3. Eccole, finalmente

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Le luci accecanti, la folla sugli spalti e i giudici già posizionati in attesa della mia entrata.
L'ansia mi assale, mi scorre nelle vene, come il sangue bollente di passione.
Mi sento come se mi stesse ticchettando una bomba in petto e non so se aver paura dello scoppio.

A passo svelto, ma fine, mi dirigo al centro della pista in parquet, sotto il riflettore di luce più densa, e il mio vestito di Swarovski inizia a brillare più che mai.
Nonostante gli applausi e le urla incitanti, non riesco a sentire nient'altro che il surreale ticchettio.

Tic-tac
Tic-tac
Tic-tac

Le scarpette dorate spiccano appena mi metto in posizione iniziale e cala il silenzio.
Sparisce tutto, non vedo niente, non sento niente, neanche quel fastidioso suono.

Parte la musica, parto anch'io, scoppia la bomba, e mi sento più viva che mai.

Un samba iniziale: le mezze punte strisciano sul pavimento, il bacino si dilegua e non riesco più a controllarmi.
Il mio busto si stacca dalle gambe e inizio ad avere un ritmo perfetto, contagioso.

Il pubblico applaude a tempo di musica e mi è più facile portare il conteggio in mente.
Vado forte, forte più di una Ferrari, forte come il boato appena avvenuto dentro di me.

Cambio stile, in rumba, e l'eleganza ha la meglio.
Scruto a fondo ogni sguardo di ogni giudice, senza esitazione, senza vergogna.

Guardatemi.

Mi fermo sul posto prima dell'esplosione finale, il jive.
Inizia la musica e le gambe volano, il pavimento lo tocco appena, mi sembra di volare, e il sorriso è sempre lì, stampato in faccia.

Un giudice batte il tempo con il piede, un'altra ticchetta le unghia sul braccio della sedia, uno intento a guardarmi, l'altro scrive.

L'ultimo giro, l'ultimo sforzo, l'ultimo respiro e finisce tutto.
Silenzio assordante.

Per 1,3 secondi iniziano i miei complessi mentali.
Perché non applaudono?

Non faccio in tempo a pensarlo che si scatena un insieme di voci e frastuoni.
Applausi, urla, il mio nome rimbomba.

Aurora è in prima fila, con il suo copriabito nero, super felice e soddisfatta della sua migliore amica, applaudendo esageratamente.

Chiudo gli occhi mentre mi inchino e mi godo il momento.

Sarah, Sarah, Sarah, Sarah.

Riapro gli occhi e ritrovo Aurora a scuotermi e urlare.
"Sarah! Cazzo, muoviti! Sono le 7! È mezz'ora che ti chiamo"

Solo un sogno, anche se bellissimo.

Mi conviene alzarmi se voglio provare a realizzarlo, altrimenti perdo il colloquio.

"Mi spieghi perché sorridi come un ebete mentre dormi?" mi chiede Aurora mentre mi passa una tazzina di caffè.
"Stavo sognando, hai disturbato il sogno più bello della mia vita"
Ribatto ridendo.
"Dovresti ringraziarmi!" fa lei, dandomi uno schiaffetto sulla spalla.

Mentre è in bagno a prepararsi, cerca di dirmi qualcosa ma nonostante urli non la sento.

"Che hai detto?!"
Passa correndo da una porta all'altra, raggiungendomi.
"Ho detto che ti ho compilato io i documenti che ti rimanevano, ora passiamo un attimo in segreteria e poi dobbiamo scappare all'Accademia"

My FireWhere stories live. Discover now