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Arriviamo a 60 stelline per il prossimo capitolo.
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⭐️

Poso la borsa sullo scalino del palazzo e sbuffo, aspettando Dybala. Anche oggi Ilaria non si è fatta sentire. Controllo il telefono nuovamente per vedere se c'è qualche chiamata o messaggio perso, ma ancora nulla.

«Hei Ale!» urla Dybala dalla macchina e mi avvicino, salutandolo con un leggero cenno della mano. «Incazzata?» domanda sorridendo e non lo rispondo.
Si, quindi fai il cesso.
«Lo prendo come un si.» sussurra guardandomi, poi riporta l'attenzione alla strada. Arriviamo al centro sportivo senza dire più un'altra parola e scendo dalla macchina velocemente, allontanandomi il prima possibile per riprendere a lavorare e distrarmi. Tutte le conversazioni che avvengono intorno a me mi è difficile seguirle, riesco solamente a pensare ad Ilaria e la sua strafottenza. Seguo ciò che mi dice il mister alla lettera, senza creare né problemi né il minimo dialogo, così da terminare il prima possibile.

«Ti vedo nervosa.» dice Pjanic avvicinandosi a me e lo guardo male, quasi come se volessi ucciderlo. «Probabilmente mi vuoi uccidere ma io volevo solo aiutarti.» dice alzando le mani.

«Lascia stare Miralem, ci ho provato già io.» dice Dybala e sbuffo, sedendomi sulla panchina.

«Quella stronza d'Ilaria non mi pensa! Sta sempre con Federico e mi lascia sempre da sola.» urlo e i due si guardano sconvolti, poi si avvicinano a me. «Mi ha fatto venire qui anche per stare insieme, poi non è mai con me. Non riesco mai a trovarla da sola per parlarle che quel lecca culo di Federico spunta in qualsiasi luogo e la porta via. Quindi ora Paulino qui è il mio accompagnatore e il portiere del palazzo il mio babysitter.» ammetto.

«Il portiere babysitter?» domanda Pjanic e annuisco portandomi le mani tra i capelli.

«Si, se torno tardi mi fa la 'ramanzina', avvisa Ilaria pure se vado a fare la spesa. È così stressante, non ce la faccio più!» spiego quasi tirandomi i capelli.

«Perché sta sera non usciamo noi quattro?» domanda Dybala e alzo lo sguardo confuso.

«Non so se forse te ne sei reso conto, ma siamo in tre.» dico indicandoci.

«Miralem ha una ragazza, quindi siamo in quattro.» mi corregge con fare da saputello e Pjanic annuisce.

«Ci sto.» dice prendendo il telefono, mandando un messaggio alla sua ragazza. Annuisco annoiata e Dybala sorride soddisfatto.

«Perfetto, ora ti scorderai completamente di Ilaria, Miralem è un comico quando beve.» continua Dybala sedendosi affianco a me. «Ti ricordi in estate?» domanda a Miralem poggiando la mano sulla mia gamba. Resto sorpresa dall'effetto che mi fa, dai brividi che mi provoca e mi muovo a disagio sulla sedia.
Perché mi fai questo?

«Si, ovviamente!» dice ridendo e iniziano a raccontare delle loro corse mezzi nudi per le strade e la battaglia a chi baciava più ragazze, ma la mia attenzione è completamente portata alla mano di Paulo sulla mia gamba.

«Dai, ti accompagno a casa.» dice Paulo schioccando le dita davanti ai miei occhi e mi riprendo.

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Infilo gli orecchini e l'anello, poi mi guardo ancora una volta allo specchio, aggiustando l'enorme scollo che ho

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Infilo gli orecchini e l'anello, poi mi guardo ancora una volta allo specchio, aggiustando l'enorme scollo che ho.

«Smettila, stai bene!» ripete Paulo e annuisco come se non lo avessi sentito.

«Secondo me mi devo cambiare.» dico cercando di raggiungere la cerniera che si trova dietro la schiena.

«Non ci pensare!» dice Paulo portando le mani sulle mie spalle, spingendomi fuori la camera.

«Non mi spingere che si muove tutto!» dico portando una mano tra lo scollo per tenerlo fermo. Allontana la mano dal mio petto ridendo e mi spinge nella sua macchina.

«Più fortunato io.» dice mettendo in moto la macchina. Alzo gli occhi al cielo e porto lo sguardo fuori il finestrino. Appena arriviamo al locale la maggior parte dei ragazzi si gira verso di me e fischia. Che volgari. Fortunatamente non dobbiamo fare la fila poiché Paulo si avvicina alle guardie e passiamo avanti. «Vieni sono già lì.» dice Paulo indicandomi un tavolo al piano di sopra.

«Ma ben arrivati!» urla Miralem e sorrido salutandolo. «Lei è Francesca.» dice e mi presento alla sua ragazza. È carina, ha i capelli scuri legati con una coda perfetta, sarà alta probabilmente 1.70 e un vestito molto semplice ma con dettagli ricercati, sicuramente firmato e costoso, per il fisico che ha farà la modella.

«Oddio che bel completo!» dice guardando il mio pantalone e top, i ragazzi si allontanano guardando la folla e ci lasciano parlare. «Piacere comunque, Francesca.» continua poi porgendomi la mano.

«Grazie mille, anche il tuo è bello.» dico guardando il tuo tubino nero in pizzo con piccole applicazioni in diamantini. «Alessia.» rispondo poi stringendole la mano.

«Grazie mille! È una collezione creata da me con Versace e Swarovski, ti farò avere qualcosa.» mi spiega sorridendo e resto sorpresa dal suo lavoro, mi aspettavo una ragazza leggermente diversa, avendo lo stereotipo delle ricche stupide mi aspettavo un oca. «Paulo deve essere davvero fortunato ad averti.» aggiunge e faccio subito segno di no con la testa.

«Noi non stiamo insieme.» le spiego sorridendo e lei resta sorpresa, aprendo leggermente la bocca.

«Ah, scusa. Vedevo che ti guardava in questo modo, perdonami.» dice imbarazzata e mi giro verso Paulo, trovando che mi guarda.
Mi sorrise semplicemente, poi tornò a prestare attenzione a quello che dice Miralem. Restai confusa per pochi secondi, poi Francesca mi domanda cosa voglio bere e mi lascio andare, cercando di divertirmi il più possibile.

Mi girai, per guardarti.
E, incantata,
trovai già il tuo sguardo
posato delicatamente su di me.
Elisa Priano.

Ammore scumbinato; Paulo DybalaWhere stories live. Discover now