Chapter 42

1K 73 28
                                    

"Don't need no doctor I know she's the best thing for my health
Don't never please me and disease me they can keep the wealth
Do what you have to
I don't want nobody else"

Explosion - Seafret

Il cellulare di Shawn suonò con insistenza svegliando entrambi e, quando il suo corpo caldo si scostò dal mio per poter prendere la chiamata, mugolai in disaccordo raggomitolandomi su me stessa ed aprendo gli occhi.

Nella penombra della stanza riuscii a vedere Shawn sorridere nel vedermi prima di rispondere al telefono.

"Pronto?" Disse scostandosi le punte arricciate dei capelli dalla fronte.

Sorrisi rendendomi improvvisamente conto che nulla era frutto della mia immaginazione: Shawn era davvero lì, i suoi capelli erano spettinati dal mio ricorrente passare le dita fra di essi, il suo collo era segnato da una macchia violacea causata dalle mie labbra sulla sua pelle. Era tutto reale e lo era, soprattutto, il mio sorriso in quel momento.

"Andrew, calmati." Shawn allontanò il telefono dall'orecchio a causa del tono di voce alto del suo interlocutore. "Lo so. Lo so. Non è stata la mia idea migliore. Lo so."

Confusa, mi alzai dal letto. Indossai la maglietta lasciata dal ragazzo sul pavimento della mia stanza e mi avvicinai a lui avvolgendo le braccia attorno al suo busto.

"D'accordo. Ci vediamo dopo." Chiuse la chiamata per poi gettare il telefono fra le lenzuola del letto.

Lo sentii sbuffare e, cogliendomi di sorpresa, poggiò le sue labbra sulla mia fronte e ricambiò il mio abbraccio.

"Va tutto bene?" Chiesi lasciando scorrere le mie dita sulla pelle nuda della sua schiena.

"Si, sono solo felice di essere qui con te." Sorrise portando le sue labbra sulle mie in un morbido bacio.

Risi allontanandomi da lui e schivando così il suo bacio.

"Avanti, chi era al telefono?" Domandai incrociando le braccia al petto.

"Il mio agente." Sospirò.

La mia bocca si spalancò automaticamente e mi ci volle qualche secondo prima che potessi realizzare ciò che aveva detto.

"Cioè... Tu hai davvero un agente?"

"La casa discografica me ne ha assegnato uno. Dicono che d'ora in poi ne avrò bisogno." Disse con un'alzata di spalle.

"Wow." Commentai ancora sbalordita.

"Cosa c'è?"

"Non lo so. É così strano pensare che la tua musica è in cima alle classifiche mondiali, andrai in tour, hai un agente... Cioè: wow."

"Lo so. É difficile crederci. Anche io faccio ancora fatica a realizzare la cosa." Disse sorridendo e facendo trapelare dal suo sguardo quella sincera felicità che aveva solamente quando parlava della sua musica.

"No, non è difficile crederci. Insomma, sei Shawn Mendes e puoi fare qualsiasi cosa. É solo, davvero bello e surreale."

Shawn camminò verso di me e, con il sorriso dipinto negli occhi, mi attirò a sé poggiando le mani sui miei fianchi e la sua bocca sulla mia. Baciarlo sembrava essere l'unica cosa a cui riuscivo a pensare nelle ultime ore passate insieme. Eravamo stati lontani così a lungo che sembravamo voler recuperare il tempo perduto e avvicinarci più di quanto ci fosse concesso sperando quasi di riuscire a fonderci in un'unica persona.

Portland 2 » Shawn MendesWhere stories live. Discover now