro regolare della ragazza. Forse poter passare l'eternità così non gli sarebbe dispiaciuto. Percepì il corpo della ragazza muoversi appena tra le sue braccia. "Hai dormito bene?" Le chiese con dolcezza. "Sì" sussurrò Yurika in risposta. Ferid la strinse a sé. "Ho in mente un sacco di cose nuove per la giornata." "Già di prima mattina?""Oh, credimi, sarà interessante."

Poco dopo i due si trovarono in un cortile del giardino. Ferid non le aveva ancora rivelato le sue intenzioni per la giornata, ma Yurika aveva notato qualcosa di veramente singolare che non fece altro che portarla a pensare a diverse alternative, infatti il vampiro aveva portato con sé la sua spada. Da quando si trovava con lui era la prima volta che aveva modo di vederlo girare con l'arma, anche per questo non riusciva a indovinare quali potessero essere i piani del vampiro. Kurena aveva avanzato una sua ipotesi. "Si sarà già stufato di te e avrà deciso di farti fuori." Le aveva sussurrato, ma il tutto in tono abbastanza scherzoso. Yurika non credeva che Ferid potesse arrivare a farle una cosa del genere. Soprattutto perchè era abbastanza certa che se la sua vita fosse finita a causa del vampiro, sicuramente non sarebbe successo per colpa di una spada. "Ferid, perché hai quella spada?" Per tutta risposta lui la sguainò. "Vorrei vedere cosa saresti in grado di fare contro di me, mia cara." Yurika sgranò gli occhi, chiedendosi se non si trattasse di uno scherzo. "Ferid..." "Forza, prendi la spada Yurika. Non sto scherzando." La ragazza ebbe un momento di panico. "Sai perfettamente che non sono neanche lontanamente al tuo livello e anche se provassi..." "È questo che ti hanno insegnato nell'esercito? A gettare la spugna al primo ostacolo?" Il tono di Ferid fece gelare il sangue a Yurika. Era ben lontanto dall'essere un tono scherzoso, anzi. Era fin troppo serio. Il vampiro continuò il suo discorso. "Lo so cosa potresti dirmi. Che io sono un progenitore di settimo rango e tu un'umana e per quanto tu possa essere in possesso di un'arma della serie dei demoni neri non saresti mai in grado di tenermi testa. E sai una cosa? Hai perfettamente ragione. Il divario di forza presente tra di noi è spaventoso, mi basterebbe meno di un secondo per ucciderti. Non mi costerebbe il benché minimo sforzo. Sicuramente è impossibile riuscire a colmare questo divario presente, eppure vorrei aiutarti a migliorare e per farlo penso che sarebbe un'ottima idea allenarti. Certo, forse il rapporto che ci lega ora mi impedisce di combattere seriamente con te, ma , vedi, spero che grazie a me tu possa veramente diventare più forte. Perché dopotutto nessuno ci garantisce che io possa esserti sempre accanto per proteggerti e se ti tenessi in casa senza farti fare il benché minimo allenamento allora ho paura che tu ti possa, come dire... 'arrugginire'." Sospirò. "Ti voglio pronta ad affrontare qualsiasi tipo di situazione." Ci fu un attimo di silenzio da parte della ragazza mentre cercava di metabolizzare la cosa. "Quindi se ho capito bene hai deciso di allenarmi?" "Esatto." "Non credo di essere in grado di brandire una spada contro di te Ferid, non a questo punto." "Oh, neppure per difenderti?" E, senza preoccuparsi di aspettare che anche la ragazza si preparasse allo scontro si avventò su di lei. Yurika non ebbe il tempo di reagire. Si ritrovò con la schiena a terra, il corpo del vampiro sul suo e la spada conficcata nel terreno a pochi centimetri dal suo corpo. Chiuse gli occhi per cercare di calmare il battito del suo cuore. Ancora una volta aveva realizzato quanto fosse grande il divario di forza che c'era tra loro due. Forse era una cosa che ultimamente dimenticava spesso. Ferid sarebbe stato in grado di ucciderla con un minimo movimento. "Sei già morta ancor prima di iniziare seriamente." "Non mi hai dato il tempo di prepararmi." "Ecco come sono riuscito a rapirti con estrema facilità." Yurika aprì gli occhi. Ferid si alzò. "Preparati allora." La ragazza si sollevò prendendo la croce tra le mani e invocando l'indispensabile aiuto del suo demone. "Kurena..." Sentì la forza del demone penetrare dentro di lei. Pronta Yurika? Le sussurrò nella mente. Ancora una volta fu il vampiro ad attaccarla per primo, eppure la ragazza notò come stesse usando meno forza rispetto a quella usata nell'attacco precedente. Probabilmente stava cercando di ridimensionarsi per permetterle di non venire subito sconfitta, nonostante ciò riusciva a malapena a parare i suoi colpi. Le ci volle poco per trovarsi a terra stremata, al limite delle forze. Sentì il freddo metallo della spada del progenitore sollevarle il viso. Suo malgrado guardò verso la figura di Ferid che torreggiava su di lei. "Sei riuscita a reggere per un quarto d'ora buono. Non male come prima volta, sai?" " E quanto ti sei trattenuto per farmi raggiungere questo risultato?" "Non pensare a questo." Sussurrò allontanando l'arma dalla sua pelle. Yurika sospirò. Non era una bella sensazione. Il vampiro si abbassò al suo livello. "Sei riuscita a imparare a suonare il pianoforte e a ballare, vedrai che migliorerai pure nel combattimento." Questa volta fu Yurika a ridere. "Non credo che sia esattamente la stessa cosa." "Punti di vista, pecorella mia." Sollevò una mano accarezzandole il viso. "Anche se vederti così indifesa non fa altro che risvegliare i miei istinti di predatore." Fece scivolare la mano sui segni che i suoi canini le avevano lasciato sul collo. Qualcuno l'avrebbe potuto definire come un predatore intento a giocare con la sua preda e forse l'averlo fatto così tante volte in passato lo portava ad atteggiarsi in questo modo. Eppure vedere la ragazza succube di lui lo eccitava. Forse fin troppo. Notò come un lieve rossore avesse colorato le guance di Yurika, chiaro segnale di quanto il suo discorso stesse deviando. "Sono pur sempre un vampiro." Le sussurrò quasi a scusarsi. "Lo so, Ferid. Hai... Sete?" Chiese titubante, ben conscia che gli istinti dei quali parlava si riferissero anche ad altro. "Ho sempre sete di te Yurika, sempre." E le sue fredde labbra si posarono su quelle di lei. La ragazza chiuse gli occhi abbandonandosi a quel bacio. Sembrava così fuoriluogo paragonato a ciò di cui stava parlando poco prima il vampiro. Cos'erano diventati? Un predatore che uccide i propri istinti pur di baciare la preda e una preda che vota a lui la sua fiducia pur di godere di quel bacio. Che fosse un gesto sbagliato? Poteva essere definito giusto o sbagliato quello che stavano facendo, quello che erano loro due? Potevano veramente essere destinati a costruire qualcosa di nuovo insieme? Sarebbero veramente riusciti a sfidare le leggi della natura? Potevano veramente trovare un equilibrio due nature apparentemente così diverse tra loro?

21/12/2019

Guilty All The Same Where stories live. Discover now