Chapter 36

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"You've got my heart,
but I can't let you keep it"

Don't be a fool,
Shawn Mendes

"Lena!" Chiamò una voce nel mentre camminavo distrattamente verso scuola affiancata da Nash.

Mi voltai vedendo Daisy faticare ad accelerare il passo sui suoi tacchi alti.
Mi fermai affinché potesse raggiungerci guadagnandomi così un verso di frustrazione da parte di Nash.

"Buongiorno." Disse lei sorridendomi per poi spostare lo sguardo sul mio coinquilino e guardarlo come se avesse la peste.

"Buongiorno anche a te, Daisy." Rispose Nash sarcastico.

La ragazza fece una smorfia non degnandolo di risposta e tornò a rivolgersi a me.

"Ho capito cosa fare con Paige..." Iniziò lei.

Nash ci superò varcando l'ingresso della Roosevelt, visibilmente infastidito dalla presenza della sua ex ragazza.

"Scusami, Daisy, davvero, ma oggi non sono in vena."

"Chi é morto questa volta?" Domandò alzando gli occhi al cielo.

Mi girai di scatto verso di lei, scioccata dalle sue parole.

"Scusa, hai ragione. Non volevo. Sono una stronza." Disse alzando le mani.

Daisy era sempre stata velenosa, ma apprezzavo il fatto che stesse provando a cambiare.

Annuii facendole capire che, nonostante il commento fuori luogo, sapevo che non l'aveva fatto apposta.

Eravamo in un pauroso ritardo, così la spronai ad accelerare il passo ed entrare nell'edificio.

"Ferma." Disse portando un braccio di fronte a me per impedirmi di immettermi nel corridoio del piano terra.

"Cosa c'è?" Dissi voltandomi verso di lei con sguardo confuso.

Lei mi fece cenno di stare in silenzio e di ascoltare.
In fondo al corridoio Paige e Nash stavano parlando e non sembravano affatto amichevoli.

"Non ti azzardare a parlare." Disse Paige con rabbia.

"Altrimenti?" Disse Nash avvicinandosi minacciosamente a lei.

I miei occhi saettavano da una figura all'altra mentre li spiavo da dietro l'angolo di un corridoio vuoto.

"Non ti crederebbe nessuno, comunque."

"Loro lo sanno già. Sanno che é colpa tua." Sibilò Nash.

"Non capisco a che gioco tu stia giocando."

"Cerco solo di proteggere la mia famiglia." Disse per poi raccogliere il suo zaino da terra e lasciarla lì, con il il respiro mozzato e la schiena premuta contro una fila di armadietti.

Guardai Daisy, priva di parole quanto me, e sicuramente più confusa. A lei mancavano dei pezzi, non sapeva che Paige sarebbe potuta essere una persona diversa da quella che pensava fosse.

Mi accorsi di doverla informare di ciò a cui andava in contro, così, di comune accordo, decidemmo di saltare la prima ora di lezione.

Ci rintanammo negli spogliatoi vuoti delle cheerleader dove, fra l'odore metallico degli armadietti, sudore e deodorante mischiati tra loro, le dissi tutto ciò che avrebbe dovuto sapere.

Portland 2 » Shawn MendesWhere stories live. Discover now