《Non hai ancora capito? Io desidero che noi due fossimo più di semplici amici! Io non voglio essere solo un'amica per te! Io vorrei che tu fossi più di un migliore amico... Ma non sarà mai così, vero?》
Come può un semplice ragazzo, diventare tuo ami...
F:"Per proteggerci... Quel bastardo le ha detto che se chiedeva aiuto, non avrebbe pagato solo lei, ma anche coloro che l'avrebbero aiutata."
Riki mi abbraccia ed io ricambio, stringendolo a me e appoggiando la fronte sulla sua spalla e chiudendo, momentaneamente, gli occhi.
Mi:"Ora però dobbiamo organizzare un piano. Sta notte Shady e Fede rimarranno con te, così domani potranno aiutarti. Ora però devi ascoltarci, non aver timore di quello, ci saremo noi con te, va bene?"
Annuisco.
***
Sono le 6 e già siamo in piedi. Le ragazze mi stanno aiutando a coprire i lividi che, poco a poco, scompariranno, ma per ora voglio coprirli con del trucco, che fisseremo, perché non voglio che si tolga. Oggi potrò indossare altri colori oltra al nero.
Metterò una felpa rosa con una mano in alto a destra e dei jeans strappati bianchi, con le all star bianche, ovviamente.
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Mi mettono anche un po' di trucco, anche questo era vietato, ma ora sento di essere protetta, ma anche libera dalle regole infantili del mio ex. Mi mettono dell'ombretto, dell'eyeliner, il blush e il lucidalabbra. Prepariamo tutto e poi andiamo a scuola. Una volta li, di Matteo non vi è traccia, ma ci sono i suoi amici, quelli che dovevano essere i miei, che mi stanno antipatici, non se ne salva uno.
Narratrice Matteo non tardó ad arrivare e, una volta li, la prima cosa che fa è cercare lo sguardo quella cheè la sua ragazza, meglio dire quella che era... La vide sorridente, con i suoi amici, vestita di colori allegri, quei colori che, per tutto quell'andare di tempo, gli aveva vietato. Portava un po' ditrucco, quello che non doveva mai mettere. L'unica cosa che poteva mettere era qualcosa che servisse a coprire quei lividi che, lui stesso, gli aveva provocato. Un senso di rabbia lo assali, ma in quel momento non poteva fare nulla, poiché lei non era sola, aveva i suoi amici e, come se non bastasse, nel cortile vi erano molti ragazzi che se avrebbero visto lui che picchiava lei, si sarebberobuttatiaddosso al primo. Così decise che questastoria si sarebbe risolta al termine delle lezioni, dietro la scuola, dove nessuno poteva vederli, dove nessuno poteva sentire le urlaimploranti della ragazza che chiedeva di essere lasciata stare e di nonessere picchiata. Ma questo era ciòche lui credeva, non sapeva del piano dei ragazzi, che si eranorivelati molti più astuti di lui.