Chapter 12

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"Even though you don't mean to hurt me, you keep tearing me apart."
Mercy, Shawn Mendes


"Non sono sicura di volerlo fare." Dissi in un mormorio mentre mi accovacciavo sotto la finestra di casa sua.

"Mi sento come in uno di quei film." Sussurrò Grayson abbassandosi accanto a me nel prato umido.

"Che film?"

"Quelli di spionaggio. Finiscono sempre con la morte di qualcuno." Rifletté dando voce ai suoi pensieri.

"Oh, fantastico." Alzai gli occhi al cielo mentre il ragazzo accanto a me mi faceva sentire peggio di quanto non mi sentissi già.

"D'accordo, non sono d'aiuto." Constatò Gray mentre allungava il collo per poter scorgere qualcosa dal vetro poco sopra di noi.

Non mi sembrava possibile l'essermi appostata sotto casa del mio ragazzo cedendo ai miei giochi mentali e ai consigli non affidabili del mio migliore amico.
L'ultima volta che mi ero appostata sotto casa di qualcuno non era finita bene e Daisy ne era una prova.

Il senso di colpa scorreva nelle mie vene e mi nutriva di disprezzo verso me stessa: non mi stavo fidando di Shawn.
Ma come avrei potuto, dopo le menzogne che costruiva una sull'altra?

Dall'ampia finestra sopra di noi le tende bianche erano scostate quel poco da permetterci la completa visuale del soggiorno e di coloro che c'erano all'interno.

I miei occhi si assottigliarono mentre cercavo di capire chi fossero le cinque sagome che si trovavano al centro della stanza.
Una di loro era perfettamente riconoscibile: Shawn.

Accanto a lui i suoi genitori parlavano animatamente con due uomini in giacca e cravatta dall'aspetto minaccioso e dal volto arcigno. Uno dei due era molto alto, forse poco più di Shawn, ed i capelli grigi contrastavano con il volto ancora abbastanza giovane. L'altro, invece, sembrava non potesse fare a meno di sistemare continuamente la sua giacca elegante sul suo corpo asciutto e minuto e di strofinare in segno di nervosismo una mano sulla testa calva.

Karen, la madre di Shawn, strofinò una mano sulla spalla del figlio con fare rassicurante, ma quest'ultimo non era affatto tranquillizzato dal gesto, anzi, si accigliò mentre ascoltava le parole dei due uomini sconosciuti.

Feci cenno a Grayson di smettere di muoversi e di ascoltare, così entrambi tendemmo le orecchie.

"Pensavamo di essere stati chiari, il ragazzo non può." L'uomo dai capelli grigi parlò in tono severo ed intimidatorio indicando il mio ragazzo.

"Non posso più avere una vita o un futuro, quindi? É questo che state dicendo?" Shawn parlò con voce tagliente.

"Non facendo quello che ti pare. Bisogna mantenere un profilo basso." Controbatté il secondo uomo.

"Questa merda mi sta rovinando la vita." Disse Shawn sprezzante.

"Questa merda" L'uomo calvo marcò la parola. "te la sta salvando. A te e alla tua famiglia."

Shawn non replicò, restò in silenzio mentre il suo sguardo solitamente pieno di vita si perdeva lentamente nel vuoto.

Non riuscivo a cogliere un solo aspetto che potesse farmi intendere il senso di quella conversazione. I miei occhi, che prima vagavano da un interlocutore all'altro, restarono ora fissi su Shawn, completamente diverso da come si mostrava ogni giorno, distrutto.

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