16. Primo Appuntamento/Libro Aperto

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Mi infilai nuovamente nel letto di Levi, pregno del suo profumo. Affondai il viso nel cuscino, inspirando quel confortante odore di sapone e tenue sigaretta. Sollevai un pochino il sedere, sostenendomi sulle ginocchia, e strinsi il cuscino. Udii la porta del bagno aprirsi.

"Cosa credi di fare?" Chiese Levi mentre risaliva la scala.

"Niente." Risposi, la voce ovattata dal cuscino. Sentii delle dita afferrarmi le caviglie tirandole all'indietro, facendomi stendere sulla pancia. Le dita di Levi seguirono un percorso immaginario sulle mie gambe fino a che non raggiunsero il mio sedere. Lo punzecchiò un poco ed io mi voltai velocemente di schiena, tenendomi il cuscino sul viso.

"Vuoi prendere un caffè con me, Eren?" Mi tolsi il cuscino dalla faccia e lo fissai. Mi guardava normalmente. Mi tirai a sedere e gli poggiai una mano sulla fronte. Sembrò perplesso. Spostai la mano sulle guance. La temperatura era normale. "Che stai facendo?"

"Mi assicuro che tu non sia malato." Feci una pausa. "Mi piacerebbe molto." Gli sorrisi. Levi scese di nuovo la scala ed io lo seguii. Ci vestimmo uno accanto all'altro, ogni tanto casualmente mi dava qualche bacio mentre ero distratto. Indossavo dei jeans ed una semplice t-shirt. Levi, comunque, indossava dei bei jeans neri ed una canotta aperta nei lati. Era sexy.

Lo fissai come uno allocco fino a quando non mi rivolse un'occhiataccia ed uscimmo fuori. Tirai fuori il cellulare per poi rivolgermi a Levi. Guardava dritto davanti a sé, sembrava distratto. "Hey, Levi?" Mi guardò. "Posso avere il tuo numero?" Allungò la mano ed io gli porsi il telefono. 30 secondi dopo me lo restituì. Aveva completamente riempito il contatto: numero, e-mail, indirizzo, compleanno. L'unica cosa che stonava era il nome.

"Hai un nome davvero singolare, Succhiamelo." Dissi, sorridendo.

"Beh, dovevo fartelo dire in qualche modo." Rispose. Ci dirigemmo al parcheggio del campus e verso la macchina di Levi. La aprii e mi sedetti nel posto passeggero. Mi sentivo nervoso, molto nervoso. Levi entrò e sospirò. Lo guardai e gli afferrai il collo della maglietta, attirandolo a me. Mi sporsi in avanti poggiando le labbra sulle sue.

Lui ricambiò il bacio portando una mano sulla mia guancia. Ci baciammo per qualche secondo prima di fermarci. Levi mise in moto ed iniziò a guidare. Stare in macchina con lui era terrificante. Guidava davvero veloce e non rallentò nemmeno quando svoltò in curva, ma non sembrò perdere il controllo nemmeno per una volta. Quando finalmente arrivammo, mi catapultai fuori più velocemente che potevo.

"Io non ritorno lì dentro con te." Dissi a Levi mentre ci avviavamo verso il negozio.

"Divertiti a camminare, allora." Mise una mano sulla parte bassa della mia schiena e mi spinse attraverso la porta del coffee shop. L'odore era fantastico, un mix di pane e caffè. Ci avvicinammo al bancone ed osservai il menu.

"Bentornato, Levi." Disse la ragazza dietro al banco. "Il solito?"

"Sì, grazie." Rispose. "Sei mai stato qui, Eren?"

Distolsi la mia attenzione dal menu e feci cenno di no con la testa. Levi mi indicò alcune delle cose che preferiva ed altre che avrebbero potuto piacermi. Ci pensai su qualche secondo per poi ordinare. Stavo per tirare fuori il portafogli ma lui mi schiaffeggiò la mano. "Va a cercare posto." Mi ordinò. Mi guardai intorno e trovai un tavolo per due accanto la vetrina. Levi mi raggiunse poco dopo. Mi osservava in silenzio mentre guardavo le auto sfrecciare fuori, attraverso il vetro.

"Grazie per il caffè ed il resto." Mormorai timidamente.

"Nessun problema. Smettila di comportarti come se fossi un perfetto estraneo."

"Beh, in un certo senso lo sei."

"Ed è per questo che siamo qui. Puoi chiedermi qualunque cosa ed io risponderò. Io ti farò delle domande e starà a te decidere se rispondere o meno." Le bevande furono poste davanti a noi e ringraziammo prima di bere. Sorseggiai il mio caffè. Era caldo e sapeva di menta. Sospirai soddisfatto ed osservai Levi. Teneva gli occhi chiusi mentre assaporava il suo, il viso sembrava rilassato.

"Sei davvero bellissimo." Mi lasciai sfuggire, mi coprii la bocca. Levi restò impassibile mentre metteva giù la bevanda e mi guardò. Non disse nulla, mi osservava semplicemente. Spostai la mano dalla bocca e presi un altro sorso di caffè. "Smettila di fissarmi!" Piagnucolai.

Levi aggrottò le sopracciglia prima di rilassare il viso e prendere un altro sorso. La sua pelle era pallida, lo sembrava ancora di più in contrasto col suo abbigliamento scuro. Poggiai la mano sul suo braccio, sfiorando con le dita la sua pelle morbida. "Ho un sacco di domande. Alcune forse già le immagini, altre non le conosco nemmeno io."

"Chiedi pure." Prese il caffè con l'altra mano, lasciando quella che stavo accarezzando dov'era.

"Io ti piaccio, Levi?" Chiesi, arrossendo come una ragazzina.

"Sì." Disse come se fosse una cosa di poco conto, ed arrossii ancora di più. 'Oh' fu l'unica cosa che riuscii a dire. "La cosa ti mette a disagio, Jaeger?" Mi stuzzicò.

"No per niente, e smettila di chiamarmi Jaeger!" Abbassai un po' la voce. "Che tipo di musica ti piace?"

"Non ascolto musica."

"Ok, il tuo colore preferito?"

"Verde o nero. Tu?"

"Rosso e nero. Quanto sei alto?" Il viso di Levi non sembrò più così rilassato, mi rivolse uno sguardo truce. Ce la misi tutta per trattenere una risala ma fallii. Poggiò il piede sinistro sul suo ginocchio destro e si rilassò sulla sedia. Mi schiarii la gola smettendo di ridere. "Trovo che la tua altezza sia tenera." Un tic nervoso gli fece contrarre un occhio. "Ok, parola sbagliata. Non c'è nulla di male nella tua altezza. Scusami."

"Sei fortunato se non ti prendo a calci nel culo in questo preciso istante."

"Sì, è vero." Risposi. "Altra domanda. Sei vergine?"

"Credevo di averti già detto che non lo sono." Ribbattè immediatamente. "Tu sei ovviamente vergine. 20 anni vergine."

Sorrisi. "20 anni vergine. E' stato con una ragazza, giusto?"

"Sì." Sorseggiò il suo caffè, sembrava distratto.

"Allora forse non sei gay." Mi guardò ed io continuai. "Più probabilmente potresti essere bisessuale, piuttosto che gay."

"Che importa il mio orientamento sessuale se già so con chi trascorrerò la vita?" Si alzò in piedi. "Vieni."

Lo seguii, terminando il mio caffè lungo il tragitto. "Credevo solo fossi insicuro riguardo la tua sessualità."

"Non sono insicuro di niente." Sbottò Levi.

"Questo non è vero e lo sappiamo entrambi."

Levi si mise di fronte a me afferrandomi la maglietta, facendomi chinare verso di lui. I suoi occhi erano pieni di rabbia. "Sono stato fin troppo gentile con te. Sei ancora immaturo ed è ovvio che non riesci a leggere le altre persone."

"Nessuno può leggerti." Replicai calmo. Rafforzò la presa prima di allentarla e spingermi via. Adesso era irritato. Ben fatto, Eren. Salimmo in auto e guidò, tamburellando impazientemente sul volante.

"Ok, ok. Scusa." Mormorai.

"Per?" Chiese, fissando dritto davanti a sé.

"Essere immaturo e non riuscire a leggere il tuo volto impassibile."

"Dovresti imparare a farlo." Levi mi guardò mentre si fermava al semaforo. "Sono un libro aperto molto più di quello che pensi."

The Glow [Traduzione Italiana]Where stories live. Discover now