31. Accaldato

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L'odore di uova e bacon mi destò dal mio sonno. Mugugnai mettendomi a sedere e stiracchiandomi. Mi alzai, gironzolando assonnato verso la cucina. Levi era lì a cucinare. Camminai alle sue spalle lasciandogli un dolce bacio sulla nuca. "'Giorno." Mormorai, ancora annebbiato dal sonno.

Non mi guardò mentre mi rispondeva. "Buongiorno. Come hai dormito?"

"Bene, credo." Trascinai i piedi fino al divano prima di lasciarmi cadere di peso su di esso e lamentarmi.

"Hai fame?"

"Mh." Replicai.

"Non ho idea di cosa significhi." Asserì Levi con tono allegro.

"Cibo."

"Vuoi del caffè?"

"Mh!" Mugolai ancora.

Levi non rispose mentre si avvicinava e piantava un piede sul mio sedere, spingendo leggermente. "Tra due secondi prendo il flacone spray."

Nel momento in cui terminava la frase mi misi dritto. "Cibo e caffè suonano bene." Dissi come un robot.

"Comunicare in modo chiaro mi rende felice." Affermò con tono indifferente e l'espressione seria.

"C'è qualcosa che posso fare?" Chiesi mentre lentamente mi alzavo.

"No, siediti solo a tavola." Versò il caffè in due tazze porgendomene una. "Ti piace la crema, nel caffè?"

"A volte. Va bene così comunque, grazie." Sorrisi prima di prenderne un sorso. "Oh santo cielo, questo è il paradiso in una tazza."

"La prossima volta che vado al negozio ne prendo dell'altro, ed il thé è meglio, ma concordo." Levi allungò un piatto con uova, bacon e pancakes di fronte a me, ed un altro piatto al lato opposto. Prese del burro e dello sciroppo dal frigo prima di sedersi. Lo guardai mentre sollevava la tazza, le sue dita che la sorreggevano dai bordi.

"La tieni in modo strano." Dissi prima di mangiare un boccone.

I suoi occhi scattarono su di me mentre prendeva un altro sorso, quasi fulminandomi.

"Ah sì?" Chiese guardando poi la tazza. "Io non credo."

Feci spallucce. "Hanno i manici per un motivo." Sorseggiai il mio caffè. "Grazie per la colazione, è deliziosa."

"I manici si rompono, e prego." Dopo colazione mi sentivo molto più energico ma Levi si sedette sul divano, leggendo un libro. Mi sedetti accanto a lui, a gambe incrociate, poggiando la testa sulla sua spalla. Lui mi ignorò, nonostante lo stessi praticamente fissando.

Gli punzecchiai il viso, ma non batté ciglio. Borbottai arrabbiato punzecchiandogli nuovamente la guancia, non sortì alcun effetto. Frustrato, gli sfilai il libro di mano stendendo una delle mie gambe su di lui. Mi guardò come se avessi fatto esattamente ciò che voleva.

"Smettila di ignorarmi!" Piagnucolai, tenendomi il libro in grembo.

"Non hai detto nulla." Disse prima di togliermi il libro di mano. "Mi hai fatto perdere il segno."

"Bene." Replicai incrociando le braccia al petto.

Levi poggiò il libro sul tavolo, posizionando le sue mani dietro la mia schiena. Mi guardò, leggevo il divertimento nei suoi occhi. Studiai il suo viso e lui fece lo stesso, le sue labbra erano una tentazione. Lasciai risalire le mani lungo le sue braccia per poi allacciarle dietro al suo collo.

"Ci fissiamo tutto il giorno oppure hai intenzione di baciarmi?" Chiesi impaziente.

Con un sorrisetto compiaciuto avvicinò il mio corpo al suo per poi baciarmi. Le sue labbra sapevano di caffè e bacon. Mi schiacciai contro di lui, approfondendo il bacio. La sua lingua assaporò le mie labbra prima che aprissi la bocca, lasciando che scivolasse all'interno.

Lentamente feci scontrare il mio corpo col suo, lo sentivo indurirsi sotto la stoffa dei nostri boxer. Interruppi il bacio osservando il suo viso. Sembrava come sempre senza emozioni, ad essere sinceri distruggeva l'autostima. Mi accigliai lievemente prima di spostarmi.

Levi mi fermò appena prima che lo facessi, poggiando il viso nell'incavo del mio collo, il suo respiro caldo mi dava i brividi lungo la schiena. Sospirai soddisfatto mentre mi baciava la pelle con urgenza. Portai una mano dietro la sua testa, afferrandogli i capelli mentre iniziava a succhiare quel punto.

Mi abbassai contro di lui, il desiderio che cresceva. Levi fece scorrere le mani sotto la mia maglia, le dita che accarezzavano la mia pelle. Chiusi gli occhi, concentrandomi sul suo tocco. Baciandomi risalì la gola, per poi tornare sulle mie labbra dove lasciò un bacetto veloce.

"Devo vestirmi, Eren." Disse asciutto.

"Sul serio?"

"Sì, sul serio." Rispose.

Lo fissai un momento, sperando che stesse scherzando. Quando capii che non era così, lo spinsi bruscamente mentre mi rialzavo. Senza rivolgergli neanche uno sguardo percorsi il corridoio, entrando nella camera da letto ed uscendo sulla balconata.

Mi sedetti a terra, nonostante ci fossero delle sedie, con la schiena poggiata al muro e lo sguardo perso. Si intravedevano negozi ed automobili, nulla di interessante. Mi sfregai il volto, come se facendolo la rabbia potesse in qualche modo svanire. Non funzionò.

Udii nella stanza i cassetti aprirsi e chiudersi, ma non guardai. Non è a causa mia, vero? Forse deve andare da qualche parte. Abbi più fiducia, non è così stronzo. Osservai le nuvole muoversi nel cielo blu e limpido, era rilassante. Sentii la porta-finestra scorrere e poi l'odore di sigaretta. Sollevai lo sguardo e Levi guardava fisso di fronte a sé come se non mi avesse notato.

"Le sigarette puzzano da schifo." Borbottai irritato.

Levi si voltò verso di me. "Quando sei uscito qui fuori?"

Lo guardai truce prima di volgermi altrove. "Quando hai deciso di fare l'insensibile."

"Insensibile?" Ripeté. "In cosa sono stato insensibile?"

"Sei un completo imbecille se non sai la risposta." Mi alzai intenzionato a tornarmene dentro quando mi afferrò un braccio.

"Ho fatto qualcosa?" Chiese, veramente serio.

"Devo vestirmi." Dissi prima di liberarmi dalla sua presa ed entrare nella stanza. Calmati, sei uno stupido. Devi calmarti. Non c'è bisogno di fare il coglione.

Mi infilai un paio di jeans neri, tenendo la maglietta che già indossavo. Levi mi seguii in camera un minuto dopo. Speravo avesse lasciato perdere, ma non era così. Invece, si piazzò di fronte a me rifiutandosi di farmi uscire da lì.

"Cosa?" Sbottai.

"Smettila di essere arrabbiato con me. Non ho idea di quale sia il problema." Disse.

"Non è piacevole quando la tua autostima va in frantumi." Risposi dopo un lungo silenzio.

"Continuo a non seguirti."

"Ci stavamo baciando ed un attimo dopo mi hai praticamente detto di togliermi da lì come se non fosse successo niente." Nel momento in cui pronunciai quella frase mi resi conto di quanto suonasse stupida. Mi sedetti sul letto poggiando la testa tra le mani.

Levi emise un lungo sospiro. "Se avessimo continuato, avrei finito con lo scoparti."

"E allora?" Sussurrai tra le mie mani.

"E allora, semplicemente non mi sembra il momento adatto." Disse asciutto. "Petra, Erwin ed Hanji saranno qui tra un'ora. E' la nostra serata dedicata ai giochi, sarei felice se tu partecipassi." Levi si sedette accanto a me, baciandomi la testa.

Lo guardai, sentendomi in imbarazzo. "Ok."

The Glow [Traduzione Italiana]Where stories live. Discover now