Un inutile sacco da box

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2 settimane...
2 settimane che quel ragazzo che io dovrei amare mi picchia...
2 settimane che fingo di star male, per non uscire di casa...
2 settimane che non vado a casa...
2 settimane da quando la mia vita è stata rovinata...
2 settimane da quando, per la prima volta, un ragazzo mi ha messo le mani addosso...

Sto sempre sul letto, mi alzo solo per fare una doccia, per pulire casa e per rispondere alle chiamate di mia mamma e di mio padre e basta.
Non mangio neanche più.
Non ne ho la forza.
Tutto ciò che ingerisco, mi ritorna su ed io sono costretta ad espellerlo dal mio corpo che, giorno dopo giorno, diventa sempre più esile e debole.
Faccio fatica a muovermi.
Vi chiederete il perché io non ho chiesto aiuto a nessuno, ma la risposta é semplice, ho paura di quello che Matteo potrà fare, non si limiterà a fare del male a me, ma lo farà anche a chi cercherà di aiutarmi ed è questo che, quando sono sul punto di dire a qualcuno ciò che subisco, ripenso a questo e mi blocco cambiando discorso oppure fingere che non sia nulla di importante e che sia solo una cavolata che, in quel momento, mi girava in testa, anche se non è così.
Il mio viso ormai è completamente ricoperto di lividi, così come ogni centimetro di pelle, che riveste le mie ossa, doloranti dagli schiaffi, i pugni e dalla tanta violenza che ricevo.
Il mio corpo, ormai è diventato come uno di quei sacchi da box da prendere a pugni quando si è arrabbiati, quando bisogna sfogarsi, quando le parole non possono più servire a nulla e i pugni possono far uscire la rabbia che c'é dentro ognuno di noi. Ma io non sono quel sacco da box, fatto di stoffa o di qualche altro materiale. Io sono un sacco fatto di  carne ed ossa, che non viene preso a pugni quando bisogna sfogarsi, ma che viene preso a pugni, qualche volta perché il tuo ragazzo è ubriaco, oppure quando non vuole picchiare qualcun'altro e picchia te. Questa sono io. Un sacco da box, che fra poco perderà le sue cuciture e la sua imbottitura si riverserá fuori, versandosi sul pavimento. 
Questa imbottitura nel mio caso potrà essere rimpiazzata da due cose: le emozioni o il sangue, e credo che quest'ultimo.
Mi posiziono davanti allo specchio e, la canottiera che indosso, fa notare tutti i lividi che ho indosso, metto così una felpa, dimenticando per un po' di avere quei segni sulla mia pelle...

Qualcunoo suona al campanello...

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