2. Oh, New York

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Siamo appena arrivate e già amo questa città!
Anche se, a dire il vero, l'amavo ancor prima di arrivarci.
Le luci ci accecano appena uscite dall'aeroporto.
Oh, New York!

Il viaggio, tutto sommato, è andato abbastanza bene, anche perché io e Aurora abbiamo dormito per la maggior parte del tempo.

L'ultimo regalo del nonno, prima di partire, è stato proprio questo: due biglietti in prima classe per un aereo diretto a NY.
I sedili erano comodissimi, le hostess molto gentili, il cibo squisito.
Eravamo completamente immerse nel comfort!

Non ci saremmo mai potute permettere da sole un lusso del genere, ma lui ha detto testuali parole ai nostri genitori, che ovviamente si erano inizialmente opposti alla sua decisione: "lasciatemi viziare le mie nipotine".
Già, al plurale.

Oltre ad essere una sorella per me, Aurora è ormai anche figlia e nipote acquisita dei miei genitori e mio nonno.
C'è un rapporto così profondo che va oltre i legami di sangue che non abbiamo.
E poi, c'è da dire, che il nonno sta ancora godendo di tutto il sudore di quando era un ragazzo, proprio come noi.
I suoi trionfi lo hanno reso un colosso delle danze latino americane, e nonostante la sua età è sempre impegnato con i suoi allievi, quelli che hanno il privilegio di poter solcare il pavimento della sua palestra, ed è sempre in giro per vari eventi, stage formativi e gare internazionali da giudicare.
Inoltre, devo ammetterlo, non dimostra i suoi sessant'anni!

Decido di chiamare velocemente mia madre, almeno per farle sapere che sono viva e vegeta, e soprattutto arrivata a terra.

"Sicura che stai bene? Ti sento strana. È andato bene il viaggio?"

Ah, le mamme, sempre così preoccupate.

"Benissimo mamma, sono solo un po' intontita per l'orario."
"Beh allora riposatevi, domani sarà una lunga giornata! Mi raccomando, dai un bacio ad Aurora, e fatemi sapere al più presto come è andata!"

Mi sento scombussolata, ma allo stesso tempo attiva come se fosse ancora mattina, invece qui è notte fonda.
Sono esattamente le 1:30am quando intravediamo un'autista vicino ad un'auto completamente nera, con un cartello in mano con su scritto "The New School - Parsons" che ci aspetta.

Da bambina ho sempre sognato di frequentare il tipico college americano, vedendo film e serie tv sulla vita dei tipici studenti degli USA, ora che siamo qui non riesco a crederci.
Inoltre siamo riuscite a trovare anche qui il corso di laurea che avevamo intenzione di intraprendere, Fashion Design.
L'università si trova nel pieno centro di New York, non poteva andarci meglio!
È un sogno che si avvera.
È tutto perfetto, tutto come doveva andare.
Lo desideravamo da così tanto tempo.

Avevamo cinque anni, quando ci siamo avvicinate al mondo della danza.
Abbiamo seguito miliardi di lezioni, conosciuto tantissimi insegnanti, cambiato almeno una decina di partner e conquistato troppi trofei, tanti che ormai non entravano più in casa.
Non sono le medaglie, o le coppe, a decidere quanto sia valido un ballerino.
Questo mondo è bello quanto vario, e non mancano ingiustizie e delusioni.
Si possono trovare ottimi insegnanti, che però non sono mai stati grandi ballerini, o il contrario.
Come in ogni sport, non sempre vince il migliore: una stupida x in più su quel foglio di ogni giudice presente può mandarti ad affrontare una finale, dove vengono selezionati solitamente le coppie migliori della gara, una in meno può rispedirti a casa con una delusione incolmabile.
Beh, ora siamo qui.
Il sistema italiano è lontano da questo anni luce.

È un'illusione esserci arrivate?
Magari il colloquio andrà male e torneremo a casa nel giro di pochi mesi, continuando gli studi universitari in Italia, oppure potrebbe essere la svolta decisiva, potrebbe essere questa l'occasione che ci cambierà la vita.

Sono ormai due anni che io e lei siamo una coppia a tutti gli effetti, in mancanza un partner maschile.
Sul mercato ce ne sono davvero pochi, non è uno sport molto praticato dai ragazzi, a causa dei vari pregiudizi, quindi ci siamo accontentate di danzare come duo femminile, pur di non abbandonare la nostra passione.

Varcata la porta della nostra stanza, accendiamo la luce e ci rendiamo conto di quanto sia spoglia, ma è davvero tardi e domattina dobbiamo alzarci presto per finire di compilare i vari moduli di iscrizione al college in segreteria e subito dopo abbiamo il colloquio con la LDA.

D'altronde resteremo meno di un trimestre qui, giusto il tempo di trovare un appartamento vicino sia alla scuola che all'accademia.

L'e-mail è stata così inaspettata e nei due mesi successivi alla bella notizia abbiamo dovuto metterci a studiare per l'esame di stato, ovviamente concluso con voti eccellenti, e in contemporanea ci siamo allenate fino allo sfinimento per la nostra ultima gara italiana, quindi non abbiamo avuto il tempo di cercarlo prima.

Devo ammettere che, nonostante non vedevo l'ora di cambiare aria, un po' mi mancherà la mia scuola di danza, la nostra federazione, i nostri compagni... Ma mi rassicuro pensando che sicuramente qui le cose saranno migliori, come l'organizzazione, e soprattutto gli insegnanti.

Non so come reagirò senza la presenza costante della mia famiglia e dei miei amici più stretti.
Ci rendiamo conto di come le cose si possano stravolgere in così poco tempo?
Quando abbiamo inviato il nostro curriculum sportivo all'accademia, eravamo sicure di non essere minimamente prese in considerazione.
Nessuno ci avrebbe mai giurato che noi due, con la nostra testa matta, saremmo riuscite ad arrivare fin qui, a New York, nella più prestigiosa scuola di danze latino americane, anche solo per un semplice esame di ammissione.

La mia scuola, le mie strade, il mio quartiere, le mie abitudini ora sono lontane, a km dal mio corpo e soprattutto dalla mia mente.

Infondo è questo, che implica la crescita: il cambiamento.

Non sono certa di esserne pronta, non si è mai pronti all'inaspettato.
Sono certa, invece, che comunque vada sarà un progresso, un'avventura in più da aggiungere al mio bagaglio di esperienza.

Intanto, decidiamo di andare a letto, in attesa di domani.

My FireWhere stories live. Discover now