Chapter 1

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"We watched
as our young hearts fade
into the flood"

Dean Lewis - Waves

É proprio vero che di solito siamo ciechi con le persone che amiamo di più. Ero stata cieca, cieca e stupida.

Pensavo che i giorni in cui il peso del mondo mi schiacciava a terra fossero finiti, ma la vita non è altro che un alternarsi di brevi pause di felicità e di lunghi periodi violenti, soffocanti, ingestibili.

Mi sentivo come se avessi dovuto costantemente ricordare a me stessa di respirare.

"Lena!" La voce di mio zio mi chiamò sopra il trambusto dell'aeroporto gremito.

Mi voltai verso di lui e stampai sul mio volto un piccolo sorriso, per fargli capire che non ero completamente a pezzi.

Mi venne incontro avvolgendomi fra le sue braccia ed io mi lasciai stringere. Mi era mancato.

"Allora, com'era Parigi?" Chiese prendo una delle mie due valige per aiutarmi.

"Magnifique, comme toujours." Risposi sfoggiando un sorriso e ripensando alla città a cui il mio cuore mal ridotto apparteneva.

Zio Ben rise leggermente.

"Hai passato un bel Natale?" Mi guardò con espressione sinceramente felice mentre ci facevamo spazio verso l'uscita.

"Si, sono andata a trovare papà." Forzai un sorriso. "E tu? Com'è stato il tuo Natale?"

"Bello. Gwen e Nash sembravano molto felici. Penso si siano ambientati nella nuova casa e nella nuova famiglia." Disse con sguardo che trasudava gioia. "Ma abbiamo sentito la tua mancanza."

"Avevo bisogno di staccare un po'." Ammisi uscendo finalmente nel clima gelido di Portland.

Fiocchi di neve cadevano copiosamente dal cielo grigio e l'aria fredda all'aroma di pino mi inebriò.

Tutto quanto mi ricordò il mio ritorno a Portland di qualche mese prima. Non c'era nulla di diverso, se non forse un graffio in più sul mio cuore stremato.
Avevo solo mio zio quando i primi di settembre misi piede di nuovo nella fredda città. Il 31 dicembre le cose non erano cambiate.
Nonostante una mano mi avesse offerto una prospettiva di risollevamento, quella si era chiusa proprio quando mi ero quasi abituata all'idea di stare bene.

Salii in macchina spazzando qualche fiocco dai miei capelli color sangue ed aspettai che mio zio caricasse le valige per poi salire anche lui e partire.

"Ti è mancata casa?" Chiese guidando lentamente nel parcheggio trafficato del Portland International Airport.

Non mi era mancata affatto. Sentivo come se fossi stata risucchiata di nuovo nel vortice.

"Un po'." Dissi per non fargli dispiacere.

"É venuto Grayson. Un paio di volte." Disse tossendo.

"A casa?" Sbarrai gli occhi.

"Si, gli ho detto che eri partita."

"Oh. E lui che ha detto?"

"Ha detto che sperava di poterti parlare. Magari alla festa dell'ultimo dell'anno, stasera?" I suoi occhi vagavano a scatti dalla strada a me speranzosi.

"Pensavo fosse arrabbiato con me." Ammisi guardandomi le mani arrossate dal freddo.

"Non so cosa sia successo, ma chiunque metta da parte l'orgoglio per parlarti merita un'occasione."

Portland 2 » Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora