50.

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Guardo Paulo da lontano mentre gioca con il pallone con Gracia, la nostra prima figlia.
Mi stendo in modo più comodo per la mia schiena ed alzo il viso verso il sole. Mamma l'aveva sempre detto, i maschi sono terribili e mi stavano distruggendo, molto più di Gracia e Cristina.

«Sto diventando vecchio?» domanda stendendosi accanto a me con il fiatone, posando la mano sulla mia pancia. «Saranno terribili anche questi due, diamine.» sussurra poi quasi sconfitto, poi scoppia a ridere.

«Come diamine li abbiamo fatti? Con il fuoco?» domando ironicamente, facendo ridere anche lui. Ormai avevo preso le sembianze di una balena e speravo solo di partorire il prima possibile. «Faccio dei pancake, ti va?» domandai e lui annuì, alzandosi per aiutarmi.

«Continuo a sfrenare quella pazza, può darsi che crollerà come la sorella.» ammette lasciandomi un breve bacio a stampo, poi mi lascia andare. Mi dirigo lentamente verso la cucina e quasi penso di non passare attraverso la porta. Ordino ad Alexa di accendere la musica ed inizio a cucinare. Quel piccolo assistente Amazon Eco mi stava salvando la vita, avevamo collegato tutto il possibile, così che dovessi muovermi il meno possibile. Al termine di quello che era ormai diventata la mia routine di dose di dolci del pomeriggio, misi la nutella calda sui pancake e posai tutto sul vassoio.

Mentre aprii la vetrata sentii qualcosa sotto i piedi e quando abbassai lo sguardo ebbi la conferma che si erano appena rotte le acque.

«Alexa chiama i nonni! Paulo!» urlai velocemente e posai il vassoio sul tavolo. Fortunatamente eravamo già pronti, lasciammo le ragazze chiuse in casa con i pancake ed a breve sarebbero arrivati i nonni. La strada per l'ospedale ormai sembrava così familiare, durante tutto il percorso come sempre tenni stretta la mano di Paulo, non so se dovessi tranquillizzarlo io oppure lui tranquillizzava me.

«Signora io inizierei subito, vi lascio il tempo per salutarvi. Arriverà a breve l'anestesista.» ammise la mia ginecologa, prescelta e selezionata da Paulo.

«Va bene, già sai cosa fare. Fatti trovare con moltissimi dolci e le mie bimbe.» dissi facendogli segno di avvicinarsi per lasciargli un bacio.

«Ho già tutto pronto, sarò qui quando esci. Ti amo.» disse semplicemente di lasciandomi un ultimo bacio prima che l'anestesista faccia il suo lavoro e mi addormentai.

Proprio come la volta scorsa quando mi svegliai trovai dei fiori ed il viso sorridente dei miei genitori e di Paulo. Corsero subito ad abbracciarmi e sorridi, stringendoli per quanto possibile.

«È andato tutto meravigliosamente, corro a chiedere se possono farteli vedere.» ammette mia madre e mio padre la segue.

«Sono così felice di averti sposato.» sussurra Paulo abbracciandomi. «Ti amo tanto.»

«Puoi prendermi l'anello?» domando dopo pochi secondi e lui sorride annuendo, infilando l'anello dopo poco. «Grazie.»

«Eccoci qui!» annunciò mia madre con l'infermiera che portava i miei due bimbi. «La dottoressa ha anche lasciato i moduli per la dichiarazione.»

«Il primo si chiama Adolfo ed il secondo Alvaro, che significa difensore di tutti.» dissi dopo pochi secondi, così che Paulo potesse scriverli sul certificato.

«Vuoi davvero mettere il nome di mio padre?» domandò sedendosi sul mio letto, annuii sorridendo e lui prese la penna, scrivendo i nomi che poco fa gli avevo detto. Quando i miei due bambini finalmente furono tra le mie braccia e le mie altre due bambine entrarono dalla porta capii che questo era tutto quello che volevo.

Ammore scumbinato; Paulo DybalaWhere stories live. Discover now