45. La Giornata in Spiaggia

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Levi POV

Osservai Eren schizzare dal corridoio all'ascensore come un bimbo su di giri. Io invece camminai al passo di un normale essere umano. "Levi! Andiamo! Andiamo!" Mi incitò il castano ed io sospirai, guardandomi poi intorno. Non c'era nessuno nei paraggi, così corsi silenziosamente da lui. Premette la freccia in basso ed aspettammo che le porte di metallo si aprissero.

Quando finalmente lo fecero, entrammo ed Eren mi rivolse un ghigno malizioso prima di premere con la mano tutti i bottoni. L'hotel aveva 45 piani, e noi ci trovavamo al 45°. Piegai leggermente la testa all'indietro rivolgendogli un'occhiataccia ma lui sorrise innocentemente facendo scivolare la mano nella mia.

Eren riempì l'ascensore con la sua bellissima risata ogni volta che le porte si aprivano, ovvero ad ogni piano. Circa al 20°, una donna più anziana entrò e stava per premere il tasto del 1° piano, ma era già prenotato. Ci rivolse un'occhiata risentita lamentandosi, restando con noi per circa 5 piani prima di saltare fuori dall'ascensore, Eren rise talmente forte che non riuscì ad emettere nemmeno un suono.

Sbuffai alla vista di lui che rideva senza controllo, coprendosi la bocca. Finalmente si ricompose schiarendosi la gola. "Oh, avanti! E' stato esilarante." Sorrisi appena stringendogli la mano.

"E' stato comico." Dissi piuttosto asciutto, e lui roteò gli occhi. Quando finalmente arrivammo nella hall praticamente mi trascinò fuori tirandomi per la mano. Rallentò e camminammo fianco a fianco, le nostre mani intrecciate lungo tutto il tragitto fino alla spiaggia. Infilai le mie scarpe nello zaino, insieme a quelle di Eren, e feci un passo avanti nella sabbia.

"Ti comporti come se non l'avessi mai toccata prima." Disse Eren con un sorriso.

"Il nostro matrimonio è stata la prima volta in cui sono stato su una spiaggia ed in quel momento non ero a piedi nudi." Ammisi, affondando il piede nella sabbia calda. Mi guardò come se gli avessi detto che ero un unicorno o una stronzata simile.

"Davvero?! Mia madre mi portava in spiaggia una volta al mese, facevo anche un po' di surf." Continuammo a passeggiare mentre lui farneticava sulle sue gite d'infanzia al mare. Mi piaceva ascoltarlo parlare, amavo il suo sguardo mentre parlava dei bei momenti trascorsi con sua madre. Le sue dita scivolarono via dalle mie mentre correva verso l'oceano.

Ad essere sincero, ne avevo paura. Lui sembrò non accorgersi che ero rimasto dove l'acqua non poteva raggiungermi fino a quando non si voltò. Un'espressione accigliata sostituì quella gioiosa di un attimo prima. "Avanti!" Gridò, facendomi cenno di avvicinarmi. Fallo per lui. Sospirai, avanzando nella sua direzione. Mi raggiunse a metà strada, riallacciando la sua mano con la mia.

Gliela strinsi quando l'acqua spinse contro i miei piedi, la temperatura era abbastanza fresca. Eren mi trascinò più avanti, l'acqua adesso mi arrivava alle gambe. Non mi piaceva, ma sembrava così felice. Sentii qualcosa avvinghiarsi alla mia gamba ed urlai. "Porca troia!" Eren mi guardò preoccupato mentre afferravo qualunque cosa mi avesse toccato, tirandola fuori dall'acqua.

Era una lunga, grossa e schifosa alga. Eren rise mentre storcevo il naso per il disgusto. Lo fissai truce ma lui continuò a ridere. Gli lanciai l'alga addosso che atterrò giusto sulla sua faccia, coprendogli gli occhi come una di quelle mascherine che si indossano per dormire. Lui rimase fermo mentre scivolava via dal suo viso, e ridacchiai quando notai il suo broncio.

Rimase a fissarmi per poi portare le mani a coppa in acqua, sollevare le braccia, e schizzarmi in faccia. L'acqua salata mi finì in bocca ed io tossii. "Che diavolo, Jae-" Mi fermai prima di sorridere. "Non posso più chiamarti Jaeger." Un rosa acceso tinse le sue guance ma fu subito spazzato via quando un'onda lo colpì in pieno.

The Glow [Traduzione Italiana]Where stories live. Discover now