Capitolo tredici - Izmajolovskaja Gruppirovka

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Mi tuffo sul divano ad L di casa Ivanov, massaggiandomi l'attaccatura del naso in un gesto nervoso, mentre tutti gli altri - a parte Karol, che rimane ferma come una statua di marmo appoggiata allo stipite della porta - prendono posto.


Jacob, ancora troppo eccitato dalla guida della favolosa a detta sua, macchina della bambolina viziata, lascia crollare il ragazzo di Robert su una poltrona, che in un batti baleno crolla in un sonno profondo. Nemmeno fosse un bambino di cinque anni. Mi meraviglio di come lui sembra il più normale in tutta questa situazione, fattasi all'improvviso incredibilmente surreale. Anche se dubito, dopo questi suoi coinvolgimenti - seppur non voluti - che non verrà preso completamente in causa.
È così, una volta che ne senti anche solo parlare, la tua vita è destinata a cambiare se non vuoi ritrovarti con almeno cinque uomini pronti a scaricarti un caricatore di pistola addosso. Ancora peggio nella situazione di Karol, che ha preso una svolta più che inaspettata.
Guardo Jacob sorridere radioso e sistemarsi al lato della rossa, e un moto infondato di stizza mi fa sbuffare, agitandomi sul posto.
Che poi, cosa diamine c'è di così eccitante di guidare una BMW? Sembra un rincoglionito, quando sorride così.
Fredrik, sembra per niente turbato nell'avere di nuovo a casa sua un potenziale nemico, e mi domando se in realtà non sappia qualcosa in più di noi, molto probabile dato che non ha ancora rotto qualche mobile.
Si mette proprio al centro del salotto, con le braccia conserte e lo sguardo pensieroso, proprio come fa di solito durante le nostre riunioni.
Katherine si siede accanto a me, con la coda dell'occhio la vedo guardarmi male e sono quasi tentato di alzare gli occhi al cielo - proprio come farebbe la bambolina viziata - dato che continua a farlo da quando ho preso in braccio Karol.
Merda! Si può sapere cosa mi è preso?!
Effettivamente, prenderla in braccio non era nei programmi anzi, tutt'altro. Mi ero prefissato e costretto a starle lontano, e mi era riuscito bene fin quando non l'ho vista al Black Hole.
Deve aver fatto qualche tipo di incantesimo o qualche stronzata del genere, che mi fa perdere la percezione di quello che consideravo me stesso, perché guidato da un gesto di stizza non ho riflettuto, avvicinandomi più del dovuto, preoccupandomi più del dovuto.
Mi viene quasi dal ridere al pensiero: io, Nikolas, che non mi sono mai - e dico mai - preoccupato del destino degli altri, quando ho visto Jònar guardarla come se avesse voluto divorarla pezzo a pezzo, ho visto a chiazze rosse.
È scattato in me un senso di protezione che non avrei mai pensato di possedere.
La osservo guardingo e anche un po' risentito.
Cosa ha di così tanto speciale?
Certo, non si può certo negare che è una bella ragazza - molto bella - e nemmeno che fa uscire parti di me che non riesco minimamente a controllare, come la rabbia e la frustrazione, perché non tiene mia quella dannata bocca carnosa chiusa. Non si fa abbindolare come le altre, come Katherine e in cuor mio quando mi ha detto di essere diversa dalle altre, sapevo che aveva ragione. Ha qualcosa di speciale.
"Quindi, penso tu sappia perché sei qui."
Fred si rivolge direttamente a lei, senza alcun astio nello sguardo.

Sì, c'è decisamente qualcosa di diverso.

Lei sembra notarlo, e si irrigidisce un po' di meno buttando uno sguardo veloce verso l'amico addormentato.
Adesso che non hai il sostegno del tuo migliore amico, come gestirai la cosa, bambolina?
Robert da una veloce occhiata supplicante a Fredrik, che annuisce impercettibilmente.
Gli sta dicendo di andarci con i piedi di piombo. Ma perché?
"Suppongo di sì."
Karol alza le spalle, cercando di mantenere un'espressione neutrale, esattamente come sta facendo Fredrik, alla ricerca delle parole giuste.
E mi rendo conto, che il mio Leader e la bambolina viziata hanno una cosa in comune: tendere a nascondere le proprie emozioni agli altri, cosa che riesce bene - benissimo - ad entrambi.
Mi agito leggermente di nuovo, sentendo una brutta sensazione attanagliarmi lo stomaco. Non è da Fredrik temporeggiare.

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