Capitolo 30: Il ciondolo

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Non capiva perché gli avesse dato quel ciondolo, ma forse Katherine se sapeva qualcosa. Finalmente quell'Alpha ibrido si era fatto vedere, ma il problema principale rimaneva sempre il fatto che potesse diventare invisibile. Non sarebbero mai riusciti a sconfiggerlo, anche perché poteva entrare nella Villa quanto voleva e ascoltare tutti i loro piani. Era frustrante non riuscire a proteggere il proprio branco, ama prima o poi sarebbe riuscito a venirne a capo. Strinse il ciondolo nel palmo della mano e uscì velocemente dalla camera e avviandosi verso il rifugio che stava un piano sotto alle prigioni. Scese velocemente le scale illuminate fiocamente dalla luce di una torcia e respirò profondamente quell'aria gelida e putrida. Non visitava molto spesso quel luogo, se non per controllare che tutto fosse a posto e funzionasse perfettamente. Percorse il lungo e stretto corridoio, che sarebbe stati teatro di morte per i claustrofobici, e si fermo davanti ad Adam e Magnus, che gli fecero un cenno col capo. «Stanno tutti bene?» chiese il Re, guardando entrambi e aspettando con impazienza una risposta. Se suo padre fosse stato lì, sicuramente avrebbe cacciato quegli esseri in lungo e in largo e non sarebbe tornato a casa prima di non averli uccisi tutti. Ma lui non era suo padre e non aveva intenzione di uccidere anche gli ibridi innocenti. «Sì, stanno tutti bene» risposero in coro, mentre si spostavano per farlo entrare nella grande stanza dove era contenuto tutto il branco. «Notizie dal villaggio? Quello di umani?» domandò ancora una volta, avvicinandosi con decisione alla porta che sembrava essere stata realizzata con un materiale più forte dell'acciaio. «Non sono stati attaccati.»

Il lupo annuì e poi aprì la porta in modo che le donne ei bambini uscissero. Come avrebbe fatto a tranquillizzare il suo branco quando non sapeva nemmeno lui come uscire indenne da quella situazione? Non ascoltò nemmeno una parola di quello che le lupe del branco cominciarono a porgli: i suoi occhi erano concentrati su Katherine che si era alzata lentamente dalla sedia e si stava dirigendo fuori dalla stanza insieme alle altre. Sembrava assente, in fondo come poteva aspettarsi che l'Alpha ibrido fosse in camera? Sebastian la raggiunse ignorando tutti gli altri. Non era egoista, ma i suoi occhi e la sua anima erano attirati come calamite a Katherine. Le poggiò una mano sulla guancia e, dopo aver visto l'espressione sul suo volto, decise che le avrebbe mostrato più tardi il ciondolo. La prese in braccio a mo' di sposa, portandola al paino superiore e poi nell'ufficio. Quello era l'unico modo per far sì che fosse il meno possibile in pericolo. La adagiò sul divano e la coprì, stando a fissarla per un bel po'. Non pareva stare molto bene, ma sicuramente aveva solo bisogno di dormire e non pensare a tutto quello che stava accadendo. Le carezzò una guancia e si portò una mano davanti agli occhi. Dopo tutto il lavoro che aveva fatto per diventare Re era una presa in giro buttare tutto nel cestino per quegli ibridi. Ai vampiri non poteva chiedere aiuto visto che non sapevano nemmeno loro come uccidere quelle creature, quindi a chi poteva chiedere? «Sebastian» sussurrò una voce che riconobbe subito.

Si girò verso Adam e sospirò. «Non so cosa fare... uno di loro ora potrebbe essere qui senza che noi possiamo rendercene conto. Non c'è più un posto sicuro.» Era affranto, il suo beta non l'aveva mai visto così tanto senza speranza. «Ci sarebbe una soluzione. L'abbiamo sempre avuta sotto il naso, in biblioteca» affermò il beta, mentre da dietro la schiena passava un grande libro al Re, che non capì a cosa servisse un libro in quel momento. Guardò il ragazzo con un sopracciglio inarcato, sbuffando pesantemente. «Vai a pagina 380» ordinò più serio che mai, mentre l'Alpha apriva il libro e andava alla pagina. Dopodiché lo intimò a leggere la pagina. «Molti lupi ancora oggi non sanno quanto sia stato determinante l'aiuto delle streghe durante la guerra tra lupi e umani. Alcuni di loro credono ancora che le streghe siano solo leggende insite nelle tradizioni folcloristiche di molto popoli della spagna orientale, ma, se non lo fossero? Se vivessero in luoghi appartati e facessero credere al mondo che siano solo delle leggende?» Sebastian lo guardò male e chiuse il libro di scatto. «Mi prendi in giro?» Si alzò e gli lanciò il libro contro, poi gli indicò la porta con un dito. «Non ho bisogno di perdere tempo, ora vattene» sibilò, mentre il ragazzo lo guardava altrettanto arrabbiato. Non si mosse e lo sfidò con lo sguardo. «Ti conosco da molto, e posso dire che hai fatto molte scelte sbagliate nella tua vita, e credere che le streghe siano solo leggende è una di queste.»

The Alpha KingTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang