13. Viva e felice

18 4 2
                                    

Tra una risata e l'altra, ci ritroviamo a vedere le prime luci dell'alba dalle grandi finestre della casa di Travor.
Incredibile, è già mattino. Abbiamo passato tutta la notte qui!
"Aury, che ne dici, torniamo?", le appoggio la mano sulla gamba.
"Si, mi sta venendo sonno", mi risponde sbadigliando.
Alzandomi mi rendo conto del casino che c'è in questa stanza.
Bicchieri sparsi ovunque e macchie su tutto il pavimento. Si intravede anche qualche indumento, in giro.
"Prima aiutiamo Travor a mettere in ordine, dai", propongo.
"Assolutamente no. Tra poco arriveranno le donne delle pulizie, tranquilla", mi ferma lui.
Avevo dimenticato che i soldi di Travor gli spuntano addirittura dalle orecchie.
"Allora, andiamo?", continua, mentre Dylan è già sull'uscio che gioca con le chiavi dell'auto.
"Travor, non c'è bisogno che vieni anche tu, può accompagnarci entrambe Dylan", gli dico.
"Dormirò da lui, qui è un disastro e c'è puzza di alcool e fumo ovunque. Prendo l'auto, vieni con me Aurora?"
"Certo", risponde lei.
La guardo sorridendo e poi vado verso l'auto di Dylan.

Entrata in macchina istintivamente, come prima cosa, mi tolgo le mie amate e al contempo odiate scarpe col tacco.
Dylan mi guarda, e scoppia a ridere.
"Fa pure", mi fa.
"Scusami, ma davvero non ce la faccio più!"
Continua a ridere e prendermi in giro mentre io mi massaggio i piedi, che ho appoggiato al sedile.
Sta guidando con molta calma, andiamo pianissimo, ed è davvero rilassante stare in macchina qui con lui, rannicchiata, vedendo l'alba dai finestrini. Ad un certo punto, senza accorgermene, mi addormento.

Arrivati all'entrata dei dormitori, un tocco familiare e delicato mi sfiora la guancia.
"Siamo arrivati", mi dice.
Apro un solo occhio e gli sorrido in modo tenero.
"Sei bellissima anche quando dormi."
"Smettila", mi ricompongo.
Mi viene in mente di quando i ragazzi sono venuti in camera nostra a portarci la colazione e io ero beatamente nel mondo dei sogni. Che figura.

Abbasso lo sportellino di fronte a me per specchiarmi, intravedendo dallo specchietto la macchina di Travor dietro di noi.
Stranamente il mio trucco è ancora intatto.
"Ti va di pranzare insieme, più tardi?"
"Ti farò sapere", rispondo.
"Verrà anche Travor, puoi dirlo tu ad Aurora. Vi passiamo a prendere per le 12:00."
"Non ti ho detto di sì!", lo guardo stupita.
"Non a parole, ma i tuoi occhi ti tradiscono."
Gli sorrido, ancora.
Mi viene spontaneo sorridere in sua presenza.
Gli stampo un bacio sulla guancia, come per ringraziarlo del passaggio, e scendo dalla macchina.
"Buonanotte, Sarah", dice abbassando i finestrini.
Lo ignoro apposta, saluto Travor ed entro nell'edificio con Aurora.

 Lo ignoro apposta, saluto Travor ed entro nell'edificio con Aurora

Deze afbeelding leeft onze inhoudsrichtlijnen niet na. Verwijder de afbeelding of upload een andere om verder te gaan met publiceren.

Sono le 11:00 quando mi sveglio. Cazzo, è tardissimo.
Aurora è già in piedi, ed è difronte l'armadio.
"Oh, ti sei svegliata. Sbrigati, mi ha chiamato Travor, andiamo a pranzo con lui e Dylan", dice con tono attivo.

Dylan Blake ha ottenuto ciò che voleva.
1-0, palla al centro.

Entro nel nostro piccolo bagno per farmi una doccia veloce, intravedendomi allo specchio noto le mie enormi occhiaie. Ho dormito davvero poco, e queste sono le conseguenze.
Come un razzo finisco la doccia e indosso al volo un jeans e una camicia sottile, rosa cipria.
Attacco una spilla al taschino inutile che ho sul seno destro.
Amo i dettagli, anche quando vado di corsa.
Mentre mi infilo le Air-Force e prendo il mio zainetto bianco in finta pelle, Dylan mi chiama.
"Rispondi?", fa Aurora.
Faccio un passo svelto verso il telefono e lo punto all'orecchio.
"Pronto?...sì, siamo pronte... okay, scendiamo", riattacco e apro la porta della stanza.

Oggi il clima è abbastanza caldo, ma c'è quel venticello piacevole che non disturba affatto.
Intravediamo Dylan e Travor mentre camminiamo, stanno chiacchierando tra loro, fino a che non incrociano i nostri sguardi.
Arrivate, li salutiamo frettolosamente e saliamo nelle auto.
La macchina di Dylan ormai è la mia dimora, calcolando che ci ho anche dormito.
Mi viene naturale aspettare che mi apra la portiera e accomodarmi sentendomi a mio agio.

Ci mettiamo un po' ad arrivare a destinazione, ma alla fine ne vale la pena.
"Allora, che ve ne pare?", fa Travor, scesi dall'auto.
"Wow", Aurora è imbambolata a guardare il panorama.
"Bel colpo, fratello", fa Dylan mettendogli una mano sulla spalla.
Il ristorante sulla spiaggia è uno dei migliori che io abbia mai visto.
I tavoli sono in vetro ornati di decori argento, le sedie riportano gli stessi decori, il tutto compensato da enormi gazebo in ferro, possedenti dei veli bianchi per fare ombra, che dividono le zone.
"Questo ristorante domani sarà mio. Mio padre è un imprenditore. Il suo stile di compravendita non è questo, lui punta ai grandi edifici, ma vuole farmi addentrare in questo mondo a piccoli passi. Sa che per me c'è per prima la danza, però preferisce che io abbia qualcosa di sicuro, nella vita, oltre alla mia passione. Questa volta non sono in disaccordo con lui, stranamente. "
Sapevo che Travor fosse ricco, ma non fino a questo punto.
"È meraviglioso, Travor", gli dico, avviandoci sulla spiaggia.

Il cibo è squisito, il personale è molto cortese e l'atmosfera rende tutto ancor più perfetto.
Finita la mangiata, offerta da Dylan e Travor, decidiamo di fare una passeggiata sulla spiaggia.
Io e Aurora ci facciamo scattare qualche foto dai ragazzi, finché Dylan non mi si avvicina con l'app della fotocamera aperta, impostata come interna.
"Ci facciamo una foto?"
"Certo"
Mi stringe a se e mostra il suo sorriso spettacolare.
Incantata dalla sua bellezza non mi rendo conto nemmeno di come sono venuta in foto.
"Fammi vedere", gli porgo la mano per farmi passare il cellulare.
"Non ce n'è bisogno, sei bellissima", mi sorpassa camminando.
"Dylan!", corro verso di lui.
Iniziamo a scherzare sulla spiaggia, come due innamorati.
Il problema è che non lo siamo.
Dove ci porterà questa situazione? A che punto?
Ridiamo come due bambini, il tempo sembra essersi fermato e le mie preoccupazioni spariscono, mi sento viva e... felice.
Non mi fido di lui, ma ho deciso di prendere ciò che viene.

My FireWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu