Capitolo 4: La verità (✅)

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Katherine era spaventata a morte. Ogni volta che tentava di far uscire qualche parola, la voce le moriva in gola. Appena Sebastian aveva usato quel tono, aveva cominciato a tremare come una foglia e non era più riuscita a calmarsi. Era sempre stata forte, ma in quel momento sembrava essere un bicchiere di cristallo che al minimo tocco si sarebbe potuto rompere. Stava tentando in tutti i modi di avere un minimo di autocontrollo, ma pareva impossibile. «Calmati... non fare così...» soffiò poi l'Alpha, poggiandole una mano sulla guancia e cercando di farla stare meglio.

Anche se voleva sputargli tutta la verità in faccia, era troppo stanca, così si lasciò aiutare a mettersi il pigiama e poi chiuse gli occhi facendo finta di dormire. Era curiosa di capire cos'avrebbe detto l'Alpha, ma con suo rammarico si stese al suo fianco e non disse niente. La giovane non fece nulla, lasciandosi finalmente andare in un sonno che per la prima volta sembrava essere tranquillo.

La mattina seguente si svegliò a causa dei rumori che provenivano dal bagno. Aprì lentamente le palpebre, mettendo a fuoco la stanza e girando il capo verso la finestra. Un leggero fastidio al braccio le ricordò che aveva la flebo attaccata. Cercò di muoverlo il meno possibile, sapendo bene che sarebbe dovuta rimanere su quel letto per un bel po'. Si sentiva già meglio rispetto al giorno prima.

La porta del bagno si spalancò in quell'esatto momento, mostrando l'Alpha gocciolante e con solo un asciugamano a coprirgli le parti intime. Katherine voltò la testa di lato, privandosi di quella visione che la faceva diventare paonazza. «Piccola lupa... stai meglio?» Domandò con un tono di voce preoccupato, avvicinandosi a lei e accarezzandole una mano. Katherine annuì senza dire altro, mentre lui faceva un lieve sorriso. «Tra poco verrà il dottore per farti una visita veloce» continuò. La lupa ringhiò, mentre stringeva con la mano il lembo della coperta.

Sebastian si accorse di ciò e fu subito vicino a lei. Le gocce che penzolavano dai suoi capelli corsero lungo il suo collo e il suo petto marmoreo. «Puoi dirmi perché eri ridotta così male?» Domandò, mentre Katherine tentava di trattenersi dal non rispondergli male. Sta scherzando spero, pensò, sperando che la sua lupa si risvegliasse e attaccasse quello stupido che aveva davanti. Prese lunghi respiri, facendogli capire che non gli avrebbe dato una risposta. Il lupo si alzò sbuffando, poi si avvicinò all'armadio, estraendo dei vestiti molto eleganti che poggiò sul letto. La ragazza inarcò un sopracciglio. Perché si veste elegante? Non ha senso, rifletté, ricordandosi che il padre non si vestiva mai con abiti chic visto che ogni giorno aveva a che fare con molte persone che lo attaccavano, quindi se li sarebbe rovinati.

Sebastian si asciugò i capelli strofinandoli con un asciugamano bianco che all'apparenza sembrava essere molto morbido. Anche la compagna aveva bisogno di farsi un bel bagno, magari in una vasca. Era il suo sogno. Non vedeva l'ora di stare immersa nell'acqua calda. Sorrise tra quei pensieri e poi notò che l'Alpha si era vestito.

Stava molto bene con quegli abiti, erano perfetti per lui. Non voleva nemmeno sapere com'era ridotta, ma sperava davvero che almeno il dottore le dicesse che poteva togliersi quella flebo. Quando Sebastian si sistemò i capelli neri, andò ad aprire la porta senza che qualcuno avesse bussato. Sicuramente era il medico che difatti entrò con la stessa valigetta del giorno precedente. «Mia Luna, è un piacere rivederla e osservare anche che ha cambiato colorito» disse subito con un leggero sorriso, mentre Sebastian la guardava attentamente. Il medico cominciò a visitarla e poi fece un piccola pausa prima di parlare.

«Visto che ho notate che le fa male» commentò indicando l'ago, «glielo posso togliere, ma deve rimanere a riposo ancora, non si è ripresa del tutto» concluse, mentre annuiva felice e sperava di non sentire più quel fastidio. Le tolse la flebo con delicatezza, causandole un po' di dolore, ma trattenne qualsiasi gemito; era abituata a soffrire di più. Sul braccio era comparso un ematoma viola. Il dottore le mise una crema molto fresca e idratante, poi le coprì la pelle con un cerotto abbastanza grande e lasciò la stanza. Katherine sospirò di sollievo, mettendosi finalmente seduta. «Tra poco verranno alcune sarte del branco per prenderti le misure. È un problema? Vuoi che le faccia venire domani o un altro giorno?» domandò incrociando le braccia al petto, aspettando pazientemente una sua risposta.

The Alpha KingWhere stories live. Discover now