03. Pre-calcolo

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Mi alzai di scatto al suono della sveglia, sbattendo la testa contro il soffitto. Gridai tenendomi la testa tra le mani, borbottando qualche bestemmia a mezza bocca. Gattonai fuori dal letto e mi stiracchiai. Notai che le patatine e l'acqua erano sparite, così come Levi. Feci spallucce ed iniziai a prepararmi per la mia prima lezione del secondo anno.

"Eren!" voltai indietro la testa, scorgendo Armin corrermi incontro. Mi fermai aspettandolo, finchè non mi raggiunse. Era senza fiato. "Non... Mi hai... Aspettato!" esalò.

Mi misi a ridere prima di dargli di nuovo le spalle e dirigermi col mio migliore amico a lezione. "Scusa."

Il cortile è situato al centro del college, circondato dagli edifici. Ognuno di essi per una materia specifica. Matematica, scienze, storia, arte, lingue, ed uno per altre discipline come sollevamento pesi o lavori manuali.

Quando arrivammo al grande edificio beige, nominato 'Matematica', io ed Armin ci guardammo ed annuimmo prima di entrare. Salimmo le scale situate all'ingresso del palazzo, diretti alla prima stanza sulla destra. Mikasa era seduta da sola in terza fila.

Mi guardai attorno, studiando l'ambiente. Era una tipica aula del college, spaziosa. Le sedie erano come quelle nei cinema, ed avevano un ripiano estraibile che si poteva posizionare in grembo. Comodo! Pensai. Sostanzialmente tutte le aule del college erano uguali.

Ci dirigemmo in silenzio verso Mikasa ed Armin si sedette accanto a lei, io di fianco ad Armin. Cercai qualche volto familiare in giro. Per il momento Berthold era l'unico. Osservai la porta mentre altre persone facevano il loro ingresso. Decine di volti sconosciuti presero posto.

Dopo qualche minuto entrò Marco, col suo solito sorriso sul suo volto lentigginoso. Tutti e tre lo salutammo con la mano mentre lui ricambiava prima di sedersi in prima fila. Dopo qualche altro minuto Levi arrivò con Petra. Levi indossava lo stesso stile di abiti del giorno prima, di poco diversi dai precedenti. Entrambi si accomodarono alla fine della terza fila ed ebbe inizio la lezione.

Era difficile non lanciare continue occhiate a Levi. Ogni volta che lo facevo notavo Petra che lo osservava, mentre le sue guance si tingevano di un lieve rosa. Gli occhi di Levi invece non lasciarono mai il Professore a meno che non dovesse scrivere qualche appunto sul foglio che aveva davanti. Aveva un profilo stupendo. Oh, Dio. Cosa ho pensato.

"Ok, la lezione è terminata. Prendete le dispense mentre uscite. Le voglio per la prossima lezione." Disse il Sig. Wilson uscendo dall'aula.

Scesi le scale, afferrandole, prima di uscire anche io. Le guardai e sospirai.

"Eren, andiamo a studiare in camera tua." Disse Armin.

"E Mikasa? Le ragazze non possono entrare nel dormitorio maschile." Replicai guardandola.

"Ho un'altra lezione, adesso. Ci vediamo più tardi." Salutò con la mano allontanandosi, i suoi capelli neri ondeggiarono alle sue spalle. Armin ed io ci incamminammo verso il dormitorio in silenzio. Quando arrivammo diedi una sbirciata all'interno della stanza, era vuota. Ci sedemmo sul pavimento di fronte la mia scrivania e guardammo i compiti da fare. La maggior parte delle cose mi lasciò confuso ma il piccolo genietto biondo sapeva tutto.

Impiegammo circa mezz'ora per finire tutto quando Levi fece il suo ingresso, bevendo da una bottiglina d'acqua. Armin ed io lo fissammo. Quando ci vide, si fermò fissando Armin di rimando. Quest'ultimo distolse lo sguardo all'istante. "Smettila, Levi." Gli intimai pacatamente. Spostò la sua attenzione su di me, gelandomi con lo sguardo per un momento e poi si sedette alla sua scrivania, dandoci le spalle.

Il resto della giornata volò via. Mikasa, Armin, Jean, Marco ed io andammo al Cinese per cena. Quando feci ritorno in camera erano le 8 di sera e Levi era appena uscito dalla doccia. Ne feci una anche io e poi diedi un'occhiata al block notes dove avevo appuntato i miei orari.

"Domani ho arte e studi umanistici." Mormorai a mè stesso e mi arrampicai sul mio letto. Levi spense le luci prima di mettersi nel suo, che cigolò lievemente. Una volta che si fu steso in una posizione che trovasse comoda, parlò.

"Perché mi hai preso quelle cazzate? Non ti avevo detto di stare lontano dai miei spazi?" Non stava mostrando molto del suo solito atteggiamento, ma era ancora lì.

"Avevo solo pensato di essere gentile. Non puoi maltrattarmi per sempre." Sospirai.

"Io non sono un bullo, fesso."

"Oh, giusto. Voglio dire, i bulli non picchiano gli altri affibbiandogli nomignoli, vero? Certo che no. Ma se non sei un bullo, che cosa sei?" Dissi sarcastico.

"Se fossi in te chiuderei il becco a meno che domattina tu non voglia pentirtene." Mi minacciò. Sospirai prima di girarmi su un fianco ed addormentarmi.

Quando mi svegliai Levi dormiva ancora nel suo letto, il suo respiro era lieve e rilassato. Indossai dei pantaloncini cargo ed una felpa con il cappuccio prima di dirigermi alla lezione di arte con Armin. Parlammo un po', principalmente di lui e del suo coinquilino. Erwin ed Armin sembravano andare d'accordo, sostanzialmente perché nessuno dei due era un gran chiacchierone.

Ad arte, l'insegnante parlò delle sue aspettative nei nostri riguardi e del nostro primo progetto. Armin ed io ci fissammo scioccati, le bocche mezze aperte. "Dovete fare uno schizzo del vostro compagno di stanza per Lunedì prossimo." Disse la Sig.ra Hanna, dopodiché per il resto della lezione ci esercitammo nelle sfumature e quant'altro.

Per il resto del giorno, mi chiesi come avrei fatto a convincere Levi a ritrarlo. Magari non avrei chiesto, l'avrei fatto senza farmi notare. Ma se mi avesse scoperto, mi avrebbe spezzato il collo. Cosa faccio?

The Glow [Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora