Box

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Senza dire nulla, mi volto verso Shady, che già ha capito ciò che ho in mente di fare.
Bene...

V:"Bene "amici"..."

Dico improvvisando delle virgolette alla parola amici.

V:"Vi auguro una buona serata. Io vado via, ho voglia di cambiare aria. Ciao!"

Mi allontano, ma non prima di aver salutato la mia Shadina È, dopo ciò, con passo veloce raggiungo casa mia.
Salgo in camera mia, sbattendo con forza i piedi sulle scale e sbattendo la porta alle mie spalle; sento la rabbia ribollirmi nelle vene, ma non è solo l'incazzatura, é anche la delusione, l'illusione, la tristezza e la depressione, ma la rabbia primeggia su tutte queste altre emozioni.
Per scaricare la rabbia, mi tolgo i vestiti che ho indosso e metto un pantaloncino, un top e le mie nike bianche. Esco di casa, dirigendomi verso un luogo in cui andavo esattamente 2 anni fa...
Il luogo che Shady, Fede, Mike, Riki e i miei hanno sempre odiato.
Da ragazzina quando ero arrabbiata tiravo pugni, ma non avevo le apposite precauzioni e per questo, molte volte, avevo dolore alle mani, ma per di più quando tiravo un pugno forte, il sacco mi ritornava indietro colpendolo la faccia, causandomi la fuoriuscita di sangue dal naso, dal labbro, e mi causavo molti lividi.
I miei amici e i miei genitori sono sempre stati contrari a questa cosa: 1 perché non era una cosa molto femminile. 2 perché così non avrei sbollito la rabbia, ma l'avrei fatta solo aumentare. 3 perché stavo diventando manesca. 4 perché ero sempre piena di lividi.
Ma ora, i miei genitori e i miei amici non ci sono, hanno sempre cercato di allontanarmi da questa mia inutile fissa, ma non c'è niente di male, prendo solo a pugni un inutile sacco da box, tutti dicevano che ero molto manesca, persino i miei insegnati; ma non sono più una ragazzina, so gestire le mie mani, specialmente i miei pugni.

Ed eccolo li, il mio vecchio compagno di lotte, quel sacco da box rosso, sostenuto ancora da quel gancio, che lo sosteneva anche alcuni anni fa...
Questa volta non mi piangeró addosso...

E fu così che, una volta messe le imbottiture, iniziai a tirare forti pugni a quel cavolo di coso rosso, uno più forte dell'altro, sempre di più.
Non sento la stanchezza, non sento il dolore, non sento nulla, è come se la mia mente e il mio corpo fossero spenti e, in questo momento, noi potrei chiedere di meglio...
Ora si che mi sento meglio...
Questa volta sono io quella con i guantoni, non sono più il sacco.

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