The Glow [Traduzione Italiana]

19. La Lunga Notte

La casa sull'albero era avvolta dall'oscurità, non riuscivo a vedere nemmeno le mie dita. Levi era steso su un fianco in silenzio. Dopo aver limonato indossammo i boxer e giocammo per un paio d'ore a carte. Mi fece il culo praticamente ogni volta, ad ogni gioco. Lentamente camminai nella piccola stanza, alla ricerca del posto in cui Levi era disteso.

"Hey, Levi" Lo chiamai.

"Sì?" Udii la sua voce alle mie spalle e mi voltai.

"Mi sono perso." Risi nervosamente.

Calciai una bottiglia di birra e gridai, Levi borbottò qualcosa. Sentii un fruscio prima di avvertire una mano toccarmi la schiena. Saltai urlando prima di rendermi conto che era Levi. Gemetti imbarazzato mentre mi guidava dove era disteso. Mi misi su un fianco e lui prese posto dietro di me, circondandomi la vita con un braccio.

"Grazie." Mormorai.

"Sarebbe stato più divertente guardarti girarmi intorno per sempre." Poggiò la fronte sulla mia schiena.

"Ha. Ha. Stronzo." Replicai giocoso.

"Comunque, se devi pisciare, ti faccio le mie scuse." Disse Levi. Mi lamentai un pochino, mentre mi voltavo verso di lui, il suo viso era sul mio petto.

"No, no. Spostati più giù o qualsiasi altra cosa." Mi ordinò. "Nemmeno per sogno farò io la parte della ragazza, qui." Mi lasciai sfuggire una breve risata prima di scivolare più in basso fino a che il mio volto non fu all'altezza del suo petto. Con un braccio gli circondai la vita attirandolo più vicino a me. Levi fece scorrere le dita tra i miei capelli per poi lasciarle dietro la mia testa, continuando a giocarci.

"Sei molto più gentile di quanto mi aspettassi."

"Forse dovresti cambiare la tua opinione su di me." Rispose con tono pacato.

"Credo di averlo fatto." Baciai il punto del suo petto che avevo davanti mentre gli massaggiavo la schiena con le dita.

"Che stai facendo?" Chiese Levi.

"Mi godo questo calore finchè dura." Risposi prima di vagare sulla sua schiena nell'oscurità, era calda e morbida.

"Ti ho fatto male?"

"A che ti riferisci?" Chiesi stupidamente.

"Prima."

"Oh! Giusto." Sospirai. "Non ha fatto più male di quanto dovesse." Levi non rispose, le sue dita scivolavano gentili tra i miei capelli. Chiusi gli occhi e sorrisi. Rimasi steso lì in silenzio per qualche minuto, assorto nei miei pensieri, avvolto dal suono confortante del suo respiro e del battito del suo cuore. Mi schiarii la gola.

"Levi? Non dormi vero?" Bisbigliai, guardando nella sua direzione.

"Uh-uh." Mormorò.

"Sei stanco?"

"No, non direi. Che c'è?"

"E' solo che mi piace sentire la tua voce." Sentii il suo cuore perdere un battito e sorrisi.

"Sta zitto." Disse, probabilmente nervoso.

Lo feci sdraiare sulla schiena ed allungai una gamba sul suo corpo, mettendomi a cavalcioni su di lui. Mi sedetti poggiandogli una mano sullo stomaco. Levi lasciò scorrere le sue sulle mie gambe, lasciandole poi sui miei fianchi. "Cosa stai facendo?"

"Mi era sembrata una buona idea." Sorrisi. "Vorrei poter vedere il tuo viso."

"Perché? Così posso fulminarti con lo sguardo?" Sembrava infastidito.

Mi chinai su di lui baciandolo teneramente. "Le tue occhiatacce sono parte del tuo carattere, immagino, ed io amo il tuo carattere. Nonostante non ti conosca tanto quanto vorrei."

"Ti ho già detto che so-" Iniziò Levi.

"-no un libro aperto." Terminai. "Lo so. Devo solo imparare a leggerlo." Sentii una mano risalire la mia schiena per poi riscendere nuovamente, tremai un poco. La sensazione delle sue dita che vagavano sulla mia schiena era rilassante. Volevo che non finisse mai.

"Posso farti qualche domanda?" Chiesi timido, curvai leggermente la schiena quando le sue dita la attraversarono di nuovo.

"Fai pure."

"Hai qualche talento nascosto?" Chiesi senza pensarci troppo.

"Talento nascosto?" Ci pensò su qualche secondo. "Non sono proprio dei talenti nascosti. Sono un cantante ed un ballerino."

Mi cadde la mascella. "Un ballerino? Davvero?"

"Sì. Ballo da quando avevo poco più di due anni."

"Non ci credo. Devi ballare per me." Praticamente stavo urlando.

"Ok, ok. Calmati. Un giorno lo farò." Strillai eccitato per poi tornare silenzioso, agitato. Levi si sedette circondandomi la vita con un braccio e portando il mio al suo collo. Sorrisi e poggiai una guancia sulla sua.

"Che stai facendo?" Percepii la sua guancia muoversi e sfregare contro la mia, come se stesse sorridendo.

"Ti faccio sorridere." Ridacchiai per poi baciargli la guancia.

"Sei la prima persona che mi fa sorridere da..." Fece una pausa. "Non ricordo l'ultima volta che ho sorriso."

Mi sentii stringere il petto e lo abbracciai più forte. "Mi piaci davvero, davvero, davvero tanto." Levi aumentò la stretta mentre mi baciava la mandibola. Portai le mie mani alle sue guance, sollevandogli il viso per baciarlo. Restammo seduti lì, con le labbra unite, per alcuni secondi prima di staccarci.

"E' normale che i ragazzi siano così adorabili?" Disse Levi tra i baci che stava seminando tra la mia gola e le spalle.

"Perché stai parlando di te?" Ridacchiai. Lui fece una risata sarcastica prima di stendersi di nuovo. Rimasi seduto su di lui, assaporando la sensazione di averlo sotto di me. Esplorai la parte superiore del suo corpo, semplicemente toccandogli il torace e gli addominali. La sensazione era davvero... bella.

"Sono certo di avertelo chiesto un centinaio di volte, ma cosa stai facendo?"

Fermai le mie mani. "Ti sto toccando?"

"Grazie, Eren. Sono felice che tu me l'abbia detto perché non ne avevo idea." Disse in tono sarcastico.

Ridacchiai. "Mi piace la sensazione del tuo corpo." Levi mi afferrò le spalle facendomi abbassare, la mia testa sulle sue spalle, circondandomi di nuovo con le braccia. Baciai dolcemente il suo collo, prima di rilassare il mio corpo sul suo.

"Mi piaci tu." Disse, quasi impercettibilmente. Mi addormentai al ritmo del suo petto che si alzava ed abbassava contro il mio. Le sue dita percorrevano la mia spina dorsale ed il costato, mentre giocavo coi suoi capelli. Una notte in una casa sull'albero fece la differenza in quella relazione costruita dal fato.