Capitolo 21: La partenza

18.6K 724 59
                                    

Il giorno della partenza, all'interno della Villa, tutti erano agitati e correvano da una parte all'altra per assicurarsi che tutto sarebbe andato bene. Sebastian caricò le ultime valigie in auto, mentre notava che Katherine stava parlando con Eloise. «Mi mancherai» sussurrò l'amica, mentre la abbracciava forte come se non dovesse rivederla per un bel po'. La Luna ricambiò l'abbraccio e poi decise di staccarsi visto che dovevano partire subito, a meno che non volessero perdere la nave che gli avrebbe condotti in Antartide. Avrebbero dovuto affrontare un viaggio molto lungo, quindi prima sarebbero partiti meglio era. «Anche tu mi mancherai, ci vediamo allora.» Le sorrise e finalmente raggiunse il compagno che la stava guardando e le stava dicendo che doveva muoversi. «Scusa.» Ridacchiò e si avviò fuori dalla grande Villa, notando che ci fosse già un'auto parcheggiata. Al posto del guidatore c'era un uomo che non aveva mai visto, così decise di aspettare il compagno che si era messo a parlare con Magnus e Adam che in quel frangente sembrava serio. Quando finì di dare le ultime indicazioni, raggiunse la compagna. Salirono entrambi, mentre alcuni lupi caricavano le valigie. «Sarà un viaggio infinitamente lungo e mi dispiace che tu debba farlo, soprattutto ora» sussurrò il compagno abbastanza triste, anche se poi si ricompose. Era incinta, mica paralizzata, ma non voleva discutere, quindi stette zitta.

«Dove andremo adesso?» domandò la ragazza che era elettrizzata. Anche se sarebbe stato un viaggio molto lungo, non le interessava granché, anzi, sicuramente ne sarebbe valsa la pena. Sognava già l'Antartide come un continente meraviglioso. «Dovremmo passare per l'Italia dove prenderemo un aereo che ci porterà a Buenos Aires, in Argentina. Quindi conoscerai il rappresentate italiano dei lupi in Liguria e l'Alpha del continente Americano, anche se vive in Cile, ma ci aspetterà in Argentina» le spiegò, mentre la macchina partiva. La maggior parte dei lupi uscì dalla Villa per dare un ultimo saluto ai due Alpha, poi rientrarono appena l'abitacolo scomparve. Katherine non aveva mai viaggiato in automobile, quindi non sapeva bene come mettersi per stare comoda. «Ehi, stai male?» chiese subito Sebastian, prendendole il viso tra le mani e cercando di capire cos'avesse. «No, sto bene, sta tranquillo» disse, accorgendosi che stava diventando sempre più protettivo nei suoi confronti. Appoggiò la testa sulla sua spalla e si rilassò. «Quanto ci metteremo ad arrivare in Liguria?» domandò ancora, sapendo già che ci avrebbero messo un bel po' di ore. «Cinque ore e mezza» rivelò, mentre la giovane sbarrava gli occhi e sbuffava. Aveva parecchio sonno visto che era molto presto, così decise che fosse saggio dormire in modo da rendere il viaggio meno pesante. Non fu difficile addormentarsi, anche perché quella notte non aveva chiuso occhio a causa dell'ansia del viaggio.

Magnus poi le aveva esplicitamente detto che doveva trasformarsi il meno possibile ora che era incinta, quindi decise che si sarebbe solo trasformata quando avrebbe dovuto correre per i boschi dell'Antartide. Sebastian si accorse quasi subito che si era addormentata. Iniziò ad accarezzarle i capelli e baciarle il viso. «Mio Re» sussurrò la voce del conducente abbastanza titubante. Al ragazzo non faceva pura, però Sebastian metteva ansia e anche inquietudine, ma in fondo ogni Alpha era così. Il capo alzò la testa di scatto, non aspettandosi che avrebbe intrattenuto una conversazione con quel ragazzo. «Sì?» Lo intimò a continuare, curioso del motivo per cui lo avesse chiamato. «Ecco... ho sentito delle voci. È vero che la Luna è incinta?» domandò, mentre l'Alpha rimaneva sbigottito. Non l'avevano detto a nessuno, ma sicuramente qualcuno aveva origliato. Sapeva che prima o poi qualcuno l'avrebbe scoperto. «Da chi hai sentito la notizia?» Sebastian era abbastanza alterato visto che voleva annunciare della gravidanza una volta tornati dall'Antartide, ma ovviamente non tutto poteva andare come previsto. «L'ho sentito dire a Dens» replicò velocemente, come per paura che potesse rispondergli male.

L'Alpha non disse più nulla, lasciando il povero ragazzo con una curiosità che gli stava divorando l'anima. Il viaggio continuò per le tre ore seguenti, fino a quando decisero di fermarsi. La Luna aveva dormito tutto il tempo e, appena la macchina si fermò, aprì gli occhi, mettendo a fuoco e notando che era ancora in macchina. «Non siamo arrivati vero?» chiese speranzosa, mentre guardava l'ora sull'orologio di Sebastian che segnava le sette del mattino. Il sole si stava levando alto, cominciando a dare fastidio al povero viso della Luna. «Siamo arrivati in un ostello, se vuoi entra, non staremo qui molto, solo per fare colazione» continuò dolcemente, mentre la ragazza annuiva e si metteva una mano sulla fronte. Non aveva molta fame, ma era normale visto che si era alzata molto presto; aveva lo stomaco sottosopra. «Dove siamo?» domandò ancora la bionda. Aprì la portiera e poggiò i piedi sull'asfalto che luccicava sotto i raggi del sole di quella mattinata che si prospettava abbastanza calda. «Vicino Milano.» Anche l'Alpha uscì dal veicolo e si sgranchì le gambe, mentre si girava e guardava l'ostello in cui si fermava da anni ogni volta che andava a visitare i continenti vicini. «Piccola, andiamo dentro» affermò l'uomo, notando che anche il conducente era sceso e lo stava osservando.

The Alpha KingWhere stories live. Discover now